Già dimenticato l’insegnamento della prima ondata! Altro che blaterare di lockdown…
In marzo, in occasione della prima ondata dello stramaledetto virus cinese, il Ticino si è impestato per colpa delle frontiere spalancate con la Lombardia, ai tempi principale focolaio dell’Occidente. Però il kompagno Berset, P$$ – quello che non solo fa il palo alle rapine dei cassamalatari ma addirittura le amplifica (vedi l’aumento dei premi annunciato in Ticino per il 2021) – blaterava che “il virus non si ferma ai confini”. Come se il covid si spostasse liberamente nell’aria per proprio conto, e non fosse invece diffuso da una persona contagiata! Ed intanto il PLR KrankenCassis si vantava di aver chiesto lui al suo collega e connazionale Giggino Di Maio di lasciar passare in Ticino i frontalieri in arrivo dalle zone rosse lombarde.
Romandia impestata dalla Francia
E’ evidente che in primavera la chiusura tardiva delle frontiere a sud, oltretutto nemmeno decisa dalla Svizzera ma dal Belpaese, ha provocato il disastro. Dal canto suo il governicchio cantonale ha alzato la voce con Berna per ottenere il riconoscimento federale del lockdown esagerato ed anticipato (non fosse arrivato il benestare, chi avrebbe indennizzato le attività costrette ad un lungo stop per decisione cantonale? Il governicchio con i nostri soldi?). Ma sul tema dei confini da chiudere non ha fatto un cip. Libera circolazione über Alles!
Nelle scorse settimane è stato il turno della Romandia. La Svizzera francese si è impestata a seguito della libera circolazione delle persone con la Francia.
Quarantene farlocche
Come se non bastasse, le quarantene di chi arriva da zone a rischio sono una farsa. Senza controlli sistematici al confine, non si possono identificare le persone da isolare. Ma “chiaramente” il rispetto pedissequo ed autolesionista del fallimentare accordo di Schengen (quello che per l’appunto proibisce i controlli sistematici ai valichi) viene prima della salute pubblica.
Non hanno imparato nulla!
Libera circolazione delle persone uguale libera circolazione del virus. Non c’è bisogno di essere un infettivologo da premio Nobel per rendersene conto. Ma la partitocrazia PLR-PPD-P$$, Verdi-anguria ovviamente inclusi, imbesuita dal sacro dogma delle frontiere spalancate, non ha imparato la lezione. Per quanto semplice essa sia. Ed infatti è riuscita a decidere, nel corso della sessione autunnale delle Camere federali, che i frontalieri “devono entrare tutti”, sempre e comunque. A prescindere dalla situazione sanitaria nelle regioni di provenienza.
I soldatini della casta strillano isterici ai “frontalieri indispensabili”. Fregnaccia manifesta, perché solo una minima parte dei frontalieri lavora in settori strategici come quello sanitario. E se in questo ambito la Svizzera è diventata pericolosamente dipendente da personale che vive all’estero, la colpa è della devastante libera circolazione voluta dalla partitocrazia. I soldatini del triciclo hanno sempre rifiutato schifati ogni concetto di “autosufficienza” e di “precedenza indigena” come espressione di becero populismo e razzismo. Ecco il risultato.
Presi per il lato B
E’ evidente che in una pandemia sorvegliare le frontiere è essenziale ed i controlli devono essere permanenti. Non sta né in cielo né in terra quanto emerso nei giorni scorsi: il ticinese che è stato in vacanza in un paese inserito sulla black list elvetica (ad esempio la Sardegna) al rientro deve mettersi in quarantena, mentre il frontaliere che è stato nel medesimo posto può entrare liberamente in Ticino senza fare quarantene. Questo perché il residente nel Belpaese non sottostà alla legislazione svizzera e quindi nemmeno alle black list emanate dal Consiglio federale. E’ chiaro che questa è un’autentica presa per i fondelli ed i camerieri dell’UE in Consiglio federale, come pure il governicchio cantonale, prima di blaterare di lockdown e di analoghe boiate, vedano di sistemare queste aberrazioni. Perché cominciamo ad averne piene le scuffie di vedere che chi arriva da oltreramina, grazie alla devastante libera circolazione delle persone, risulta addirittura favorito rispetto ai ticinesi!
Del resto, la lezione del virus cinese è proprio che la libera circolazione delle persone e le frontiere spalancate non sono sostenibili in tempo di crisi sanitaria. Ma invece di rendersene conto, i politicanti della casta cercano di blindare la libera circolazione. I frontalieri “devono entrare tutti” senza quarantene. Se poi le cose si mettono male, si blocca l’economia per non aver voluto controllare le frontiere!
Lorenzo Quadri