Crisi energetica: il P$ allo sbando vuole accelerare lo spegnimento delle centrali atomiche
La Svizzera, non il Burundi (con tutto il rispetto parlando), “grazie” alle fallimentari politiche energetiche di $inistra a cui il cosiddetto “centro” si è accodato servile, rischia i black out invernali. L’iniziatrice di questo sfacelo, è il caso di ricordarlo, fu la Doris uregiatta. La kompagna Simonetta “Penuria” Sommaruga, P$ – quella della doccia in due per risparmiare sul riscaldamento– ha aggravato ed accelerato il disastro.
Per quel che riguarda la corrente elettrica: se la centrale di Mühleberg non fosse stata spenta a fine 2019, il problema dell’approvvigionamento invernale non l’avremmo. Ai tempi dello spegnimento, la stampa di regime esultava scriteriata: “Il 5% di produzione che verrà a mancare verrà compensata con importazioni dall’estero”. Incredibile: i giornalai festeggiavano l’aumento della dipendenza dall’estero!
Da notare che la corrente a cui si è stoltamente scelto di rinunciare equivale quasi al totale della produzione nazionale di energia solare.
Cose da matti
Di recente, dalla Germania è arrivata la comunicazione che le centrali che sono state spente potrebbero venire riaccese nel giro di pochi mesi, se non addirittura di poche settimane. Perché allora non facciamo la stessa cosa? Già solo la notizia di una simile iniziativa potrebbe avere conseguenze positive sui prezzi dell’energia, pompati anche dalla speculazione.
Ma la kompagna Simonetta nemmeno davanti ad una crisi dalle conseguenze devastanti riesce a guardare al di là della propria ideologia climatista. E mica solo lei: proprio nei giorni scorsi, il $uo partito $ocialista è perfino riuscito a pubblicare un tweet (uella) in cui chiede un piano per la rapida uscita dal nucleare. Cose da matti: rischiamo concretamente di rimanere al buio ed al freddo, ed il P$ pretende di accelerare lo spegnimento delle centrali nucleari rimaste! Così ci verrebbe a mancare oltre un terzo dell’attuale produzione di energia indigena! Ma si può essere più tamberla di così? Ricordarsene alle prossime elezioni!
In Germania…
Già che si parlava di Germania: questa nazione, in contemporanea con lo spegnimento del nucleare, ha investito moltissimo nel solare, come pure nell’eolico. Risultato: oggi la totalità delle centrali eoliche (oltre 30 mila) e degli impianti fotovoltaici (2 milioni) produce meno corrente delle tre centrali atomiche rimaste. E alle nostre latitudini qualcuno ancora immagina di poter compensare il nucleare con i pannelli solari (oltretutto prodotti in Cina: avanti con la dipendenza dall’estero!)?
Qui qualcuno dev’essere davvero caduto dal seggiolone da piccolo.
La campagna farlocca
Di recente ha fatto scalpore sui social una campagna farlocca attribuita al DATEC, in cui i cittadini vengono invitati a denunciare i vicini che scaldano casa ad una temperatura superiore ai 19 gradi. Il manifesto pubblicato è in realtà un falso (e ci mancherebbe…); ma la caccia alle streghe, se dal punto di vista energetico la situazione il prossimo inverno dovesse farsi davvero “spessa”, diventerà realtà. Ed infatti la Confederella nelle scorse settimane ha annunciato che in caso di “penuria” di gas scatteranno i Diktat legali: massimo 19 gradi in casa, acqua calda non sopra i 60 gradi. E per chi non si atterrà alle nuove regole, scatteranno le sanzioni previste per le violazioni della legge sull’approvvigionamento energetico. Sanzioni che vanno dalla multa fino alla galera! Quindi sì: ci saranno controlli e delazioni! Avanti con lo Stato di Polizia!
Per restare in campo di gas: ricordiamo che il Ticino è allacciato alla rete italica, non a quella della Svizzera interna. E le nostre riserve si trovano nel Belpaese. Il quale potrebbe semplicemente chiuderci i rubinetti in caso di penuria in loco! Ne ha addirittura la facoltà legale. Ma ovviamente potrebbe anche farci fessi simulando dei guasti, vedi Putin con il gasdotto Nord Stream 2.
Miliardi al “casinò”
Intanto, nel grottesco tentativo di tamponare il disastro energetico, la Confederella (kompagna Simonetta) ha deciso di fare da banca, con ben 4 miliardi di franchetti e scusate se sono pochi, ad Axpo, trader di energia che qualcuno ha definito “il casinò dei baroni della corrente”. Dimenticandosi, tanto per dirne una, che Axpo Italia una decina d’anni orsono nel Belpaese fuoggetto di una procedura penale per frode fiscale, con tanto di sequestro di 80 milioni di euro. Nel frattempo l’azienda ha pagato al fisco italiano cinquanta milioncini (senza ammettere la frode; ma allora, perché ha pagato?).
Sveglia, cosa deve ancora succedere perché la kompagna Simo-inetta venga finalmente mandata a casa? Eccoli qua, i grandi statisti $ocialisti!
Lorenzo Quadri