Lugano: ex Macello, la maggioranza respinge una mozione che avrebbe chiarito le cose
Martedì sera in Consiglio comunale di Lugano si è tornato a dibattere sull’ex Macello, occupato illegalmente da quasi un ventennio dai cosiddetti autogestiti.
Il Legislativo cittadino ha infatti dovuto votare su una mozione, presentata nell’ormai lontano 2011 dall’Udc, che chiedeva di far sloggiare i brozzoni dall’ex Macello (quanti in arrivo da oltreramina?) e di restituire il pregiato sedime ai luganesi.
Come da copione, solo dei consiglieri comunali di Lega ed Udc hanno approvato la mozione, che di conseguenza è stata respinta a maggioranza.
La partitocrazia, a giustificazione del proprio njet, ha addotto il seguente motivo di comodo: la richiesta sarebbe “superata dagli eventi”. Ohibò.
Tüt a posct? Mica tanto
Come noto, per l’area il Municipio immagina una riqualifica che prevede un investimento di oltre 26 milioni di franchi. Nel maggio del 2019 il Consiglio comunale ha approvato il credito di 450mila Fr da destinare all’organizzazione di un concorso di architettura “volto al recupero ed alla valorizzazione del comparto”. Il progetto in questione non contempla più la presenza degli autogestiti. Tüt a posct? Mica tanto. E’ infatti noto che:
1) i $inistrati ro$$overdi sono contrari all’espulsione dei brozzoni: al punto che i vertici del P$ cittadino (il partito che si sciacqua la bocca con “il rispetto delle leggi”, ma naturalmente solo quando fa comodo ai kompagni) non si fanno problemi a partecipare alle loro manifestazioni non autorizzate e non pacifiche;
2) prima che il progetto da 26 e rotti milioni raggiunga un grado di consolidamento tale da indurre la partitocrazia politikamente korretta a tentare (?) di far sloggiare i molinari, passeranno ancora svariati anni;
3) nel triciclo PLR-PPD-PS (Verdi-anguria ovviamente inclusi) c’è chi, e verosimilmente si trova in maggioranza, pretende che tocchi alla città trovare una nuova sede per i brozzoni. E magari anche pagare l’affitto? Qui qualcuno deve essere caduto dal seggiolone da piccolo. Se i sedicenti autogestiti vogliono una sede, se la cercheranno loro – non certo la città – sul mercato immobiliare, e pagheranno una pigione. Come tutti i comuni mortali. Basta privilegi ai fascistelli ro$$i!
Non ci sono garanzie
In poche parole: sarà anche vero che il progetto di riqualifica dell’ex Macello non prevede la presenza dell’autogestione. Non la prevede adesso. Ma non ci sono garanzie che un domani sarà ancora così. In particolare, non ci sono garanzie che in futuro qualcuno non cambierà le carte in tavola, facendo rientrare dalla finestra ciò che oggi sembra uscito dalla porta. Questo in particolare nel caso in cui il prossimo aprile, alle elezioni comunali, l’area ro$$overde pro-autogestiti dovesse uscire rafforzata dalle urne.
Il degrado peggiora
Quindi accettare la mozione avrebbe significato ribadire, con una (ulteriore e specifica) risoluzione del consiglio comunale, la decisione che i molinari devono sloggiare.
La questione si fa sempre più urgente perché negli ultimi tempi – forse a seguito delle manifestazioni dei razzisti e talebani del cosiddetto “Black lives matter” – il livello di illegalità si è alzato. Vedi schiamazzi notturni con minacce ai vicini che protestano, vedi imbrattamenti di edifici pubblici con ulteriori minacce. Inoltre, a quanto risulta, in prima fila nel provocare gli episodi incresciosi ed incivili che hanno portato alla chiusura notturna della Foce ci sarebbero proprio dei gruppi in arrivo dall’ex Macello.
E’ quindi evidente che la situazione diventa sempre più intollerabile e che lo Stato di diritto non può continuare a lungo a rimanere ostaggio dei brozzoni. I quali, nel caso qualcuno non l’avesse ancora capito, a sloggiare non ci pensano proprio (né si sognano di dialogare con le autorità).
Se qualche politicante si immagina che il problema dell’ex Macello potrà essere risolto in modo consensuale, farà meglio a tornare nel mondo reale.
Lorenzo Quadri