Settimana prossima la Camera bassa dovrebbe esprimersi sulla mozione di Lorenzo Quadri
La prossima settimana, all’ordine del giorno del Consiglio nazionale ci sarà la mozione del deputato leghista Lorenzo Quadri che chiede al Consiglio federale l’introduzione di una tassa d’entrata per i frontalieri.
Quadri, di cosa si tratta?
La mozione, come suggerisce il titolo, propone di introdurre una nuova tassa apposita per i frontalieri. L’idea è stata lanciata dal professor Reiner Eichenberger, dell’Università di Friburgo. Il quale ritiene che questa tassa sia fattibile e giustificata. Con l’obiettivo di tutelare il mercato del lavoro indigeno e compensare i costi generati dai frontalieri. Ora, se un docente universitario, che ha una reputazione accademica da difendere, sostiene che introdurre questo genere di tassa “sa pò”, c’è ragione di credere che sia così e che non si tratti di una semplice boutade.
Cosa ne pensa il Consiglio federale della sua mozione, e quindi della proposta Eichenberger?
Naturalmente è contrario. Peraltro senza fornire alcuna spiegazione. Si limita a ripetere il solito stantìo ritornello della “disparità di trattamento”. Sembra però che questo problema ce lo poniamo solo noi svizzerotti. Una delle concause dell’invasione di frontalieri è il differenziale tra il costo della vita in Ticino ed in Italia. Lo sappiamo tutti: un frontaliere può permettersi di vivere bene con una paga che nel nostro Cantone non basta nemmeno lontanamente ad arrivare a fine mese. Per usare i termini del politikamente korretto: le pari opportunità non sono per nulla date. I ticinesi sono discriminati in casa propria. E la partitocrazia cameriera dell’UE rifiuta di rimediare tramite preferenza indigena. La tassa d’accesso per frontalieri potrebbe calmierare parzialmente questa discriminazione dei residenti. E comunque: si trattasse anche solo di 500 Fr all’anno per frontaliere, avremmo un’entrata di 33 milioni di Fr annui, da investire per promuovere l’occupazione dei ticinesi.
Il Consiglio federale come risponde a queste osservazioni?
Non risponde proprio. Anzi, per l’ennesima volta dimostra un’inquietante ignoranza della situazione ticinese. Nella sua presa di posizione sulla mia mozione, non solo torna a remenarla con l’accordo sulla fiscalità dei frontalieri con l’Italia, che non verrà mai concluso, ma addirittura tenta di spacciare per soluzione la modifica di legge che consentirà ai frontalieri di far valere le stesse deduzioni fiscali dei residenti. Un’autentica bestialità: una riforma del genere va nel senso esattamente opposto alla mozione. Infatti provocherà al Ticino una perdita di gettito fiscale ed un aumento importante delle spese amministrative. Più costi per meno entrate! E questa per il Consiglio federale sarebbe una soluzione? Ma ci sono o ci fanno?
La particolare situazione del Ticino non merita delle soluzioni “personalizzate”?
In questi giorni abbiamo sentito parlare fino alla nausea delle particolarità regionali. A proposito dell’iniziativa No Billag, ad esempio, invocando il fatto che il Ticino riceve una quota superiore di canone rispetto a quella che paga. Oppure sulla questione della presunta necessità di eleggere un ticinese in Consiglio federale. Ma solo uno del partito “giusto” e con le idee “giuste”. Che non sono quelle della maggioranza dei ticinesi. Tuttavia le specificità regionali vengono invocate solo quando fa comodo. Se infatti si tratta di tenerne conto in questioni che sono ben più importanti della SSR, ad esempio lo sfascio del mercato del lavoro ticinese a causa della libera circolazione delle persone, ecco che improvvisamente di “solidarietà regionale” e di soluzioni ad hoc non si parla più. Chiaro: la priorità è ubbidire ai padroni di Bruxelles.
Qual è la sua previsione sull’esito della votazione in Consiglio nazionale sulla sua mozione?
Non mi faccio evidentemente illusioni. La mozione verrà respinta. Tuttavia, alcuni colleghi non ticinesi e non appartenenti al “mio” gruppo, mi hanno manifestato il loro interesse per il tema, suggerendo di presentare un postulato. Ovvero un atto parlamentare che chiede al Consiglio federale di presentare un rapporto su un determinato argomento, in questo caso sull’introduzione della tassa per i frontalieri. Un suggerimento che penso di seguire. Tanto più che il CF ha respinto la mozione senza manifestamente svolgere alcun approfondimento.
MDD