La revisione delle stime immobiliari serve a fare cassetta
Neutralizzare fiscalmente l’aumento delle stime immobiliari renderebbe necessaria la modifica di decine e decine di leggi e regolamenti. Un lavoro titanico, anzi impossibile. Che, quindi, non verrà mai svolto
La partente ministra delle finanze dell’ex partitone, come noto, dopo aver portato a casa il moltiplicatore cantonale d’imposta, ossia il giocattolo per mettere le mani nelle tasche del contribuente, da tempo sta lavorando pure alla revisione delle stime immobiliari.
Come spesso accade, si utilizzano strumentalmente concetti altisonanti come “equità” per mascherare un obiettivo assai più squallido e per nulla equo: ossia mungere i proprietari di una casetta o di un appartamento.
Eppure i ticinesi dovrebbero averlo compreso da tempo che i politicanti radiko-$ocialisti abusano della “morale” – di cui si sono autoproclamati detentori unici, senza peraltro averne alcun titolo – all’unico scopo di inventarsi nuove tasse e balzelli.
Vale la pena ricordare la ministra PLR ha già chiamato alla cassa i proprietari di casetta o appartamento decurtando proditoriamente e di nascosto le deduzioni sul valore locativo. Ma come, l’ex partitone non era contrario agli aggravi fiscali?
Motivi ideali?
Che le stime immobiliari siano vecchiotte può anche essere; ma come si giustifica l’urgenza di aggiornarle? Per motivi ideali? Certo che no: l’obiettivo può essere uno solo: ossia fare cassetta a spese del contribuente proprietario di una casetta o appartamento.
Non dimentichiamo che il CdS ha annunciato che il preventivo 2015 dovrà venire migliorato di 130 milioni. E che, smentendo clamorosamente le promesse pre-votazione, il presidente del governo kompagno Bertoli non ha perso tempo ad annunciare che il moltiplicatore cantonale verrà utilizzato per aumentare le tasse. Con i consueti e reiterati catastrofismi finanziari, si vuole dunque abituare il cittadino all’idea che gli si mettano ulteriormente le mani in tasca con la fregnaccia della “mancanza di alternative”.
Ed invece le alternative ci sono eccome, basti pensare ai sussidi agli stranieri ed ai titolari di permessi B indebitamente mantenuti in assistenza. Senza dimenticare che ci sono i ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri da bloccare, ciò che permetterebbe di incamerare 60 milioni e che aumentando il coefficiente d’imposizione sui frontalieri si possono recuperare altri 20 milioni.
E’ chiaro che, finché governo e parlamento non interverranno nel senso indicato, non si deve accettare nemmeno un centesimo di aggravio fiscale.
Fare cassetta
Che le nuove stime servano in realtà per aumentare le imposte, l’avevano ormai capito anche i paracarri. Del resto la stessa Sadis ha fumosamente dichiarato che intende a procedere a sgravi fiscali per i ricchi (?) che però vorrebbe finanziare con le nuove stime: ma allora la neutralità fiscale è una bufala!
Qualcuno crede davvero che la direttrice uscente del DFE si prenderebbe la briga di “aggiornare” le stime immobiliari se non intendesse usarle per fare cassetta?
La dimostrazione
Ma c’è ancora un altro argomento che rende evidente che la neutralità fiscale delle nuove stime immobiliari è uno specchietto per le allodole, per non dire una presa per i fondelli.
Le stime immobiliari hanno ripercussioni negli ambiti più svariati. Dalle imposte ai sussidi, dal sociale ai contributi e tasse d’uso. Sono svariate decine le leggi ed i decreti che andrebbero modificati per garantire la promessa neutralità fiscale. Un lavoro talmente titanico che, è evidente, non verrà mai fatto. Perché sarebbe impossibile farlo.
La Camera ticinese dell’Economia fondiaria (CATEF) ha stilato l’impressionante elenco delle disposizioni su cui si dovrebbe intervenire. Ecco perché le dichiarazioni sulla neutralità fiscale della revisione delle stime immobiliari sono fanfaluche. L’ennesimo imbroglio a danno dei cittadini!
Lorenzo Quadri