Sempre nuovi incentivi per far sì che i profughi ucraini non tornino mai più a casa loro

I politicanti della partitocrazia faranno meglio a ricordare che, se si tira troppo la corda, si finisce col romperla

Alla faccia dello Statuto S “orientato al rimpatrio”, proseguono gli incentivi affinché il rimpatrio non ci sia, di modo che i profughi ucraini rimangano tutti qui. Da notare che con questa politica immigrazionista che tanto piace alla partitocrazia, non si fa nemmeno un favore all’Ucraina, la quale vorrebbe che un domani, quando la guerra sarà finita (chissà quando, di questo passo…), i suoi concittadini rimpatriassero per contribuire alla ricostruzione del paese.

La formazione

In ordine di tempo, l’ultima trovata anti-rimpatri è la bella idea della ministra di giustizia P$ kompagna Elisabeth Baume Schneidèèèr (quella eletta “perché simpatica”) secondo la quale il profugo ucraino che inizia una formazione qui deve anche poterla terminare qui; chiaramente a nostre spese. Poiché oggi qualsiasi cittadino ucraino che bussa alle porte della Confederella ottiene lo statuto S con i privilegi che esso comporta, ecco un ulteriore incentivo all’immigrazione: arrivare qui per svolgere (o far svolgere ai propri figli) una formazione professionale pagata dagli svizzerotti. Che sicuramente sarà migliore di quelle offerte in patria, con tutto il rispetto parlando.

Mentre gli Stati dell’Europa dell’Est procedono a dei giri di vite (anche) sui profughi ucraini, Berna fa dunque proprio il contrario. Questo quando la Svizzera già si ritrova, in proporzione al numero di abitanti, con uno dei più alti quantitativi di profughi ucraini. Quanti ne hanno accolti invece gli USA, quelli che fanno la guerra in casa degli altri?

Si sta tirando la corda

Forse qualcuno non si è reso conto che i cittadini svizzeri, ticinesi in primis, a causa della guerra stanno già tirando la cinghia, con aumenti dei prezzi e tutto il resto. Gli esponenti della casta con i piedi al caldo non possono continuare a pretendere sempre  nuovi sacrifici dagli svizzerotti; i quali stanno – giustamente e comprensibilmente – perdendo la pazienza! Attenzione a tirare troppo la corda! Invece i verdi-anguria vorrebbero versare a Kiev addirittura 5 miliardi di aiuti, naturalmente denari dei contribuenti. Avanti, continuiamo a regalare soldi pubblici all’estero, mentre ai nostri concittadini in difficoltà si risponde che “gh’è mia da danée”! Intanto, per il 2023, il governicchio federale prevede di spendere per il settore dell’asilo la bellezza di 6 miliardi di franchetti: un vero record!

Dov’è il limite?

I profughi ucraini vanno come noto a sommarsi all’immigrazione regolare dall’UE (80mila persone lo scorso anno) ed ai migranti economici: specialmente magrebini ad alto tasso di delinquenza. Il numero dei finti rifugiati è aumentato del 64,2% nel corso dell’anno di disgrazia 2022, e ci si attendono ulteriori impennate nel futuro prossimo. Già adesso cittadini svizzeri vengono sfrattati dalle proprie abitazioni per fare spazio ai migranti. Fino a dove si vuole arrivare?

A Milano, come indica la cronaca recente, la situazione è esplosiva a causa dei clandestini nordafricani. Milano è dietro l’angolo; le frontiere sono spalancate “grazie” alla partitocrazia, e il Belpaese da dicembre rifiuta di riprendere i migranti in base all’accordo di Dublino. Ma per i burocrati bernesi l’è tüt a posct! Nemmeno con l’Austria, comunque, le cose vanno benissimo, dal momento che ogni giorno dal confine est entrano illegalmente dozzine di migranti, che poi la Confederella si tiene.

Sempre più attrattivi

Fatto sta che, “grazie” alle politiche della kompagna Baume Schneidèèèr (P$), l’attrattività della Svizzera per i finti rifugiati, invece di diminuire, cresce. I migranti economici sono perfettamente informati e sanno benissimo in quale paese è più conveniente andare. In particolare i magrebini i quali – come indicato sopra – presentano i tassi di criminalità più alti di tutti. Grazie kompagni!

E’ prioritario che i migranti che non hanno diritto di rimanere nel nostro paese vengano allontanati senza tante storie. Altrettanto urgente è la sottoscrizione di accordi di riammissione con le nazioni di provenienza. Ed invece, la casta immigrazionista va nella direzione direttamente opposta. Ed addirittura – questo è davvero il colmo! – tenta di sabotare l’espulsione di migranti economici verso stati membri UE come la Slovenia e la Croazia, blaterando che non sarebbero paesi sicuri per gli asilanti. Ma stiamo busciando? Avanti con gli allontanamenti! In Gran Bretagna lo scorso anno sono arrivati 45mila migranti. Il Regno Unito ha sette volte più abitanti della Svizzera. Eppure il premier Sunak ha detto che la barca è piena e che non verranno accolte altre richieste. Invece noi, “grazie” ai politicanti triciclati, vogliamo farne arrivare sempre di più!

I migranti economici se li possono mettere in casa i $inistrati! Ovviamente provvedendo anche a mantenerli con i loro soldi. Non con quelli degli altri!

Lorenzo Quadri