Svizzera sempre più presa d’assalto: sicurezza interna a rischio e spesa alle stelle

Il numero dei finti rifugiati presenti in Svizzera continua a salire fuori da ogni controllo. Questo accade perché l’asilo viene sfruttato come scappatoia per immigrare illegalmente.

Come noto nel 2022 le domande d’asilo sono state quasi 25mila, con un aumento del 64,2% rispetto all’anno precedente. Ad esse bisogna aggiungere gli oltre 70mila profughi ucraini. Ciò significa che nel giro di un anno sono arrivate qui 100mila persone sotto il “cappello” dell’asilo. Le quali vanno ad aggiungersi a quelle immigrate tramite la libera circolazione delle persone.

La Confederella mette in conto, per l’anno di disgrazia 2023, una spesa per l’asilo di 4 miliardi di franchi (!), di cui 2 generati dagli statuti S. A questa esorbitante cifra vanno ancora aggiunti i costi a carico di Cantoni e Comuni.

Il governicchio federale prevede che nel corso di quest’anno possano arrivare fino a 40mila finti rifugiati: verrebbe in questo modo raggiunto il picco del 2015, anno del caos asilo. Nel frattempo ogni settimana in dogana vengono bloccati 1000 tentativi di ingresso clandestino.

Troppo attrattivi

La Svizzera si ritrova con una media di 1.5 asilanti ogni mille abitanti; quella europea è di uno ogni mille. Ciò significa che siamo troppo attrattivi come paese di destinazione. Del resto, chi varca i nostri confini nazionali ottiene fin dal primo giorno vitto, alloggio, assistenza medica gratuita (ossia pagata da noi) ed avvocato d’ufficio. Ed infatti i tribunali sono infesciati dai ricorsi degli asilanti respinti, che ne presentano ad oltranza: tanto la parcella legale la paga il solito sfigato contribuente!

Tanto per non farsi mancare niente: le decisioni di prima istanza sulla concessione dell’asilo sono, in Svizzera, assai più largheggianti che in altri paesi. Ad esempio: il 99% dei richiedenti  afgani nella Confederella ottiene subito una decisione positiva, mentre in Germania la quota è del 62%. Per i turchi la percentuale è del 98% in Svizzera, contro il 14% (!) in Francia.

Respinti, ma restano

Ciononostante la grande maggioranza delle domande d’asilo (oltre i due terzi) viene respinta. Perché, appunto, i richiedenti sono dei migranti economici. Tuttavia, ciò non significa affatto che le persone con richiesta respinta se ne vadano davvero. Tante, troppe, di loro vengono “ammesse provvisoriamente” ed ottengono il permesso F. Motivo: un allontanamento viene ritenuto “non ragionevolmente esigibile”. Inutile dire che il concetto di irragionevolezza è stato progressivamente dilatato in senso buonista-coglionista. E quindi… restano tutti qui! E, dopo 5 anni, possono presentare richiesta di permesso di dimora (permesso B). Così l’ammissione provvisoria diventa definitiva.

Oltre alle persone ammesse provvisoriamente, che ad oggi sono circa 50mila, ci sono pure i “sans papier”. Costoro vivono in Svizzera nell’illegalità totale, senza alcun tipo di permesso. Il loro numero è impressionante: si aggira attorno ai 100mila. Però, malgrado la clandestinità, possono comunque beneficiare di prestazioni sociali. Ma sa po’?

Fantasia illimitata

Traduzione: il sistema è fallito su tutta la linea. Chi arriva in Svizzera illegalmente, abusando del diritto d’asilo, finisce per rimanerci in via definitiva. A carico del contribuente, ça va sans dire. L’82% degli “ammessi provvisoriamente” dipende dallo Stato sociale. E le spese che genera un asilante possono essere milionarie. La rendita di assistenza è il “meno della cavagna”: ad essa si aggiunge il costo di una pletora di servizi sociali, psicologici, corsi di lingue, accompagnamenti familiari, misure integrative, e chi più ne ha più ne metta: in quest’ambito la fantasia non conosce limiti. Ci sono perfino funzionari che aiutano i migranti a fare la spesa: perché l’industria ro$$a dell’asilo (e troppi politicanti $inistrati ne fanno parte)  “deve” tettarci dentro alla grande.

Non integrabili

Gli accordi di Schengen/Dublino non funzionano. Le frontiere esterne dell’UE, come ben dimostra il caso della vicina Penisola, sono dei colabrodo. Bisogna pertanto tornare a difendere i confini nazionali, cosa che il governicchio federale non si sogna però di fare. Anzi, pretende di spendere 133 milioni di franchi del contribuente per creare nuovi centri d’accoglienza per migranti sottoforma di container. Il parlatoio federale ha dimezzato il credito. Ma è evidente che si tratta sempre di 66.5 milioni di troppo.

A seguito del caos asilo, la Svizzera si riempie di migranti economici in arrivo da “altre culture” e con elevata propensione a delinquere; il che vale in particolare per i giovanotti magrebini islamisti.  Vedi i finti rifugiati, finti minorenni ma veri delinquenti alloggiati al centro di Chiasso che di recente a Como hanno commesso una rapina e ne hanno tentata un’altra, tutto nel giro di un paio d’ore. Qualche giorno fa ad Annency, nell’Alta Savoia, 6 persone – tra cui 4 bambini – sono state accoltellate da un asilante siriano.

Questi migranti non integrabili sono sessisti, misogini, omofobi, antisemiti, eccetera. Non rispettano il nostro stato di diritto. I $inistrati cianciano di “difesa dei valori occidentali”; li prendono come scusa per inviare armi all’Ucraina in spregio della nostra neutralità. Ma intanto  i “valori occidentali” non li difendono nemmeno in patria!

Gli stessi $inistrati si ergono a paladini delle donne e delle persone “non binarie” e poi fanno entrare – e restare – in Svizzera decine di migliaia di clandestini che mettono in pericolo in prima linea proprio le donne e le persone “non binarie”.

Sistema da rifare

E’ evidente che il sistema d’asilo va completamente rivisto. Asilo significa protezione, non  immigrazione; ancora meno di immigrazione clandestina. Di conseguenza:

  • I centri asilanti vanno costruiti fuori dalla Svizzera, come la Lega chiede da anni. In questo modo si combattono anche i passatori. Ma il governicchio federale non ne vuole sapere (per motivi ideologici, e perché la citata industria ro$$a dell’asilo va foraggiata).
  • Gli asilanti respinti devono essere allontanati senza se né ma. Altro che “ammissioni provvisorie” che poi diventano definitive!
  • Qualsiasi azione volta a legittimare la presenza dei “sans papier” nel nostro Paese (ad esempio tramite riconoscimento di prestazioni sociali) va impedita, rispettivamente interrotta.
  • Gli aiuti allo sviluppo si versano solo agli Stati che accettano di riprendersi i loro connazionali espulsi dalla Svizzera.
  • Di firmare il demenziale Patto ONU sulla migrazione, che vorrebbe introdurre la libera circolazione delle persone a livello mondiale, non se ne parla nemmeno.
  • Vanno lanciate campagne per dissuadere i finti rifugiati con lo smartphone dall’arrivare in Svizzera.

O in tempi brevi si compiono almeno questi primi passi, o qui va davvero a finire a schifìo.

Lorenzo Quadri