Ancora una volta il Gran Consiglio respinge il patentino per i fungiatt italici

La stagione dei funghi si avvicina. E con essa l’assalto ai boschi ticinesi ad opera di fungiatt in arrivo dal Belpaese. I quali non di rado si abbandonano a delle vere e proprie razzie sul nostro territorio. Già di buon mattino, numerose automobili con targhe azzurre si trovano parcheggiate “alla cavolo” sul limitare dei boschi. Chi si imbatte in tale spettacolo sa bene che non promette nulla di buono.

Decenni di tentativi

E’ da decenni che l’andazzo, anzi il malandazzo, si protrae, senza che si riesca a vederne la fine. A scopo dissuasivo, nel parlamento cantonale la “destra” ha più volte cercato di introdurre dei patentini per i cercatori di funghi: licenze che siano gratuite per i ticinesi ma a pagamento per chi viene dall’estero. Tentativi ne sono stati fatti in varie legislature. Ma sempre in Gran Consiglio il triciclo PLR-PPD-P$ (Verdi-anguria ovviamente inclusi) ha detto no. E l’ultimo njet, lo sappiamo, risale ai giorni scorsi. Una delle iniziative parlamentari per arginare i fungiatt italici venne presentata dal compianto deputato leghista Silvano Bergonzoli. Anche Zali introdusse il patentino per funghi nella legge, ma il Gran Consiglio non ne volle sapere.

L’ultima iniziativa respinta nei giorni scorsi dalla partitocrazia, ma appoggiata dalla Lega, è stata presentata dall’Udc Piero Marchesi.

“Perdere tempo”?

Si è dunque assistito all’ennesima calata di braghe dei politicanti davanti all’Italia. Come al solito, il triciclo PLR-PPD-P$$ (verdi-anguria ovviamente inclusi) è terrorizzato all’idea di contrariare i vicini a sud, che nei nostri confronti sono inadempienti su tutto e se la ridono a bocca larga.

Addirittura, con la consueta spocchia, un soldatino P$ contrario al patentino si è permesso di dichiarare in Parlamento: “sono dispiaciuto che il tempo dei cittadini venga usato in questo modo”. Giò do dida! I $inistrati si sciacquano la bocca con la difesa dell’ambiente, naturalmente a scopo elettorale. Però respingono isterici i tentativi di tutelare i nostri boschi dagli assalti dei fungiatt italici. Perché “frontiere spalancate über Alles” e tutti devono potersi fare in casa nostra i propri porci(ni) comodi. Occuparsi di questo tema sarebbe “sprecare il tempo dei cittadini”. Detto da un kompagno, fa proprio ridere. Stiamo parlando di un esponente del partito che conduce le crociate contro le “tutine da ginnastica sessualizzanti”, tanto per dirne una. Ma naturalmente discutere le proposte degli altri, ed in particolare dell’odiata “destra”, vuol dire perdere tempo.

Doppiamente assurdo

Il njet della partitocrazia al “pedaggio” per i fungiatt italiani è doppiamente assurdo se si pensa che la stessa Italia ha da tempo introdotto norme analoghe sul proprio territorio. Di conseguenza, ben difficilmente le sarebbe venuto in mente di contestare una legge ticinese ispirata alle sue.

Ma anche sui funghi si procede con la politica della calata di braghe. Come sui ristorni dei frontalieri, come sulla chiusura notturna dei valichi secondari…

Se la partitocrazia non ha nemmeno il coraggio di difendere i funghi, figuriamoci come difende il nostro mercato del lavoro!

Lorenzo Quadri