I politicanti starnazzano di emergenze climatiche, e intanto svendono la Svizzera all’UE
Come avevamo ampiamente previsto su queste colonne, l’arrivo della kompagna Simonetta Sommaruga al DATEC (Dipartimento dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni) si sta rivelando un disastro.
La kompagna Sommaruga spinge, ed era chiaro che sarebbe successo, l’isterismo climatico. Ovviamente per fare campagna elettorale ai ro$$overdi in vista delle federali di ottobre e per alimentare l’eco-business miliardario. Un po’ come quando, da ministra di Giustizia, la Simonetta promuoveva le frontiere spalancate ed il “devono entrare tutti”. Li promuoveva, oltre che per motivi ideologici, per alimentare quelle associazioni contigue al P$ che con i migranti economici si fanno gli attributi di platino.
Sicché la kompagna Sommaruga, in piena foga eco-isterica, sogna di imporre tasse, balzelli, divieti, limitazioni fuori di testa affinché la Svizzera diventi sempre più talebana nella limitazione del CO2, ormai assurta a sacro dogma incontestabile, ed addirittura ne azzeri le emissioni entro il 2050.
Il vero problema
La razionalità e l’obiettività sono andate miseramente a ramengo. Prevale l’estremismo isterico a scopo di campagna elettorale. Evidentemente pompato dalla solita emittente di regime, quella finanziata col canone più caro d’Europa, che ogni santo giorno pratica il lavaggio del cervello ai cittadini su presunte emergenze climatiche. Questo per fare propaganda elettorale alla $inistra e per evitare di tematizzare il vero problema del paese: ossia la svendita della Svizzera all’UE ad opera del triciclo PLR-PPD-PSS.Alla faccia dell’informazione equidistante e del servizio pubblico.
Non un cip sull’invasione da sud
In nome dell’isterismo climatico la kompagna Simonetta sogna di introdurre misure draconiane che peseranno come macigni sui cittadini, sull’economia e sull’agricoltura, per un impatto globale pari a zero.
Mettendo pesantemente le mani nelle tasche della gente, si mira a far confluire tanti soldoni pubblici nell’ecobusiness. Ovvero nelle capienti tasche di chi, con questo business, si arricchisce.
Naturalmente, la kompagna Simonetta non proferisce nemmeno un cip sull’INVASIONE di frontalieri che arrivano tutti i giorni uno per macchina, inquinando l’aria ed intasando le strade. E neppure sulle nefaste conseguenze, anche dal punto di vista ecologico e dello sfruttamento del territorio, dell’immigrazione incontrollata. Ma quando mai! “Devono entrare tutti”!
Grottesco
Delle pagliacciate nevrasteniche sul clima, che rispondono ad interessi economici e di potere, altro che ambiente, e che servono a creare cortine fumogene con l’obiettivo di far passare in secondo piano la svendita della Svizzera all’UE ad opera della partitocrazia (con i ro$$overdi in prima fila), ne abbiano piene le scuffie.
I cambiamenti climatici ci sono sempre stati e sempre ci saranno. A determinarli sono molteplici fattori. Pensare di governare il clima imponendo misure draconiane agli svizzerotti è una grottesca presa per i fondelli.
E’ forse il caso di ricordare che la Svizzera, per quel che riguarda la protezione dell’aria, dell’acqua, l’utilizzo razionale delle risorse, il riciclaggio dei rifiuti, eccetera, è già tra i primi della classe. E perché siamo tra i primi della classe? Perché disponiamo di responsabilità individuale, di iniziative imprenditoriali e soprattutto del federalismo e degli strumenti democratici. Essi permettono alle realtà locali ed ai cittadini di decidere in modo autonomo su iniziative a tutela del territorio, e se del caso di mettere a disposizione nuove risorse a tale scopo.
Senza il federalismo…
Gli eco-isterici vogliono svendere la Svizzera all’UE tramite accordo quadro istituzionale e ripresa dinamica, ossia automatica, del diritto europeo. Lo sconcio accordo quadro, bramato dalla partitocrazia (la quale adesso ovviamente fa finta di sollevare delle obiezioni, per tirare a campare fino alle elezioni federali: dopodiché, passata la festa, gabbato lo santo ed infinocchiato il cittadino) manderà a ramengo il federalismo svizzero ed i diritti popolari. Ne costituirà la pietra tombale. I burocrati di Bruxelles ci prescriveranno anche il colore delle mutande. La nostra indipendenza andrà a farsi benedire. Il nostro attuale standard di protezione ambientale si abbasserà al livello UE. Ed anche la protezione degli animali, specie di quelli da reddito, verrà messa in discussione. Malgrado i camerieri di Bruxelles in Consiglio federale come scontato neghino, è evidente che prima o poi la Svizzera – se per disgrazia finisse “legata istituzionalmente” alla fallita UE, ciò che i cittadini elvetici MAI hanno voluto – sarà tenuta (o costretta) ad adeguarsi, anche in quest’ambito, alle disposizioni comunitarie. Più svantaggiose per gli animali.
Gli spalancatori di frontiere sono gli ultimi che possono permettersi di montare in cattedra a calare lezioni sull’ambiente. E questo vale in prima linea per la “nuova” direttrice del DATEC kompagna Simonetta Sommaruga. La quale crede di poter mettere l’importante Dipartimento federale che, per la sfiga della Nazione, dirige, al servizio dell’ideologia ro$$a.
Lorenzo Quadri