Altro che “immigrazione uguale ricchezza”! La partitocrazia ci rende sempre più poveri
“Immigrazione uguale ricchezza”, blaterano in coro la partitocrazia spalancatrice di frontiere e la stampa di regime al servizio di quest’ultima. E ancora: “La libera circolazione è indispensabile all’economia”. Queste ed analoghe monumentali panzane ci vengono ora propinate in quantità industriali, a scopo di lavaggio del cervello, in prospettiva della votazione del prossimo 27 settembre sull’iniziativa “di limitazione”.
Peccato che adesso sia arrivato lo studio di un istituto di ricerca londinese, naturalmente ignorato dalla stampa “mainstream”, secondo cui la libera circolazione ha invece impoverito i cittadini elvetici. Il Prodotto interno lordo pro capite sarebbe infatti diminuito di 3500 Fr all’anno.
E’ in ogni caso chiaro che non servono grandi studi per rendersi conto che in Ticino – e non solo in Ticino – libera circolazione delle persone significa invasione di frontalieri. Quindi sostituzione di lavoratori indigeni con permessi G e dumping salariale. Ormai gli annunci di lavoro per soli frontalieri si sprecano (alla faccia del sostegno all’economia locale, più che mai necessario in periodo di crisi da virus cinese). Senza dimenticare che ai 70mila frontalieri dichiarati bisogna aggiungere quelli in nero, come pure i padroncini.
AVS depredata
Anche la storiella secondo cui gli immigrati sarebbero necessari per finanziare le nostre assicurazioni sociali è una clamorosa frottola.
E’ infatti il caso di ricordare che in 13 anni di libera circolazione incontrollata si sono trasferiti in Svizzera un milione di stranieri. Con cifre del genere, se fosse vero che i migranti finanziano l’AVS, quest’ultima dovrebbe essere risanata da un pezzo. Così evidentemente non è. Infatti come noto la partitocrazia vuole aumentare l’età di pensionamento degli svizzeri; quando questi, già a cinquant’anni, vengono sbattuti fuori dal mondo del lavoro e sostituiti da frontalieri. Anche peggio: già a partire dai 46 anni cresce il numero degli svizzeri in assistenza. Questo lo dicono gli ultimi rilevamenti ufficiali. Non il Mattino populista e razzista. Tant’è che i politicanti del triciclo, nell’imminenza della votazione del 27 settembre, nel vano tentativo di tamponare il disastro fatto dalla libera circolazione sul fronte dei lavoratori anziani, si sono pure inventati le cosiddette “rendite ponte”.
Disoccupazione presa d’assalto
In barba alle panzane raccontate dalla partitocrazia eurolecchina, gli immigrati non si finanziano nemmeno le proprie, di pensioni: figuriamoci dunque se pagano quelle degli svizzerotti. Ed infatti, spesso e volentieri i lavoratori stranieri presentano lacune contributive. Morale della favola: dopo la pensione, un cittadino straniero su tre riceve la prestazione complementare (PC) all’AVS; una quota doppia rispetto a quella degli svizzeri. Da notare che gli immigrati UE non hanno bisogno di un periodo minimo contributivo per ottenere la PC.
Va anche peggio alle casse dell’assicurazione contro la disoccupazione (AD). A livello nazionale, nel 2016 il 47% degli iscritti agli URC erano stranieri. Eppure questi rappresentano un quarto della popolazione. La sproporzione è dunque evidente. Come evidente è che gli stranieri ottengono rendite di disoccupazione ben maggiori dei contributi versati. Altro che la fanfaluca della libera circolazione che serve a “far arrivare la manodopera necessaria all’economia svizzera”. La realtà è che la libera circolazione delle persone dà diritto a 500 milioni di cittadini europei di immigrare in Svizzera a carico del nostro Stato sociale. Per contro, la manodopera di cui necessita l’economia arrivava anche prima della devastante libera circolazione delle persone. E arriva tutt’ora; anche da Stati non-UE con cui la libera circolazione non è in vigore!
Se 12 ore vi sembran poche…
E che la partitocrazia la smetta con il mantra dei cittadini europei che otterrebbero di trasferirsi in Svizzera solo se hanno un lavoro. A parte che ben un terzo degli immigrati dalla DisUnione europea non arriva da noi per lavorare; per ottenere un permesso di “lavoro”, basta dimostrare di essere occupati per 12 ore alla settimana! Sì, avete letto bene: 12 ore alla settimana! Un grado d’occupazione che, ovviamente, non permette di sostentarsi (a meno di essere dei supermanager).
Non dimentichiamo che in sospeso c’è anche un’altra tegola. I balivi di Bruxelles progettano di far pagare le rendite di disoccupazione dei frontalieri al Paese in cui questi lavoravano. Il disegno non si è finora potuto concretizzare per mancanza di consenso tra gli Stati membri. Ma prima o poi ci si arriverà. Un simile scenario equivarrebbe ad uscite annue per ulteriori centinaia di milioni dalle casse della disoccupazione elvetica. E sempre grazie alla libera circolazione!
Tutti a votare Sì!
La libera circolazione delle persone, dunque, è rovinosa anche per le nostre assicurazioni sociali.
Oltre che per il nostro mercato del lavoro. Di conseguenza, il 27 settembre, tutti a votare un Sì convinto all’iniziativa di limitazione!
#swissexit!
Lorenzo Quadri