Tutto fa brodo pur di attaccare una delle principali specificità svizzere
Ogni episodio di bullismo o di nonnismo che dir si voglia è fonte di goduria massima per quelli che sognano di rottamare l’esercito e con esso la Svizzera. I moralisti a senso unico sfruttano, per la propria politichetta, le sofferenze di chi ha subito soprusi
Come da copione! I $inistrati ed i media di regime starnazzano con la massima goduria per il caso di nonnismo o bullismo (chiamiamolo come si vuole) presso la scuola reclute di Emmen.
Nel ridente sito lucernese, commilitoni ed un sergente avrebbero lanciato noci e sassi (?) contro una recluta ticinese. Nel frattempo, l’episodio è stato messo in forse.
E’ chiaro che, se accaduto realmente, il fattaccio va sanzionato con la massima severità. Senza però dimenticare che di un episodio appunto si tratta.
Ed invece, ma tu guarda i casi della vita, i $inistrati colgono la palla al balzo per criminalizzare l’esercito in generale, come istituzione, presentandolo come una specie di associazione a delinquere. Un luogo dove il sopruso, la sopraffazione – specie contro i ticinesi – sarebbero elevati a sistema. “Esercito uguale omertà!” è corso infatti ad urlare un deputato comunista. “Rompete l’omertà! Soprusi grigioverdi!” strillava il giorno dopo in prima pagina il giornale di servizio radiko$ocialista (LaRegione). Intanto alla Pravda di Comano la panna, a furia di venire montata, si è trasformata in burro Floralp. Questo solo per citare un paio di esempi.
La “tempesta di cacca”
In questi giorni stiamo quindi assistendo ad una shitstorm (=tempesta di cacca) contro l’esercito in generale. Una shitstorm creata tramite quelle generalizzazioni populiste che i $inistrati sono soliti rimproverare agli altri. Se sono loro a farle, invece, va tutto bene: perché loro “possono”. Esempio concreto: se un becero leghista dichiara “stranieri uguale delinquenza” i kompagnuzzi immediatamente si mettono a strillare al razzismo. Malgrado il tasso di delinquenza tra gli stranieri, e lo dicono le statistiche ufficiali della Confederella, sia un multiplo di quello tra gli svizzeri, specie nei reati violenti.
Populismo rosso
Sicché i $inistrati possono dire che “esercito uguale bullismo”. Intendiamoci, i casi di bullismo ci saranno anche, come ci sono ovunque. E vanno combattuti con decisione: nell’esercito come in altri ambienti.
Gli episodi di bullismo o nonnismo nell’esercito fanno però molto più rumore degli altri, perché la gauche-caviar e la sua stampa di servizio li cavalcano alla grande. Sicché l’esercito è costantemente sotto attacco, mediatico e politico. Specie quando deve chiedere un credito in parlamento.Chiaro: quando fa comodo, anche gli antipopulisti diventano populisti.
Va da sé che gli episodi positivi di militi che si aiutano a vicenda non vengono riportati perché non fanno notizia: dell’esercito si parla solo quando se ne può parlare male.
Coesione nazionale?
L’obiettivo di chi monta la panna è chiaro. Del resto si tratta delle cerchie che vogliono l’abolizione dell’esercito, e quindi colgono ogni spunto per metterlo in cattiva luce. Queste stesse cerchie sinistrate vogliono peraltro anche l’abolizione della Svizzera. Il nostro esercito di milizia è un valore tipicamente elvetico. Per questo chi ci vuole portarci nella fallita Unione europea mira a rottamarlo; assieme alle nostre radici, alla nostra identità, alle nostre specificità.
L’esercito di milizia con i suoi annessi e connessi – come ad esempio l’arma a domicilio dei militi – fa parte della nostra identità svizzera e va difeso.
L’esercito, oltre che esperienza di vita, è anche un elemento importante della coesione nazionale. Cosa che invece non è l’emittente di regime SSR. Ed infatti, le percentuali di utenti che guardano i canali delle altre regioni linguistiche sono infime. Fa quindi ridere i polli che proprio quelli che, ai tempi dell’isterica campagna contro la “criminale” iniziativa No Billag, starnazzavano come oche padovane alla funzione di coesione nazionale della SSR, che come detto non esiste proprio, siano poi gli stessi che vogliono abolire l’esercito, che invece la coesione nazionale la promuove eccome. Coerenza, $inistrati, coerenza!
Aboliamo anche la scuola?
Chi scrive ha svolto la scuola reclute ed i corsi di ripetizione. E di atti di bullismo ne ha visti zero. Ce ne sono molti di più nelle scuole che nelle caserme.
E allora, seguendo la logica di quelli che vogliono l’abolizione dell’esercito, dovremmo cancellare anche la scuola “causa bullismo”?
Lorenzo Quadri