Il detenuto spagnolo non vuole nemmeno sentir parlare di scarcerazione. E nümm a pagum
Ah ecco! Poi dicono che non è vero che siamo il paese del Bengodi per i delinquenti d’importazione: sono tutte balle della Lega populista e razzista!
Venerdì il portale Tio, di certo non sospetto di simpatie leghiste, riportava un’interessante notiziola a sua volta ripresa da Le Matin.
La notiziola era la seguente: nel Canton Neuchâtel, un delinquente spagnolo di 34 anni si trova da mesi dietro le sbarre per aver aggredito violentemente l’ex fidanzata. Il galantuomo “non patrizio” è reo confesso e dichiara di non essere per nulla pentito, anzi. La particolarità della vicenda è questa: lo spagnolo non ne vuole sapere di venire scarcerato. Come ha detto davanti ai giudici, in prigione si trova molto bene: come in un hotel di lusso, dove può godere di ogni comfort. Prima dell’arresto, il suo tenore di vita era peggiore. Parole sue.
Non è uno scherzo
Davanti ad una notizia di questo genere, che purtroppo non è uno scherzo di Carnevale, è “un po’ difficile” non sentirsi presi sontuosamente per i fondelli. Ecco dunque la conferma che, per i delinquenti stranieri, le nostre prigioni sono degli alberghi a cinque stelle. Solo che se lo dice un leghista populista e razzista è una cosa; sentirlo da un detenuto, invece…
Il lusinghiero giudizio in stile TripAdvisor è riferito al carcere di Boudry ma può tranquillamente venire riportato anche al penitenziario ticinese. Al proposito nel 2013 il Mattino aveva pubblicato il menù settimanale alla Stampa, con carne almeno una volta al giorno e le “offerte speciali” per detenuti islamici. Tante oneste famiglie svizzere (o anche straniere) che tirano la cinghia per arrivare alla fine del mese non si possono permettere pranzi e cene come quelle servite agli ospiti dei carceri rossocrociati.
E se una prigione svizzera è considerata un albergo di lusso da un detenuto spagnolo, figuriamoci come può apparire agli occhi di delinquenti in arrivo da contesti assai più degradati di quello ispanico.
Paese del Bengodi
Le prigioni a 5 stelle sono dunque uno degli elementi che contribuiscono a rendere la Svizzera il paese del Bengodi per delinquenti stranieri. Il conto, ça va sans dire, lo paga il contribuente svizzerotto (quello “chiuso e xenofobo”). Una giornata alla Stampa costa sui 350 franchetti al giorno. E i detenuti stranieri rappresentano fino all’80% degli ospiti. Ma come, immigrazione non era uguale a ricchezza?
Naturalmente nulla si sa – né mai si saprà – sul grado di svizzeritudine del restante 20% di detenuti definiti “svizzeri”: sono effettivamente tali dalla nascita oppure hanno beneficiato di una qualche naturalizzazione facile?
Alcune misure
Onde evitare di continuare a farsi prendere per i fondelli da delinquenti stranieri per i quali l’incarcerazione è un premio, urgono alcuni provvedimenti:
- Mandare i delinquenti stranieri a scontare la condanna nelle prigioni dei paesi d’origine, sicuramente meno appetibili delle nostre;
- Espellere senza se né ma i delinquenti stranieri incarcerati in Svizzera alla fine della pena, così come deciso dal popolo nel 2010 ma ben raramente attuato dai giudici buonisti alla costante ricerca di pretesti per farci tenere in casa tutta la foffa importata;
- Abbassare lo standard alberghiero delle nostre carceri, perché l’effetto deterrente che esse dovrebbero avere è ormai diventato una barzelletta;
- Impedire in modo certo e sistematico l’accesso alla Svizzera a stranieri con precedenti penali, visto il rischio di ricaduta dopo il trasferimento nel nostro Paese. Quindi il “famoso” casellario lo dovrebbero chiedere tutti i Cantoni e non solo il Ticino!
Lorenzo Quadri