Ma guarda un po’! Un blasonato ricercatore universitario dà luce verde alla proposta della Lega
La tassa per frontalieri si può fare! Parola di “prof”
Gli spalancatori di frontiere vanno in panico e si agitano scompostamente

Ma come, non dovevano essere tutte balle della Lega populista e razzista? Tutte pensate balorde che non stanno né in cielo né in terra? Ed invece ecco che a dare ragione alla Lega arriva “nientepopodimenoche” un professore universitario basilese. Nella fattispecie trattasi di Reiner Eichenberger, direttore del seminario per la Scienza delle finanze dell’Università di Friburgo.

Se non andiamo errati, si tratta dello stesso studioso che ha avuto il coraggio di dire – da economista, non da politicante – che i bilaterali non sono indispensabili per la Svizzera. Ha così contraddetto il lavaggio del cervello in cui da anni si stanno producendo il Consiglio federale, i partiti $torici, i “poteri forti” e – naturalmente – la stampa di regime; a partire da quella di sedicente “servizio pubblico”.
Ma cosa ha detto il buon Eichenberger per far saltare sulla cadrega gli spalancatori di frontiere? Ebbene, ha detto che una tassa d’entrata per i frontalieri è possibile. Con l’obiettivo, precisa il ricercatore, di “controllare meglio l’immigrazione e di difendere il mercato del lavoro locale”.

Ci suona familiare…
Ohibò! La proposta di tassa “ad hoc” per i frontalieri ci provoca come una sensazione di déjà-vu! Ed infatti è una proposta che la Lega ed il Mattino hanno avanzato già da anni. Noi l’avevamo chiamata “ecotassa” per i frontalieri, ma è la stessa cosa. Non è la soluzione di tutti i mali; però aiuta. Basta fare due conti della serva. Se ogni anno preleviamo 1000 Fr pro frontaliere, incassiamo quasi 63 milioni di franchetti. Se fissiamo il prelievo a 500 Fr annui, arriviamo a oltre 31 milioni. Va da sé che le somme indicate non devono finire nel calderone generale delle finanze cantonali, ma vanno utilizzate per progetti mirati, volti a promuovere l’occupazione duratura dei ticinesi. E con 63 (o anche “solo” 31) milioni all’anno, un po’ di cose si riescono a farle…

I partiti spernacchiavano
Naturalmente, come da copione, la proposta della Lega di tassa per i frontalieri venne spernacchiata dai partiti $torici, quelli che hanno trasformato questo sempre meno ridente Cantone in terra di conquista per l’invasione da sud: “Sa po’ mia! – hanno esclamato in coro i grandi scienziati – il solito populismo!”. Ed invece adesso arriva un professore universitario a dire che “sa po’”. Prendere su e portare a casa! Osiamo sperare che i partiti $torici, secondo il ben noto principio della politica – Xerox, non tenteranno ora di fotocopiare la proposta leghista spacciandola per propria…

Permessi B farlocchi
E’ forse il caso di ricordare che a frontalieri, padroncini e distaccati vanno aggiunti anche i permessi B farlocchi. Ossia persone – attive soprattutto nel terziario avanzato, ma anche nel pubblico impiego – che figurano ufficialmente come dimoranti in Ticino, ma in realtà vivono oltreramina con la tutta la famiglia. Nel nostro Cantone risultano domiciliati presso colleghi (boom delle unioni registrate?). Ma naturalmente non abitano da noi, e sul nostro territorio non spendono un centesimo. Si portano da casa perfino la “schiscetta” pur di non lasciare nemmeno un franco ai ticinesotti (è così bello farli fessi…).

Quanto ampio sia questo fenomeno di frontalierato occulto è difficile dire: si tratta, appunto, di fenomeno occulto. E’ però chiaro che le cifre reali dei frontalieri sono più alte di quelle ufficiali. (Lo stesso discorso vale peraltro per i dati sulla disoccupazione in Ticino).

E’ evidente che, avendo la proposta leghista di tassa per i frontalieri incassato il sostegno (“endorsement” come si dice oggi) di un professore universitario, alla faccia del bieco mantra del “sa po’ mia”, essa andrà rilanciata: sia a livello cantonale che a livello federale.

Spalancatori nel panico
Come da copione, gli spalancatori di frontiere davanti alle dichiarazioni dell’ economista friburghese si sono messi a starnazzare scompostamente. Il panico è più che comprensibile: anni di lavaggio del cervello agli svizzerotti ad opera dell’élite rischiano di venire mandati in palta da questi pericolosi studiosi non allineati!

Sicché, avversando la posizione di Eichenberger, il funzionarietto federale di turno acculato presso la Direzione degli affari europei (uella) blatera di “non discriminazione” e di “principi fondanti” dell’UE. Già, già. Fondanti come gli accordi di Schengen, tanto per fare un esempio. Così fondanti da essere stati “sfondati” da un pezzo. E praticamente da tutti. Tranne, ma era scontato (?), che dagli svizzerotti fessi. Grazie, kompagna Simonetta “dobbiamo aiutare l’Italia” Sommaruga!

Battere il chiodo
Sulle barricate per lasciare le frontiere spalancate alla manodopera estera a basso costo, così si può assumere quella e lasciare a casa gli svizzerotti, non poteva naturalmente mancare la direttrice di Economiesuisse Monika (con la “k”) Rühl, sabotatrice del 9 febbraio e simpatica come un cactus eccetera.

Ma ormai il sasso è stato lanciato. La tassa per i frontalieri è stata sdoganata a livelli universitari. E adesso bisogna battere il chiodo ad oltranza. Avanti!
Lorenzo Quadri