Frena, Ugo! I cittadini hanno votato l’anno scorso. E il Cantone deve risparmiare!
La stampa di regime torna alla carica con la pretesa di attaccarsialla greppia statale. Due settimane fa, i giornalai ed il sindacato Syndicom hanno manifestato sotto il Palazzo delle Orsoline, per mettere pressione sul parlatoio cantonale affinché decida dei contributi.
La legge federale che voleva sussidiare ulteriormente i media è stata bocciata lo scorso anno in votazione popolare. Ma la stampa di regime non ci sente. E ora pretende un pacchetto di aiuti milionari elargiti dal Cantone. Ohibò: rispettare tanto per una volta la volontà dei cittadini, sembra brutto?
Come rilevava il Mattino la scorsa domenica: prima è scesa in piazza la casta dei docenti e degli statali. Adesso è il turno dei pennivendoli (con gli editori che spingono dietro le quinte). Il colmo è che gli “operatori dei media” non manifestano per chiedere più libertà. Tutto il contrario! Manifestano perché vogliono abbarbicarsi alla mammella pubblica come cozze allo scoglio, rendendosi così sempre più dipendenti dallo Stato, e quindi asserviti! Ma sa po’?
Da notare che i manifestanti sotto Palazzo delle Orsoline erano mascherati. Il che costituisce una violazione del divieto di dissimulazione del viso. Sono state comminate delle multe?
Non ci siamo
In ogni caso, le pretese avanzate sono campate in aria.
Tanto per cominciare, il Cantone deve risparmiare. Quindi di inventarsi nuovi aiuti statali per la stampa di regime non se ne parla proprio. Nella denegata ipotesi in cui la partitocrazia dovesse decidere di concederne, il referendum è garantito.
Inoltre, è manifesto che qualcosa non torna. A seguito della calata di braghe della partitocrazia in materia di segreto bancario, in Ticino sono sparite migliaia di posti di lavoro. La categoria dei bancari si è così trovata nella palta. E questa categoria è molto più numerosa – e di riflesso più importante per il benessere del Cantone – di quella dei giornalai. E cosa facevano i pennivendolidi $inistra, ossia la stragrande maggioranza, mentre la piazza finanziaria veniva smantellata? Gioivano per la fine del segreto bancario! E adesso si aspettano di venire premiati con i soldi dei cittadini? Anche no.
Prosopopea fuori luogo
Per giustificare il proprio tentativo di mungere il contribuente, gli esponenti della stampa di regime non si sentono ridicoli nell’autoproclamarsi indispensabili per la democrazia. “Se i media soffrono, anche la democrazia ne risente. Qualche accenno si vede già anche nel nostro Paese. Per questo la politica deve mettere tra le sue priorità il sostegno alla stampa”. Poffarbacco!
Qualcuno farà meglio a tornare sulla Terra.
Davanti ad una simile prosopopea, in effetti, è difficile capire se deve prevalere l’ilarità o l’irritazione. La stampa di regime, appiattita sul mainstream ed intenta a fare il lavaggio del cervello al popolazzo nel segno del pensiero unico, è nociva per la democrazia; altro che indispensabile. Il degrado della politica ticinese è dovuto anche all’ipermediatizzazione da cui è afflitto questo sfigatissimo Cantone. Essa ha contribuito a formare una schiera di mitomani in campagna elettorale permanente, preoccupati di “profilarsi” e di gonfiarsi l’ego mettendo fuori la faccia sui media. Altro che pensare ai problemi del Ticino!
La pluralità dell’informazione è importante per la democrazia. Ma questa pluralità alle nostre latitudini non esiste. Come più volte scritto, il nostro panorama mediatico non è affatto pluralista: è solo affollato. Chi osa cantare fuori dal coro mainstream viene sabotato ed azzittito proprio da coloro che si sciacquano ipocritamente la bocca con la “pluralità”.
Quanto alle derive della democrazia citate sopra: nel caso qualcuno non l’avesse capito, con questo termine il club dei pennivendoli di $inistra intende la perdita di consensi elettorali dei ro$$overdi.
Tanto per citare un esempio attuale: in queste settimane la stampa di regime è impegnata nella propaganda climatista. Obiettivo: far approvare ai cittadini la deleteria legge divoratrice di elettricità. A seguito di questa legge, il costo della carta esploderà e non ci sarà più l’elettricità per far girare le rotative. E cosa succederà a quel momento? Nuova pretesa di sussidi strillando alla “democrazia in pericolo”?
Lorenzo Quadri