Il Gigante giallo smantella gli sportelli, ma intanto straparla di prossimitĂ ?

Sembra proprio che i grandi manager (?) della Posta abbiano perso la bussola. Completamente. Costoro infatti, invece di preoccuparsi di svolgere il proprio lavoro, che dovrebbe essere quello di consegnare lettere, pacchi e giornali, e di permettere ai cittadini di effettuare i pagamenti, preferiscono titillarsi con le operazioni di marketing più strampalate. Dicono che tali balordaggini servono a migliorare la prossimità  all’utenza. Come no. L’ultima trovata è la seguente. In Svizzera interna una ventina di uffici postali cambieranno l’insegna. Al posto della scritta gialla La Posta, si metterà, udite udite, il nome del gerente della filiale. Ma bisogna essersi proprio bevuti il cervello. E purtroppo, non si tratta di un pesce d’aprile.

A parte che la raffinata (?) iniziativa (potremmo più grezzamente parlare di pippe mentali) non la capirà nessuno: non si vede come si possa aumentare la prossimità al cittadino piazzando insegne  grazie alle quali quest’ultimo non capirà nemmeno più di trovarsi davanti ad un ufficio postale. Invece di rendersi identificabili, ci si rende irriconoscibili! E poi, se per caso il gerente dell’agenzia si chiama Adolf, lo si scrive sull’insegna?

Presa per i fondelli

Ma soprattutto,  qui la puzza di presa per i fondelli si sente lontano un miglio. Per mantenere la prossimità, la Posta deve appunto continuare a fornire un servizio di prossimità. Quindi deve conservare la rete di uffici postali presente sul territorio, che è tra l’altro il suo punto di forza. Ma l’ex gigante giallo questa rete la sta, invece, smantellando. In grande stile. Come noto, da qui al 2020 è prevista la chiusura  di 600 uffici postali in tutta la Svizzera. Con le ovvie conseguenze occupazionali. Ma così si butta la  tanto decantata (e politikamente korretta) prossimità nella “chaise percée”. Non c’è bisogno di aver studiato marketing per rendersene conto. Lo capisce anche il Gigi di Viganello.

ProssimitĂ  farlocca

E adesso i grandi manager postali, mentre stanno demolendo la prossimità vera, credono di metterne in mostra una fittizia, farlocca, tramite ridicole operazioni di marketing? Che, tra l’altro, di certo non sono gratis: gli esperti di comunicazione (?) che partoriscono immani boiate quali le insegne degli uffici postali col nome del gerente, le loro prestazioni le fatturano eccome.

Inoltre, il marketing lo fa un’azienda alla ricerca di clientela. La Posta la clientela non la sta ricercando; fa di tutto per allontanarla.  E mica solo i cittadini, che si vedono smantellare sportelli e aumentare le tariffe delle caselle se non ricevono un tot di invii settimanali. Anche i principali fruitori di servizi postali, che sono poi i giornali, vengono trattati a pesci in faccia, con condizioni sempre più assurde. Eh già, cari lettori: è colpa della Posta  se il Mattino da quest’anno ha abolito l’abbonamento del lunedì. Perché lorsignori gialli ponevano condizioni assurde (avvolgere il giornale nel cellophane?), tariffe fuori di zucca, e tempi di consegna indegni (il domenicale sarebbe giunto nelle bucalettere non prima di martedì).

Nulla da dire?

E adesso la Posta si immagina da un lato di rottamare arrogantemente gli uffici postali senza che nessuno possa fare un cip (perché delle opposizioni di Cantoni, Comuni e cittadini i manager dell’ex regia federale se impipano alla grande: fanno quello che vogliono); dall’altro, vaneggia di riconquistare la simpatia dell’utenza, così malamente sprecata, con operazioni di marketing che fanno ridere i polli.

Ma la politica federale – l’unica che a questo punto potrebbe smuovere qualcosa – non ha niente da dire? Per la Consigliera federale di riferimento, ossia la Doris uregiatta, va tutto bene?

Lorenzo Quadri