Dopo la messa al bando dei moretti “razzisti”, il grande magazzino ne combina un’altra
Il settimanale della Migros, Azione, è diventato un giornale politico a sostegno delle frontiere spalancate.
Ed infatti, nel numero del 14 settembre, quindi nell’imminenza della votazione sull’iniziativa Per la limitazione, Azione ha pensato bene di pubblicare un articolo a tutta pagina scritto “a sei mani”. Due degli autori sono il direttore dell’IRE Rico Maggi (PLR) e Moreno Baruffini, pure dell’IRE. Nel testo si sostiene che non è vero che i salari ticinesi sarebbero i più bassi della Svizzera.
L’obiettivo dell’operazione è manifesto: negare l’esistenza del dumping salariale generato dall’invasione da sud.
Disoccupazione ILO
Non a caso il buon Rico Maggi, direttore dell’IRE (Istituto ricerche economiche dell’USI) è colui che già in passato ebbe a sostenere, in sprezzo del ridicolo, che in Ticino dumping salariale e sostituzione di lavoratori residenti con frontalieri non esistono: “sono solo percezioni”!.
Come no: il tasso di disoccupazione ILO in Ticino superiore a quello della Lombardia è “solo una percezione”. Il numero dei casi d’assistenza raddoppiato “è solo una percezione”. I sottoccupati triplicati “sono solo una percezione”. Eccetera eccetera.
Baruffini, dal canto suo, è il ricercatore IRE frontaliere o ex frontaliere specializzato in dichiarazioni, voluttuosamente raccolte dalla stampa di regime, secondo cui 70mila frontalieri in Ticino non costituirebbero un problema. Ma quando mai!
I soldi crescono sugli alberi?
Adesso il “magic duo” citato sopra, assieme ad un terzo co-autore, vorrebbe dunque far credere che non è vero che i salari dei ticinesi sono i più bassi della Svizzera. Anzi, il potere d’acquisto in Ticino sarebbe addirittura superiore a quello in altre regioni della Confederella! Mancava solo di asserire che da noi i soldi crescono sugli alberi, poi c’era tutto.
L’intento manipolatorio in vista della votazione del 27 settembre è manifesto.
Intanto però perfino Azione deve ammettere che i salari dei frontalieri sono significativamente più bassi di quelli dei ticinesi.
Qui i conti non tornano. Ma come: se i salari dei frontalieri sono inferiori, è ovvio che le paghe dei ticinesi subiscono una pressione al ribasso. Quindi dumping e sostituzione esistono: invece di assumere un impiegato di commercio ticinese, formato e con esperienza, il datore di lavoro, magari italico, assume un laureato alla Bocconi e lo paga molto meno. E per questa situazione possiamo ringraziare il triciclo PLR-PPD-PSS, Verdi-anguria ovviamente inclusi.
Intanto l’Ustat…
Ma soprattutto: l’arrampicata sui vetri di Rico “sono solo percezioni” Maggi e del ricercatore (ex) frontaliere viene clamorosamente smentita dal prof. Mauro Baranzini (non dal Gigi di Viganello).
Il Prof Baranzini, in un’intervista pubblicata su Il Federalista, ha dichiarato che i salari dei ticinesi, con la libera circolazione delle persone, sono diminuiti eccome. Nel frattempo, le spese fisse sono cresciute.
Inoltre, per colmo di sfiga del duo M&M (Migros e Maggi) il giorno dopo la pubblicazione dell’articolo farlocco a sostegno della libera circolazione, è stata resa nota l’analisi dell’Ustat. L’ Ufficio cantonale di statistica è ben poco sospetto di fare propaganda politica a sostegno dell’iniziativa Per la limitazione. E dalla sua indagine emerge che gli stipendi dei ticinesi rimangono saldamente gli ultimi della Svizzera, con una mediana (!) di 5163 Fr, in continuo ribasso. Mentre il salario mediano svizzero è di 6538 Fr al mese.
Inoltre: come mai il buon Maggi non fa un cip al proposito dei ticinesi che hanno perso il lavoro in quanto sono stati soppiantati da frontalieri? Loro il salario l’hanno perso e quindi non figurano più nelle statistiche. Ah già, secondo il direttore dell’IRE il fenomeno non esiste. Peccato che i frontalieri siano raddoppiati con la devastante libera circolazione delle persone, nel settore terziario addirittura quadruplicati. In Ticino allo stato attuale due terzi dei frontalieri lavorano nel settore terziario. E due terzi dei disoccupati residenti provengono proprio dal settore terziario. Altro che venirci a raccontare che “l’è tüt a posct” in vista della votazione di domenica prossima!
Politica sullo scaffale
Tramite il proprio settimanale, la Migros fa politica partitica contro l’iniziativa Per la limitazione. Chiaro: il grande magazzino vuole continuare ad assumere frontalieri senza alcuna limitazione. Tanto per curiosità, ci piacerebbe sapere quanti dipendenti frontalieri aveva Migros nel 2007 e quanti ne ha invece oggi.
A ciò aggiungiamo che la Migros, assieme a Manor, si è già distinta con la “cagata pazzesca” (cit. Fantozzi) di mettere al bando i moretti della Dobler poiché sarebbero “dolci razzisti”. Quanto al suo settimanale, la linea editoriale è manifestamente improntata al pensiero unico spalancatore di frontiere, euroturbo, multikulti, xenofilo e sovranofobo, con cui si tenta di indottrinare la clientela.
I ticinesi riflettano se è il caso di continuare ad ingrassare certi grandi magazzini con i soldi dei propri acquisti.
Lorenzo Quadri