Secondo l’istituto di regime, il 61% dei votanti è contro l’iniziativa di limitazione
Il risultato dell’ennesimo sondaggio FARLOCCO non è certo in grado di tranquillizzare i camerieri dell’UE
La data della votazione sull’iniziativa “di limitazione” (contro la devastante libera circolazione delle persone) si avvicina a grandi passi. E in contemporanea arrivano (e come poteva essere diversamente?) i sondaggi farlocchi. Venerdì la stampa di regime, con la massima goduria, ha annunciato l’esito dell’indagine che l’istituto gfs.bern ha realizzato per la SSR.
Il committente
Le posizioni sfacciatamente eurolecchine della TV di Stato sono note. La SSR usa il canone più caro d’Europa per fare propaganda politica alle frontiere spalancate, all’asservimento della Svizzera alla fallita UE, al multikulti, all’immigrazione scriteriata; e naturalmente contro gli odiati sovranisti. Questo è il committente del sondaggio. E, ormai l’ha capito anche il Gigi di Viganello, il sondaggio è come lo scarafone di Pino Daniele: è “bello a mamma (committente) soja”.
L’istituto di regime
Quanto all’istituto gfs.bern, è specializzato in indagini taroccate a sostegno della casta cameriera di Bruxelles. Basti pensare che, prima della pandemia da stramaledetto virus cinese, è addirittura riuscito a realizzarne una da cui emergeva che il 60% degli svizzeri sarebbe stato favorevole allo sconcio accordo quadro istituzionale. Quello che trasformerebbe la Svizzera in una colonia di Bruxelles. Con i balivi dell’UE che ci dettano le leggi, nel senso letterale del termine (la famosa ripresa “dinamica”, cioè automatica, del diritto comunitario). E con i giudici stranieri della Corte europea di giustizia che le applicano in casa nostra. E’ davvero verosimile che la maggioranza degli svizzeri desideri un simile scempio; come no!
Già che siamo in tema: ricordiamoci che, se il 27 settembre i cittadini non accetteranno l’iniziativa di limitazione, i camerieri dell’UE in Consiglio federale si precipiteranno tutti scodinzolanti a sottoscrivere anche lo sconcio accordo quadro. Del resto il PLR l’ha definito “l’accordo della ragione, da firmare subito”!
Il trend ticinese
In ogni caso, nemmeno il sondaggio taroccato pro-casta euroturbo permette alla partitocrazia di dormire sonni tranquilli. Infatti indica una maggioranza del 61% di contrari all’iniziativa di limitazione. Ma il 61% non è certo l’80%!
In più, in Ticino, a seguito della pandemia da stramaledetto virus cinese, il consenso attorno alla disdetta della libera circolazione è ulteriormente cresciuto. Lo stesso trend (uella) potrebbe emergere nelle prossime settimane anche a livello nazionale. Non a caso, sull’iniziativa di limitazione si sarebbe dovuto votare lo scorso maggio. Il governicchio federale ha cancellato le votazioni “per motivi psicologici” proprio perché temeva che l’iniziativa passasse “causa coronavirus”: a portarci la pandemia è stata la libera circolazione. Ed infatti sono mesi che il kompagno Berset e soci si ostinano a pappagallare, incuranti del ridicolo, la fregnaccia del “virus che non si ferma ai confini”.
Almeno tre motivi
Per l’aumento in Ticino dei consensi per l’iniziativa di limitazione a seguito della pandemia da covid si possono trovare almeno tre spiegazioni:
- Come detto, in primavera ci siamo impestati per colpa delle frontiere spalancate e della libera circolazione.
- Il lockdown ha evidenziato come, in momenti di crisi, non si può essere dipendenti da personale residente all’estero in settori strategici come quello della sanità. Di conseguenza, bisogna formare ed assumere residenti; non stranieri.
- La crisi economica alle porte impone la preferenza indigena e la FINE della devastante libera circolazione delle persone. Non possiamo più essere il paese del Bengodi per immigrati. I posti di lavoro in Svizzera devono andare prioritariamente ai cittadini elvetici. Lo Stato sociale finanziato con i nostri soldi serve per le nostre necessità. L’assalto alla diligenza del mercato del lavoro e delle assicurazioni sociali svizzere ad opera di cittadini UE deve finire!
Argomenti a bizzeffe
Di argomenti a sostegno dell’iniziativa di limitazione, e quindi della DISDETTA della libera circolazione delle persone, ce ne sono a bizzeffe. E c’è da sperare che non solo in Ticino, ma anche nel resto della Svizzera, i cittadini se ne renderanno conto!
E’ comunque facile prevedere che alle nostre latitudini il 27 settembre la casta verrà asfaltata. E allora si faranno i conti; con la partitocrazia eurolecchina e con i suoi soldatini.
Lorenzo Quadri