I miracoli del buonismo-coglionismo ed il mondo che gira al contrario
E ti pareva! Si è concluso con una condanna per abuso di autorità e vie di fatto, con pena sospesa condizionalmente, il processo celebrato presso la Pretura penale di Bellinzona a due poliziotti della Cantonale accusati di aver malmenato nel 2015 un ladro rumeno durante una perquisizione in un garage di Camorino. L’ennesimo malvivente straniero “operativo” in Ticino era stato sorpreso in flagranza di reato, assieme ai due complici.
La vicenda è esemplare, in senso negativo, e la condanna pure. Si pretende infatti che, con delinquenti entrati nel nostro paese apposta per commettere reati, che vengono colti sul fatto e che magari sono pure pericolosi (non si può partire dal presupposto che non siano violenti) i poliziotti utilizzino i guanti. Neanche stessero trattando con dei lord inglesi incontrati per un tè al castello di Balmoral. La colpevolezza di chi delinque e viene colto sul fatto è manifesta. Il malvivente sa benissimo che, se viene scoperto nel bel mezzo dell’atto, non si può aspettare riverenze ed inchini. Se non voleva rischiare di prendersi qualche sberla, non doveva scassinare. Stiamo parlando di delinquenti professionisti, non di verginelle! Ci piacerebbe poi sapere come sarebbe stato trattato il ladro rumeno se fosse stato beccato a rubare dalla polizia del suo paese. Altro che presunte “vie di fatto”…
Questa inversione dei ruoli decisa dal Pretore di Bellinzona con la condanna ai due poliziotti non ci sta bene proprio per niente. Il delinquente è il ladro. Non certo gli agenti che lo hanno assicurato alla giustizia con metodi forse un po’ energici. Visto che si parla solo di vie di fatto, e neppure di lesioni semplici, al momento del fermo (2015) non può certo essere successo chissà cosa. Al massimo saranno volati un paio di scappellotti. Ad uno scassinatore rumeno colto con le mani nel sacco. Mica ad un automobilista che ha lasciato scadere il posteggio…
Conseguenze perniciose
Questo garantismo ad oltranza, questo buonismo-coglionismo assolutamente malriposto, è pernicioso. Bene dunque ha fatto chi, come il granconsigliere Fabio Schnellmann, se ne è indignato pubblicamente. E’ pernicioso perché deborda nella santificazione del delinquente (il mondo che gira al contrario!) e lo è perché costituisce un pericoloso deterrente per chi – i poliziotti – ogni giorno rischia parecchio del proprio per garantire la sicurezza del paese e dei cittadini. Qualche tutore dell’ordine potrebbe anche chiedersi: “perché dovrei intervenire per fermare uno scassinatore se poi questo mi accusa di averlo malmenato e alla fine vengo condannato io? Molto meglio girarsi dall’altra parte e fingere di non aver visto nulla, per non avere guai giudiziari”. E’ infatti chiaro che per un agente una macchia sul casellario giudiziale non è cosa da poco. La sentenza contro i due poliziotti inibisce e mortifica i tutori dell’ordine, e quindi la legalità stessa, mentre ringalluzzisce i delinquenti. In particolare d’importazione. I quali hanno già imparato che in casa degli svizzerotti fessi basta strillare di essere stati malmenati dagli agenti per trasformarsi da delinquenti a vittime. Naturalmente potendo contare su difese d’ufficio coi fiocchi, pagate dal solito sfigato contribuente. Ci piacerebbe infatti sapere quanto ci è costata la difesa del ladro rumeno che sarebbe stato malmenato durante il fermo. Ma va da sé che non lo sapremo mai.
Lorenzo Quadri