Starnazzavano sul divieto di burqa, ma sulle iniziative contro la democrazia…

Il governo a manina con gli iniziativisti del vicolo cieco per cancellare le limitazioni all’immigrazione decise dal popolo: devono entrare tutti, e gli svizzerotti devono mantenerli

 

Il Consiglio federale è riuscito, come noto, ad annunciare il controprogetto all’oscena iniziativa RASA, detta anche del “vicolo cieco”, quella che vuole cancellare il “maledetto voto” del 9 febbraio. La decisione del Consiglio federale costituisce l’ennesimo schiaffone alla volontà popolare. Un’iniziativa del genere andava infatti bocciata senza compromessi. Per il semplice motivo che il popolo ha già deciso.

Il governo dice, a parole, di voler respingere l’iniziativa del vicolo cieco. Nei fatti, invece, fa proprio il contrario. Perché anche i sette scienziati (o quantomeno, la maggioranza di loro) vogliono cancellare il “maledetto voto”. Proprio come gli iniziativisti RASA.

“Buttom up”? Nel water

L’annunciato controprogetto, poco ma sicuro, proporrà di ridurre il “nuovo” articolo costituzionale 121 a ad una semplice dichiarazione priva d’effetto. In ossequio alla volontà dei trombati (definizione dell’industriale radikalchic Carlo De Benedetti) di Bruxelles, l’unica che conti qualcosa agli occhi del Consiglio federale,  si proporrà di trasformare quanto votato dal popolo quasi tre anni fa in disposizioni che non limiteranno in nulla la libera circolazione delle persone ed i suoi effetti devastanti. Non ci saranno quindi, e non ci vuole il mago Otelma per prevederlo, né contingenti, né tetti massimi, e nemmeno preferenza indigena. Non ci sarà neppure il tanto decantato modello “bottom up”, con cui l’ex partitone in Ticino si è sciacquato la bocca ad oltranza. Questo modello, infatti, è stato spazzato via anche dal compromesso-ciofeca sul 9 febbraio votato dalla maggioranza del Consiglio nazionale. E chi è l’ “architetto” della ciofeca? Si tratta, ma tu guarda i casi della vita, di un parlamentare liblab! Tanto per chiarire l’affidabilità dei soldatini del PLR, che non perdono occasione per fregare il Ticino ed i ticinesi. E poi hanno ancora la tolla di fare la morale agli altri.

“Approfondite analisi”

E’ quindi evidente che il controprogetto del Consiglio federale alla sciagurata iniziativa del vicolo cieco sarà qualcosa di molti simile a quello partorito in Ticino dal triciclo pro-libera circolazione delle persone senza limiti composto da PLR, PPD e P$ su “Prima i nostri”. Abbiamo visto come è andata a finire nelle urne. Ma naturalmente i partiti dell’ammucchiata antileghista, pur venendo sistematicamente asfaltati nelle votazioni popolari, non si pongono una qualche domandina sulla loro rappresentatività (o piuttosto: non rappresentatività). Ma non sia mai. Le loro “approfondite analisi” si limitano all’invettiva isterica contro la Lega populista e razzista.

 Iniziativa scandalosa

Altra cosa da segnalare. Il Consiglio federale, sempre pronto a moraleggiare in nome del politikamente korretto, non ha nulla da dire sul fatto, vergognoso, che l’iniziativa del vicolo cieco sia stata lanciata praticamente all’indomani del 9 febbraio 2014. Promotori sono, come noto, gli esponenti dell’élite spalancatrice di frontiere. “Ben” spalleggiati dagli intellettualini rossi da tre e una cicca. Quelli a cui la democrazia fa proprio schifo. Che il becero popolino non si sogni nemmeno di comandare!

Lanciare un’iniziativa contro l’esito di un voto popolare il giorno successivo la chiusura delle urne è un fatto inaudito. Mai si è vista una tale dimostrazione di disprezzo nei confronti dei processi democratici. Ma il Consiglio federale “stranamente” non ha nulla da dire al proposito.

 Moraleggiavano pro-burqa…

Ma guarda un po’. Quando si trattava di concedere (uella) la garanzia federale al divieto di burqa votato dal popolo ticinese, il Consiglio federale moraleggiava alla grande, deplorando i divieti xenofobi (“bisogna aprirsi” agli estremisti islamici e alla violazione delle nostre regole fondamentali!)  e via farneticando.

Invece, sul vergognoso tentativo di stuprare la volontà popolare lanciando un’iniziativa per cancellare un voto che non piace alle élite, silenzio tombale. Citus mutus. I camerieri dell’UE non ci trovano nulla di riprovevole. Vietare il burqa è disdicevole ed i ticinesotti “chiusi e gretti” si meritano una reprimenda. Prendere a schiaffi la democrazia, invece, non pone alcun problema “morale”.

Eh già, perché per gli svizzeri il CF mica si mobilita. Lo si fa solo per gli stranieri e per il  multikulti. Il diritto (?) di portare (o di obbligare a portare) il burqa conta di più della sovranità popolare.

Asfaltare anche il controprogetto

Del resto, la mancata reazione da parte del Consiglio federale la si comprende bene dal momento che il sabotaggio del maledetto voto è anche il suo obiettivo. In Gran Bretegna, Theresa May ha sempre ribadito che Brexit vuol dire Brexit. Invece, i nostri camerieri dell’UE per lungo tempo hanno raccontato la fregnaccia del “voto da rifare”. Quindi, vanno a manina con i promotori  dell’iniziativa del vicolo cieco, proponendo un controprogetto. In altre parole: invece di respingere l’iniziativa senza se né ma, come sarebbe stato suo preciso dovere, il governo salta sul carro. Ciò significa che, in votazione popolare, bisognerà asfaltare (ovviamente) l’immonda iniziativa RASA, ma anche il controprogetto. Che non sarà affatto più presentabile. Entrambi vogliono infatti la stessa cosa: sabotaggio del 9 febbraio, rifiuto di limitare l’immigrazione.

Lorenzo Quadri