L’agenda ufficiale fa propaganda all’isterismo climatico: alla faccia della legge!

Il DECS del kompagno Bertoli ancora una volta l’ha fatta fuori dal vaso. Proprio per l’inizio dell’anno scolastico, ha fornito un esempio plateale di scuola ro$$overde che mira ad indottrinare gli allievi: ovviamente a beneficio della solita parte politica (la gauche-caviar, ça va sans dire).

Ed infatti il ro$$o DECS utilizza perfino l’agenda scolastica ufficiale, consegnata ai ragazzi delle medie (ma anche a quelli di  prima liceo e di quinta elementare) per fare propaganda politica all’isterismo climatico ed agli scioperi per il clima. Di cui riprende perfino gli slogan più stolti.

Si incoraggia a bigiare?

Quanto accaduto è grave. Altro che “sterili polemiche”. E  dimostra come la scuola pubblica non può essere lasciata in mano a chi se ne serve a scopo di propaganda politica. Per di più in chiara violazione della legge, che prescrive il principio della neutralità politica dell’insegnamento. Ma evidentemente, a $inistra anche le leggi (come la morale) valgono a senso unico. La politica proibita a scuola è solo quella di “destra”. Quella di $inistra è promossa dal Dipartimento $ocialista anche tramite il materiale scolastico. In sprezzo del ridicolo, tra i testimonial viene pure inserita la “Gretina” svedese: quella che ha bigiato un anno di scuola, e adesso è ritornata in aula  perché ormai non se la fila più nessuno. Ohibò, il DECS invita i giovani a bigiare nel nome dell’isterismo climatico? Le meraviglie della scuola ro$$a!

Ammaestrare al pensiero unico

Ovviamente il Dipartimento Bertoli dirà che il clima è finito sul diario scolastico ufficiale perché è un tema che interessa ai giovani e blablabla. A parte che l’ampiezza reale di questo presunto interessamento, gonfiato ad arte a scopi politico-economici, è ancora tutta da dimostrare. Di temi che interessano ai giovani ce ne sono anche molti altri. A partire dal mercato del lavoro. Allora, perché non dedicare l’agenda scolastica alla battaglia contro la devastante libera circolazione delle persone, che distrugge le prospettive occupazionali dei giovani ticinesi e quindi il loro futuro tout-court? Forse perché l’obiettivo della scuola ro$$a non è certo educare, bensì ammaestrare gli alunni al pensiero unico spalancatore di frontiere, immigrazionista, multikulti ed (appunto) eco-isterico?

Immigrazione e ambiente

Visto poi che si parla di clima: perché il diario scolastico ufficiale non tematizza gli effetti perniciosi (la pernice bianca non c’entra) dell’immigrazione incontrollata sul clima?

Ad esempio: perché non introdurre delle riflessioni sulla cementificazione provocata dall’immigrazione di massa? O sul fatto che il milione di persone che si è trasferito in Svizzera dal 2007 ad oggi corrisponde a mezzo milione di automobili in più sulle nostre strade? Oppure sull’evidenza che, se la Svizzera in maggio ha già consumato le risorse naturali di un anno, è perché siamo qui in troppi?

E i 70mila frontalieri che entrano tutti i giorni in Ticino uno per macchina “grazie” alla libera circolazione voluta dalla partitocrazia, e dai ro$$overdi in primis, non costituiscono forse anche un problema ambientale, oltre che occupazionale? O qualche spalancatore di frontiere pensa che i veicoli con targhe azzurre emettano vapori di eucaliptus dal tubo di scappamento?

Ritirare l’agenda e non solo

Ma naturalmente queste cose non vengono dette. Perché, è chiaro, il DECS non vuole affrontare l’argomento clima in modo oggettivo, nelle sue varie sfaccettature. Vuole farlo in modo unilaterale ed ideologico. Del resto, quando un Dipartimento è colonizzato dal P$, dal direttore in giù…

I genitori saranno sicuramente entusiasti di vedere come i loro figli vengono indottrinati nella scuola pubblica ro$$a. L’operazione è doppiamente invereconda, perché approfitta della mente malleabile dei giovani in età scolare e sfrutta l’autorità dell’istituzione per far passare messaggi di politica partitica.

In questa situazione, ritirare l’agenda scolastica è il minimo sindacale. Bisognerebbe ritirare anche il direttore del Dipartimento.

Lorenzo Quadri