Ridicolo! I soldatini del pensiero unico dichiarano che loro promuoverebbero la pluralità
Tra chi ha colto al balzo la palla dello stramaledetto virus cinese per attaccarsi alla mammella pubblica c’è (ma tu guarda i casi della vita) la stampa di regime, che lamenta il crollo delle inserzioni pubblicitarie. E’ ovvio che, se imprese ed artigiani vengono mandati in lockdown, e tenuti ad oltranza in questa condizione, non fanno inserzioni dal momento che non possono lavorare. Ma forse che la stampa di regime ha avuto qualcosa da eccepire sulle chiusure? Ma quando mai. Al contrario: ha fatto propaganda alla politica “chiusurista”!
Più soldi pubblici
Per volontà della partitocrazia che così ha votato durante la sessione straordinaria delle Camere federali, la stampa di regime riceverà dunque più aiuti statali. E naturalmente la stessa stampa di regime fa il lavaggio del cervello al popolazzo – che questi aiuti li pagherà – per inculcargli il concetto che i sussidi scroccati sono cosa buona e giusta; che la stampa di regime sostiene la pluralità di opinioni necessaria alla democrazia (frase fatta che da mesi sentiamo pappagallare ad oltranza), e chi afferma il contrario è un delinquente.
Grandi gruppi editoriali
Eh no! Non è così che funziona. Tanto per cominciare, i principali beneficiari degli aiuti indiretti (sostanzialmente coperture delle spese di spedizione) saranno i grandi gruppi editoriali della Svizzera interna: Ringier, Tamedia, NZZ e compagnia cantante. Questi gruppi sono forse sull’orlo della rovina? No di certo. Tant’è che nel 2017 hanno realizzato 420 milioni di Fr utili. Scusate se sono pochi. Uno di essi ha speso dozzine di milioni per acquistare canali televisivi privati che fanno intrattenimento, tagliando contemporaneamente sull’offerta giornalistica. E poi lor$ignori vogliono mungere le casse statali sostenendo che punterebbero sul giornalismo? Ma chi pensano di prendere per il lato B?
Inoltre: proprio in tempo di crisi gli abbonamenti online e cartacei si vendono. Ciò che non si vende, per l’ovvio motivo indicato sopra (le aziende non lavorano), è la pubblicità. Ma magari c’è un anche qualche problemino di tariffe?
Si autoincensano
Ma soprattutto, e qui sta il punto principale. I media di regime sono aziende come le altre. Perché dovrebbero essere “più belle degli altre”? Semplicemente, perché è la stessa stampa di regime a dirlo, nella consueta orgia autoincensatoria. Secondo queste fanfaluche, i media meriterebbero un trattamento di favore rispetto alle altre aziende, e quindi i loro posti di lavoro sarebbero più pregiati degli altri (e dàgli con la storia dei disoccupati di serie A e dei disoccupati di serie B), perché essi contribuirebbero alla “pluralità degli opinioni necessaria alla democrazia”. Scusate ma ci scappa da ridere. Quale pluralità? Questi signori propagandano il pensiero unico! E lo abbiamo ben visto proprio durante questi mesi di pandemia: la stampa di regime si è ridotta al più bieco servilismo nei confronti del “potere”. Addirittura, ha sdoganato la tesi che chi osava contestare le cappellate governative faceva “polemica sterile”! Altro che “pluralità”, altro che ruolo critico! Scendiletto governativi!
Vergogna SSR
Chi davvero contribuisce alla pluralità sostenendo posizioni contrarie al pensiero unico, di aiuti non ne ottiene proprio. E, alla faccia della pluralità, se questi organi controcorrente chiudessero, la stampa di regime festeggerebbe. Che chi propaganda il pensiero unico pretenda di ottenere più soldi pubblici dicendo che difende la pluralità è ridicolo e paradossale. E forse che una stampa sempre più sussidiata diventerebbe più indipendente? Ma quando mai! Accadrà proprio il contrario.
Assolutamente demenziale poi che alla SSR, la quale già beneficia del canone più caro d’Europa per un totale di 1.2 miliardi di Fr all’anno, siano stati destinati ulteriori 50 milioni di Fr di sussidi e quindi faccia la parte del leone nei nuovi contributi. Piove sempre sul bagnato! Ringraziamo la ministra delle telecomunicazioni targata P$$ kompagna Sommaruga: la Simonetta foraggia l’emittente al servizio del $uo partito!
Lorenzo Quadri