Chi vuole mantenere la “trappola” di 17 Km si assume la responsabilità degli incidenti mortali

Ieri mattina attorno alle 10 si è verificato, ancora una volta, un incidente frontale all’interno del tunnel autostradale del San Gottardo.

“Stando ad una prima ricostruzione – recita il comunicato della polizia – il conducente di una vettura con targhe francesi che circolava in direzione nord ha perso il controllo del mezzo, per cause che l’inchiesta di polizia dovrà stabilire, invadendo la corsia opposta ed andando a scontrarsi frontalmente contro un’auto immatricolata in Germania”.

Il bilancio è di tre feriti, ossia tutte le persone coinvolte nell’incidente. Il conducente dell’auto francese ha riportato “ferite serie”.

400 “panne” all’anno

La cronaca dell’accaduto è di una semplicità e banalità disarmante. Questo perché basta davvero poco, in un tunnel autostradale bidirezionale e per di più lungo 17 Km, per provocare una tragedia. “Perdere il controllo del mezzo” può accadere per una miriade di motivi, anche banali. Ad esempio una panne. E di panne sotto il traforo del Gottardo se ne registrano in media 400 all’anno. Ovvero, più di una al giorno. Ciascuna di esse potrebbe sfociare in dramma.

Come si può aumentare in misura esponenziale la sicurezza della più importante via di comunicazione tra nord e sud, è noto anche ai paracarri (tanto per restare in tema): tramite il famoso traforo di risanamento, approvato dal Consiglio federale e della maggioranza del parlamento. Questo nuovo tunnel, è stato detto migliaia di volte ma c’è chi finge di non capire, non comporta un aumento di capacità. Ci sarà, come ora, una sola corsia per senso di marcia. Una verso nord, una verso sud. Solo che si troveranno in gallerie separate. In questo modo si eviteranno gli scontri frontali, come quello di ieri mattina.

Ci sono tanti motivi per sostenere il tunnel di risanamento del San Gottardo. Uno di questi è senza ombra di dubbio quello legato alla sicurezza. Mai e poi mai oggi si costruirebbe un tunnel bidirezionale di 17 Km. Perché costituisce una trappola mortale. Come ha detto, con linguaggio colorito, il senatore Pippo Lombardi, “prima di entrare nel tunnel ci si tocca”.

Sicurezza a senso unico

Gli oppositori del tubo di risanamento, per motivi ideologici – sono nemici dell’automobile per partito preso – vogliono mantenere una trappola mortale di 17 Km, contraria ai più elementari principi di sicurezza: il frontale di ieri mattina ne è l’ennesima dimostrazione. Peccato che si tratti delle stesse persone che poi, quando si tratta di penalizzare gli automobilisti, si riempiono strumentalmente la bocca proprio con la sicurezza. Sono infatti loro ad aver imposto, proprio invocando la “sicurezza”, il demenziale programma “Via Sicura” in base al quale un eccesso di velocità senza conseguenze venire sanzionato più duramente di una rapina. Ma guarda un po’: anche la sicurezza, come la morale, viene invocata a senso unico!

Tentativi di denigrazione

Ciliegina sulla torta: i contrari al tunnel di risanamento (schieramento ro$$o-verde) non perdono occasione, alla faccia delle storielle sul “confronto politico corretto”, per denigrare chi solleva il tema degli incidenti al Gottardo: tentano di rendere spregevole l’avversario con la ridicola accusa di “approfittare dei morti”. Proprio loro, i moralisti a senso unico, che sui morti, quando fa comodo, ci marciano alla grande. I sedicenti fautori delle “aperture” e del “confronto”, come di consueto, non tollerano le posizioni diverse dalle loro: sicché le delegittimano come moralmente riprovevoli. Il solito vecchio trucco. Ma non attacca più.

 La realtà è che già la sola sicurezza impone la realizzazione del traforo di risanamento. Assieme a molte altre ragioni, ciascuna delle quali già da sola basterebbe per approvare questo progetto.

Lorenzo Quadri