Stramaledetto virus: niente obblighi, ma responsabilità individuale

Quindi il governicchio federale ha deciso di revocare le misure contro lo stramaledetto virus cinese in data 31 marzo. L’andamento epidemiologico lo permette.

La decisione naturalmente è stata contestata. In effetti sembra che si passi da un estremo all’altro senza trovare una via mediana che stia in piedi: prima lockdown che non servono ad una cippa se non a devastare l’economia e la psiche dei cittadini; poi “liberi tutti” quando forse mantenere una certa prudenza sarebbe stato consigliabile.

E’ vero che – per fortuna – i dati dei contagi giornalieri sono in calo, e che ci aspetta la bella stagione. Tuttavia le infezioni quotidiane sono ancora numerose (in Ticino svariate centinaia al giorno).

Adesso davvero a fare la differenza è la responsabilità individuale. Nel senso che sui mezzi pubblici, nei negozi, negli spazi chiusi dove non è possibile mantenere le distanze, indossare la mascherina non nuoce di sicuro. Tanto ormai ci siamo abituati. E nessuno deve sentirsi in imbarazzo nel metterla, anche se non è più obbligatorio. Non c’è niente di cui vergognarsi nel voler limitare il rischio di contagio. D’altronde, la responsabilità individuale entra in gioco proprio quando non ci sono obblighi statali; ed anzi questi ultimi possono essere considerati il fallimento della responsabilità individuale.

L’importante è non arrivare un domani (in autunno o in inverno) a decretare altre chiusure, perché sarebbe una catastrofe per l’economia e l’occupazione!

Non solo la pandemia: anche la guerra in Ucraina e la scellerata rottamazione della neutralità svizzera da parte dei camerieri bernesi dell’UE ci presenteranno un conto salatissimo. Ci saranno fallimenti aziendali e ci saranno licenziamenti. E ci sarà l’impennata del costo della vita. Di peggiorare ulteriormente la situazione con altri lockdown del piffero non se ne parla nemmeno!

Lorenzo Quadri