Mancata strage alla Commercio di Bellinzona: adesso attendiamo le strumentalizzazioni
Poco ma sicuro che la vicenda – e soprattutto la sua comprensibile ondata emotiva – verrà sfruttata senza ritegno a fini politici da chi vuole il disarmo dei cittadini onesti per calare le braghe davanti ai Diktat di Bruxelles
Strage sventata alla Commercio di Bellinzona: una notizia che evidentemente sconvolge. A maggior ragione alle nostre latitudini. Si pensa che cose del genere possano succedere solo negli USA. Naturalmente è ancora da accertare se il 19enne arrestato sarebbe davvero “passato all’atto”. Ma, come dicevano i nostri vecchi, meglio diventare rossi prima che bianchi dopo. Vista la posta in gioco, l’intervento “preventivo” appare senz’altro giustificato. Specie se, come si è appreso dai giornali di ieri, il ragazzo aveva addirittura preparato una lista dei bersagli. Qualcosa che non torna comunque c’è: come faceva lo studente a possedere varie armi da fuoco? Nessuno le ha mai notate? Le ha acquistate lui? Se sì, da chi e con che soldi? Domande che dovranno trovare una risposta nel corso delle indagini.
La vicenda si presta ad alcune considerazioni.
- Sembra che a far scattare i primi sospetti siano state delle uscite del presunto aspirante stragista sui social network. Quindi ogni tanto anche i social network – che spesso si trasformano in vere e proprie cloache virtuali dove “haters” di vario ordine e grado sfogano le proprie frustrazioni: Umberto Eco lamentava che i social hanno dato voce a “legioni di imbecilli” – possono servire. Naturalmente c’è da chiedersi per quale motivo uno che vuole commettere una strage lo annuncerebbe “urbis et orbis” via social (che è il modo più sicuro per venire arrestato prima). Ma qui si entra nei meandri della psicologia, o della psichiatria.
- A decretare l’arresto del 19enne al suo domicilio è stato il “Gruppo cantonale gestione persone minacciose e pericolose della polizia cantonale”. Un gruppo che – spiegano gli inquirenti – è stato “costituito lo scorso anno per gestire casi di questa rilevanza e sventare atti di violenza di massa”. C’è da dubitare che, nel creare il gruppo, si pensasse a sparatorie nelle scuole. Assai più verosimile è che il gruppo sia stato creato per neutralizzare i terroristi islamici. Un pericolo che, alle nostre latitudini, è più concreto delle stragi scolastiche. Per questo pericolo ringraziamo il caos asilo, le frontiere spalancate, la scellerata politica del “devono entrare tutti”, l’attrattività dello stato sociale svizzero per i migranti economici compresi quelli peggio intenzionati, la nullità dei politicanti multikulti che pensano di combattere i jihadisti con il buonismo-coglionismo.
- Ben presto, una volta esaurito il filone di discussione più immediata (perché il ragazzo voleva commettere una strage, perché l’ha annunciato via social, intendeva emulare qualcuno, c’è rischio che qualcun altro lo emuli, eccetera) entrerà in azione lo sciacallaggio politico rosso. Che senza vergogna sfrutterà la mancata strage per promuovere le proprie politichette contro le armi detenute legalmente dai cittadini onesti, tutti spacciati per potenziali assassini. Verrà evocato a piene mani lo spauracchio di giovani ticinesi falciati da sparatorie scolastiche. Le prime avvisaglie si sono già viste. E’ alle porte il dibattito sull’accettazione, decisa dai camerieri di Bruxelles in Consiglio federale, del Diktat UE che vorrebbe disarmare i cittadini svizzeri. Poco ma sicuro che la “sventata strage” alla Commercio di Bellinzona ne diventerà involontaria protagonista. Gli euroturbo non risparmieranno nessuna bassezza pur di colpire le nostre tradizioni, la nostra autonomia, la nostra volontà popolare, ed asservirci sempre più ai balivi di Bruxelles. Aspettare e vedere per credere.
Lorenzo Quadri