Il nuovo governo annuncia la campagna anti-asilanti: “dobbiamo cambiare paradigma”
In Svezia le politiche immigrazioniste della $inistra hanno provocato un disastro. La sicurezza è in caduta libera e alcune aree cittadine sono ormai off limits.
Come noto lo scorso autunno a Stoccolma si è insediato il nuovo governo definito di “centrodestra” – in realtà è al massimo di centro – che gode dell’appoggio esterno dei Democratici svedesi. Questi ultimi sono sì un partito di “destra”; e quindi la stampa di regime li definisce di “estrema destra”. Infatti la destra è sempre “estrema” a prescindere, mentre la $inistra è “progressista”. Gli estremisti di $inistra violenti vengono addirittura sdoganati come “attivisti”.
Tra le priorità del nuovo governo svedese c’è l’immigrazione, da tempo finita fuori controllo.
E quindi nei giorni scorsi la ministra della migrazione Maria Malmer Stenergard ha annunciato il lancio di una campagna di sensibilizzazione volta a dissuadere i migranti – si pensa in particolare ai richiedenti l’asilo – dall’arrivare in Svezia. Un passo che la vicina Danimarca ha peraltro già compiuto, e con un governo di $inistra.
Ed è solo l’inizio perché, come ha spiegato la ministra, “questo governo ha il mandato di modificare il paradigma della politica migratoria, e ciò necessita di numerosi cambiamenti importanti”.
Del resto, ha aggiunto Malmer Stenergard, se nel solo 2015 163mila asilanti hanno attraversato l’Europa per raggiungere la fredda Svezia, è perché costoro sapevano che vi avrebbero trovato regole e prestazioni sociali più generose che altrove. Non certo per il clima.
Un problema anche nostro
Questo tipo di problema è ben noto anche alle nostre latitudini: una blanda campagna informativa per scoraggiare i finti rifugiati dal venire in Svizzera venne fatta ai tempi del caos asilo del 2015. Visto che adesso ci ritroviamo ai piedi della scala, è chiaro che occorre riprendere in mano la situazione. E con modalità ben più incisive, onde evitare di fare il bis.
Invece, tanto per citare due esempi recenti, i Verdi-anguria fomentano l’immigrazione clandestina andando in giro a starnazzare che i migranti economici dovrebbero poter diventare cittadini elvetici dopo 3 anni di permanenza nel paese. Anche l’immagine dei nostri spauriti diplomatici che vanno contriti all’ONU a sorbirsi demenziali accuse di razzismo da parte – tra l’altro – della Cina (!), costituisce un ulteriore invito ad assaltare la diligenza: danno l’immagine di un paese genuflesso all’ideologia “woke” e dunque disposto a far entrare tutti pur di schivare rimproveri farlocchi di discriminazione.
Seguire con attenzione
Le mosse del governo svedese per riorientare in modo restrittivo la politica migratoria vanno seguite con attenzione. Perché anche noi ci troviamo confrontati con la stessa necessità. E dall’estremo nord potrebbero arrivare esempi interessanti. O vuoi vedere che, per la casta spalancatrice di frontiere e multikulti, la Svezia era un modello solo quando faceva entrare tutti, mentre adesso che vuole cambiare musica è diventata uno Stato canaglia?
Con attenzione ancora maggiore vanno seguite le iniziative danesi. A partire da quella, altamente lodevole, di realizzare i centri d’accoglienza per finti rifugiati non in Danimarca ma in paesi africani. Ciò costituirebbe anche un potente deterrente. Anche la Gran Bretagna ha adottato la medesima linea. La Lega ha chiesto al governicchio federale di accodarsi. Ma il CF ha risposto che il progetto danese sarebbe una ciofeca irrealizzabile. Ah, ecco. Tale fregnaccia ideologica costituisce un insulto ai governanti di Copenhagen trattati da scemi ed è smentita dai fatti, dal momento che la Danimarca sta procedendo sulla via della concretizzazione. E’ chiaro che la Lega tornerà alla carica. Quando i primi centri asilanti extraeuropei apriranno i battenti, vedremo cosa avranno da dire i camerieri bernesi dell’UE, degli USA e della NATO!
Lorenzo Quadri