Von der Leyen vuole far saltare l’accordo di Dublino, ma tenere Schengen? MURO SUL CONFINE
Come volevasi dimostrare! La nuova presidenta della Commissione europea Ursula von der Leyen, successora di “Grappino” Juncker, eletta per un soffio, si è affrettata a dichiarare che l’accordo di Dublino va modificato (leggi: rottamato).
L’accordo di Dublino costituisce l’altra faccia della medaglia (patacca) di Schengen. Esso prevede che il primo paese firmatario in cui un finto rifugiato ha presentato domanda d’asilo deve farsene carico avviando il relativo iter. Ed è in quel paese che il migrante economico viene rinviato se entra in un altro stato.
“Devono entrare tutti”
La von der Leyen, amichetta dell’Anghela Merkel, da quest’ultima piazzata a Bruxelles, vuole ora mettere in discussione questa regola, che evidentemente – non ci voleva un premio Nobel per accorgersene – penalizza i paesi i che si trovano sulla fascia esterna dell’area Schengen.
E’ forse il caso di ricordare che l’Anghela Merkel è colei che ha messo nella palta la Germania, provocandone l’invasione da parte di migranti economici non integrati, non integrabili e che “non rispettano le donne”, destinati a rimanere vita natural durante a carico dell’assistenza, e ciò grazie alla suicidale idiozia del “Wir schaffen es”, ovvero “ce la facciamo” (a farli entrare tutti).
La sua soldatina Ursula ha la stessa mentalità. Ed infatti, costei non si sogna, ma nemmeno lontanamente, di sigillare le frontiere esterne dello spazio Schengen. Anzi, von der Leyen è favorevole al demenziale Patto ONU sulla migrazione, che mira ad introdurre la libera circolazione delle persone a livello mondiale (evidentemente, la circolazione funziona a senso unico: dall’Africa verso l’Europa). Patto che, sia detto per inciso, una volta passate le elezioni federali di ottobre, il triciclo PLR-PPD-P$$ a Berna si affretterà a benedire, con la massima goduria.
Eh no!
Dove vogliano andare a parare gli eurocrati in materia di immigrazione clandestina è fin troppo chiaro: 1) “devono entrare tutti”; 2) facciamo saltare l’accordo di Dublino, e quindi la regola dello Stato di primo ingresso, per poi distribuire i finti rifugiati tra i vari Stati membri. Nel frattempo, e qui sta il bello, teniamo però in vigore gli accordi di Schengen – e quindi le frontiere rimangono spalancate.
Disastro annunciato
Il Belpaese, con il nuovo governo PD-5Stelle, che è uno dei più a $inistra della storia della vicina repubblica, riaprirà i porti ai passatori delle ONG. E sarà subito assalto alla diligenza. Anche alla nostra. Se infatti in Ticino al momento arrivano meno finti rifugiati rispetto agli scorsi anni, ciò è dovuto solo ai decreti sicurezza dell’odiato leghista Salvini. Via quelli… si riaprono le cataratte!
Schengen, Vaffa!
Se oltre alla riapertura dei porti italici ci troveremo pure senza le regole di Dublino, è chiaro che il disastro – ossia: l’invasione – è annunciata. Adesso la neo-ministra di giustizia KKS (Karin Keller Sutter) si bulla – ovviamente a scopo di campagna elettorale per il suo partito PLR – di aver chiuso due centri per migranti economici causa mancanza di affluenza. Ma la sciura Ka-Ka-eS può stare tranquilla. I centri, li rimetterà ben presto in funzione!
Una cosa è certa: la Svizzera non può tollerare la riapertura dei porti del Belpaese ad opera dei kompagni cadregari tornati in forze a Palazzo Chigi (altro che “il ritorno dei morti viventi” del buon George Romero…), e in aggiunta pure la rottamazione della regola di Dublino. Tanto più che i camerieri dell’UE in Consiglio federale, in preda ai consueti servilismi, senza dubbio si affretteranno a dare la propria disponibilità ad accogliere e a mantenere in Svizzera un numero di migranti economici assolutamente sproporzionatoper rapporto alle dimensioni del nostro Paese. Questo perché l’industria ro$$a dell’asilo deve funzionare ed i centri asilanti vanno riempiti!
E’ evidente che, con i kompagni italici che riaprono i porti e la Frau Ursula che vuole far saltare le regole di Dublino, la Svizzera può fare solo una cosa: “Vaffa” Schengen! Frontiere chiuse! Muro sul confine!