Lo sfascio del segreto bancario anche per gli svizzeri sembrerebbe – il condizionale è d’obbligo – andare incontro ad una battuta d’arresto. Il Consiglio federale ha congelato il progetto di allentare la privacy bancaria dei contribuenti a beneficio delle amministrazioni fiscali cantonali. Questo perché la consultazione sul tema si è trasformata in una levata di scudi contro il disegno partorito dalla ministra del 4%.
Non ci vuole ovviamente la sfera di cristallo per capire che la decisione del Consiglio federale di fare retromarcia è dovuta alla partenza di Widmer Schlumpf. Che già esplica i primi effetti positivi. Poiché è evidente che la “donna del baratro” non ha agito da sola, ma – per far passare i propri deleteri progetti – trovava delle maggioranze tra i sette scienziati, ne esce un quadro inquietante di come gli altri membri dell’esecutivo si facessero menare per il naso dalla quasi ex ministra del 4%.

Levata di scudi
La levata di scudi degli ambienti consultati significa che Widmer Schlumpf voleva rottamare il segreto bancario degli svizzeri contro la volontà della società civile. La Svizzera non è d’accordo con questa nuova iniziativa mirata alla distruzione delle prerogative elvetiche. E’ infatti chiaro che nel mirino non c’è solo la privacy bancaria. C’è la privacy in generale. Quella bancaria è solo la prima fetta del salame.
La levata di scudi indica anche che l’elettorato svizzero con buna probabilità appoggerà l’iniziativa, sostenuta dalla Lega, per ancorare nella Costituzione il segreto bancario per i cittadini elvetici. La consultazione che ha affossato, almeno per il momento, il progetto di Widmer Schlumpf, è dunque allo stesso tempo una promozione per l’iniziativa “Per la sfera privata”, che dovrà essere sottoposta al voto popolare.

Regalo fiscale
E’ dunque evidente che chi prenderà il posto della ministra del 4% – e noi speriamo, nell’interesse del Ticino, che si tratti di Norman Gobbi – dovrà impegnarsi in un duro lavoro di “correzione della rotta”: quella rotta da troppi anni improntata alla svendita del nostro paese e delle sue prerogative. Questo si aspettano gli elettori.
E, per quel che riguarda più strettamente il Ticino, c’è anche un’altra scandalosa pensata di Widmer Schlumpf da buttare all’aria quanto prima, poiché gravida di conseguenze negative per questo sempre meno ridente Cantone: la marchetta fiscale ai frontalieri, ossia quella riforma che vorrebbe che anche a loro venissero riconosciute le stesse deduzioni di cui possono beneficiare i residenti. Ma stiamo dando i numeri? Asfaltare subito!
Lorenzo Quadri