Ma la casta ci racconta che Bruxelles sarebbe pronta a disdire tutti i bilaterali

E’ evidente che, anche in caso di Sì all’iniziativa Per la limitazione, la DisUnione europea ha tutto l’interesse a mantenere le relazioni con la Svizzera. Tanto più che ci guadagna solo lei! Sicché, diamoci un taglio al ridicolo terrorismo sulla “clausola ghigliottina”!

“In temp da guèra, püsée ball che tèra”, recita un vecchio adagio. E la partitocrazia spalancatrice di frontiere, responsabile dell’INVASIONE da sud, di balle ne sta sparando a raffica in vista della votazione sull’iniziativa Per la limitazione. Per elencarle tutte non basterebbe un giornale intero. Giocoforza ci limitiamo a qualcuna.

Misure accompagnatorie

Sostenere che bisogna mantenere la libera circolazione delle persone per “salvare” le misure accompagnatorie fa ridere i polli. E’ come dire che vale la pena tenersi una gamba in cancrena per il piacere di metterci sopra dei simpatici cerottini colorati.

Le misure accompagnatorie sono, infatti, il classico cerotto sulla gamba di legno. Ed infatti il soppiantamento di lavoratori svizzeri con frontalieri ed il dumping salariale imperversano alla grande malgrado la presenza delle misure accompagnatorie. Già il fatto che i balivi dell’UE tollerino dette misure dimostra che non servono ad un tubo. Per i contratti collettivi ed i contratti normali di lavoro non abbiamo certo bisogno della devastante libera circolazione delle persone: basta il diritto svizzero!

Tutti masochisti?

La casta starnazza: “la disdetta della libera circolazione delle persone porterebbe alla fine di tutti gli accordi bilaterali con conseguenze catastrofiche (uhhh, che pagüüüraaa!) per l’economia Svizzera”. Allora: ghigliottine o non ghigliottine, per disdire tutti i bilaterali, a Bruxelles dovrebbero essere diventati masochisti. Perché dai bilaterali I, la DisUnione europea ci guadagna. Eccome che ci guadagna! Gli Stati membri hanno un interesse enorme a mantenere le relazioni con la Svizzera. Anche senza la libera circolazione.

L’intervista

Riguardo alla portata economica dei bilaterali I, è stata di recente pubblicata su “Il federalista” un’interessante intervista al prof. Mauro Baranzini (che non ci risulta essere un becero leghista, populista e razzista). Ebbene il prof Baranzini smonta svariate panzane delle casta a proposito della presunta “dipendenza” della Svizzera da questi accordi del piffero. Citiamo quindi alcune delle sue considerazioni:

  • Tra il 2010 ed il 2018, il salario mediano dei ticinesi è diminuito. Il divario degli stipendi con il resto della Svizzera si è allargato. Nel frattempo, le spese fisse sono cresciute (casse malati, affitti, trasporti privati). Ergo: con i bilaterali i ticinesi sono diventati più poveri. E non sono “solo percezioni”, come direbbe qualcuno! ( Senza contare che la partitocrazia, ro$$overdi in primis, vuole ulteriormente impoverire la gente, depredandola con una pletora di scellerate ecotasse ed ecobalzelli. Ma questo è un altro discorso).
  • Dei 3000 posti di lavoro creati in Ticino dal 2007, 2500 sono andati a non residenti e solo 500 a residenti. Risultato: sempre più giovani e meno giovani sono costretti ad emigrare oltralpe. L’allarme è già stato lanciato.
  • La crescita della manodopera straniera non è qualitativa, ma solo quantitativa. L’invasione da sud ha diminuito i costi del personale per le aziende, ma la produttività non è aumentata. Ad andarci di mezzo sono stati i lavoratori ticinesi, specie quelli over 50. Del resto, da uno studio effettuato dal Canton Zurigo risulta  che solo un settimo (!) dei frontalieri lavora in settori dove c’è carenza di manodopera residente.
  • Bilancia commerciale Svizzera-UE: nel 2019 la Svizzera importava beni dall’UE per 147 miliardi e ne esportava per 110. Risultato: un saldo negativo di 37 miliardi per noi, che va a vantaggio dell’UE! Questo saldo equivale a circa 300mila posti di lavoro che la Svizzera “regala” all’Unione europea. Nel solo ambito delle merci.
  • Analoga la situazione sul fronte dei beni e servizi: ne esportiamo verso l’UE per 65 miliardi e ne importiamo per 105. Morale: un saldo negativo di altri 40 miliardi e quindi ulteriori 300mila impieghi regalati all’UE.
  • Se a quanto sopra aggiungiamo che in Svizzera ci sono 330mila frontalieri, di cui notoriamente 70mila in Ticino (ovvero quasi un terzo dei lavoratori nel nostro Cantone, una quota scandalosa che non ha uno straccio di giustificazione: altrove la gente sarebbe già scesa in piazza con i forconi), ecco che arriviamo a quasi UN MILIONE DI POSTI DI LAVORO creati nell’UE, o per cittadini che vivono nell’ UE, grazie agli svizzerotti! E qualcuno si immagina che gli Stati membri saranno d’accordo di buttarli nel water nel caso in cui il 27 settembre dovesse – come speriamo – passare il Sì all’iniziativa Per la limitazione? Ma non facciamo ridere i polli!
  • Non è vero che un terzo delle nostre esportazioni va nell’UE; per le merci va solo il 16% del nostro PIL. (Cifre ancor più basse con l’uscita del Regno Unito dall’UE). Le nostre merci trovano grossi clienti nel Nord America, nel Medio ed Estremo Oriente, Cina, Giappone e crescono lì, e non nell’UE. I dati degli ultimi mesi del commercio estero svizzero confermano che le nostre esportazioni tirano bene nel Medio ed Estremo oriente, USA, ecc., ma non nell’Unione Europea” (paragrafo ripreso pari pari dalla citata intervista del Prof. Baranzini al Federalista).

Storielle immigrazioniste

Questo per dire che le catastrofiche (?) conseguenze economiche di un eventuale (e francamente inverosimile) disdetta dell’intero pacchetto dei bilaterali 1 sono semplicemente fregnacce di chi vuole che l’INVASIONE continui, per il proprio tornaconto!

Quindi, domenica prossima, tutti a votare SI’ senza esitazioni all’iniziativa Per la limitazione!

STOP invasione! Riprendiamoci il controllo dell’immigrazione!

#swissexit