Energia: le politiche ro$$overdi, a cui il centro si è accodato, hanno fatto il disastro

Gli svizzerotti verranno privati di luce, riscaldamento, mobilità ed anche della libertà: grazie, kompagni!

Che la Strategia (?) energetica 2050 sia un FLOP è ormai chiaro anche al Gigi di Viganello. Non per nulla si tratta di una strategia di $inistra, grondante populismo ro$$overde, a cui il sedicente “centro”  PLR-PPD si è come al solito accodato. Strategia che è stata fatta approvare in votazione popolare raccontando un sacco di fregnacce. A partire da quella secondo cui il fabbisogno energetico sarebbe diminuito. E’ invece accaduto l’esatto contrario. O meglio: in Svizzera il consumo pro-capite è effettivamente diminuito, quello globale è invece aumentato. Ciò a seguito in prima linea dell’immigrazione incontrollata voluta dalla partitocrazia ($inistrati in primis). Negli ultimi 20 anni gli abitanti della Svizzera sono cresciuti del 21%: un’evoluzione che non ha eguali (in Germania l’aumento è stato dell’1.3%, in Austria dell’8,8%). L’impennata del fabbisogno energetico è la logica conseguenza.

A far esplodere ulteriormente i consumi ha poi provveduto la politichetta della $inistra eco-isterica, mirata all’elettrificazione forzata della mobilità, alla sostituzione in blocco dei riscaldamenti a nafta con termopompe (che necessitano di elettricità), eccetera.

Spettacolo penoso

La partitocrazia, ro$$overdi in testa, ha decretato l’abbandono – per motivi ideologici – del nucleare. Esso produce un terzo della corrente svizzera. E la produce indipendentemente dalla stagione, dalle condizioni meteorologiche, e senza emettere la vituperata CO2. Nel 2019 la centrale nucleare di Mühleberg è stata spenta. Se ciò non fosse accaduto, adesso non sentiremmo starnazzare alla “penuria”. E non assisteremmo al penoso spettacolo del presidente della Commissione federale dell’energia elettrica (ElCom) WernerLuginbühl (Werner chi?) il quale, tranquillo come un tre lire, se ne esce con la “cagata pazzesca” (cit. Fantozzi) delle scorte di candele e di legna da ardere per l’inverno (entrambe, tra l’altro, producono massicce quantità di CO2 e di polveri fini). Ma stiamo “busciando”?

Simonetta la petroliera

Dalla Germania (governo ro$$overde) è giunta la comunicazione che, volendo, le centrali atomiche tedesche dismesse potrebbero venire riavviate nel giro di pochi mesi; addirittura di poche settimane.

E da noi invece?

Abbandonato per ovvi motivi il progetto delle centrali di riserva a gas, la kompagna Simonetta “Penuria” Sommaruga (P$) se ne esce ora con la centrale a petrolio (!). Essa fornirebbe – udite udite – l’80% della potenza di Mühleberg. Ohibò, e allora perché non riaccendere direttamente Mühleberg?

Notevole la scelta del vettore: il petrolio. Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere. I privati cittadini vengono criminalizzati e rapinati dallo Stato perché usano derivati del petrolio. Automobili a benzina e riscaldamenti a nafta sono demonizzati sull’onda dell’isteria climatica. I tassaioli ro$$overdi vanno in sollucchero per l’esplosione del costo della benzina e sognano addirittura di portarlo a 5 franchi al litro. Però adesso arriva la Confederella (Dipartimento Simonetta) con le centrali elettriche a petrolio.

Quindi il cittadino compra l’auto elettrica per non inquinare, poi però per caricare il veicolo utilizza la corrente prodotta col petrolio. Ma sa po’?

Sognando la dittatura

A provocare la crisi energetica in Svizzera sono in prima linea le politiche ideologiche $inistrate, oltre alla guerra in Ucraina. Nelle “penurie” e nelle “crisi”, gonfiate ad arte dalla stampa di regime, i kompagni ci sguazzano. Le usano come pretesto per imporre i propri Diktat, a suon di balzelli e divieti. Visto che c’è “penuria”, raccontano i ro$$overdi, allora occorre ridurre i consumi, e quindi deve essere proibito tenere in casa più di 20 gradi d’inverno, il prezzo dell’energia deve aumentare, non bisogna più andare in macchina, guai a fare il bagno (del resto, si sa, il sapone è di destra), e avanti con le boiate. Il razionamento in stile sovietico, la decrescita infelice e liberticida imposta con i pretesti dell’emergenza e della forza maggiore: la dittatura sanitaria instaurata a seguito dello stramaledetto virus cinese ha fatto scuola. Qualcuno ci ha preso gusto. Peccato che l’allarme blackout sia in gran parte fabbricato in casa.

E che la si pianti di remenarla con l’energia solare ed eolica: niente in contrario a queste fonti, ma esse coprono il 5% del fabbisogno, ed inoltre sono fortemente dipendenti da fattori meteorologici (senza sole, e quindi di notte o quando fa brutto tempo, il solare non produce; lo stesso vale per l’eolico se non c’è vento). Pannelli e pale eoliche non potranno mai sostituire il nucleare che fornisce oltre un terzo della produzione svizzera indipendentemente dalla meteo, dall’orario e dalla stagione.

Climatismo? Da rottamare

Se, come ci viene ripetuto ad oltranza, siamo in una situazione di crisi, allora dobbiamo comportarci di conseguenza.

Quindi: le paturnie climatiste vanno mandate in soffitta. Non ce le possiamo più permettere. E’ roba da tempi di vacche grasse. Evitare disastrosi blackout è molto più importante del rispetto degli accordi di Parigi (tanto non vi si atterrà nessuno) o dell’azzeramento delle emissioni di CO2: quelle della Svizzera, come noto, rappresentano meno dell’uno per mille del totale globale; per cui, di cosa stiamo parlando?

E’ poi ovvio che non solo non si spengono le centrali nucleari in servizio, ma si riaccende quella di Mühleberg e se ne progettano e realizzano di nuove in tempi brevi. Ovviamente secondo le più moderne tecnologie.

Inoltre, se si vogliono giustamente potenziare le energie rinnovabili (idroelettrico, eolico, solare) allora bisogna rottamare il diritto di ricorso delle associazioni. Perché qui siamo al cortocircuito. I politichettiro$$overdi si riempiono la bocca con le fonti rinnovabili. E poi a bloccare i progetti in quest’ambito sono proprio le associazioni ambientaliste contigue a P$ e Verdi-anguria.

Progetti da ripescare

Bisogna poi andare a ripescare quei progetti di pompaggio-turbinaggio che erano stati congelati negli anni scorsi perché ritenuti – ai tempi – poco interessanti. Frattanto, però, il mondo è cambiato. Ad esempio l’idea di usare l’energia in esubero, quando ce n’è, per pompare acqua dal Lago Maggiore nella diga della Verzasca, così da poterla poi turbinare nei momenti di magra. Oppure il potenziamento dell’impianto della Val d’Ambra, con la costruzione di una nuova diga (Val d’Ambra 2).

Altro che illuminare con le candele, altro che fare meno docce! Che simili bestialità escano da fonti istituzionali e non per il primo aprile – la dice lunga sul FLOP delle politiche energetiche $inistrate nonché della sgovernante responsabile del dossier: ovvero la kompagna Simonetta “Penuria” Sommaruga (P$).

Lorenzo Quadri