Quadri: “Il nostro Cantone deve poter applicare una rigorosa preferenza indigena”
Come volevasi dimostrare, il Consiglio federale spalanca i confini ai frontalieri. Da settimana prossima riapriranno altri quattro valichi secondari: Camedo, Ponte Faloppia, Pizzamiglio e Brusata. Una scelta che viene criticata dal Consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri.
“Per l’ennesima volta si calano le braghe e si riaprono le frontiere – commenta Quadri -. Questo mentre i nostri vicini, ed in particolare l’Italia, i loro confini li tengono ben chiusi per motivi sanitari. E’ assurdo e ne pagheremo presto le conseguenze. Facendo entrare tutti i giorni 70mila frontalieri si rischia, ovviamente, la temuta seconda ondata di contagio. Il Ticino, lo ripeto per l’ennesima volta, è stato impestato dalla Lombardia a causa della libera circolazione. Adesso rischia di impestarsi di nuovo. Il Consiglio federale e la partitocrazia se ne dovranno assumere le responsabilità”.
Il problema non è solo sanitario…
Evidentemente, c’è anche un aspetto occupazionale. La crisi economica “da virus cinese” che ci piomberà addosso sarà di proporzioni enormi. Già dai dati di aprile sulla disoccupazione – e sono i dati taroccati della SECO – emergono le prime avvisaglie. Per il nostro Cantone, si parla un tasso di disoccupazione del 4%, in crescita dell’1,3% rispetto ad aprile 2019. Gli italiani, dal canto loro, saranno messi ancora peggio, e di molto. Non avranno più nemmeno gli occhi per piangere. Anche i paracarri sono in grado di rendersi conto che il risultato sarà un assalto alla diligenza del mercato del lavoro ticinese. Per questo la libera circolazione delle persone non può tornare in vigore come prima dell’emergenza coronavirus. Continuano a ripeterci che “il mondo è cambiato”. Bene, allora che cambi sul serio.
Qual è dunque la sua proposta?
Nei giorni scorsi ho presentato una mozione al Consiglio federale in cui si chiede di creare una finestra di crisi (termine che va di moda) per il nostro Cantone, che sia vera ed utile. E che serva a sostenere l’occupazione dei ticinesi. Non a creare disoccupazione, come è invece il caso del lockdown prolungato ad oltranza che vari esponenti istituzionali si ostinano a presentare come una vittoria (?) del Ticino. La “finestra di crisi” che chiedo io, lo si sarà capito, riguarda la libera circolazione delle persone. Il Ticino deve essere autorizzato a non più rilasciare permessi di lavoro a go-go a cittadini stranieri, sia nella forma del permesso G che di quello B. E’ vitale che venga applicata la preferenza indigena, e con il massimo rigore. E che venga applicata così come votata dal popolo. Non certo nell’inutile e ridicola variante “light” voluta dalla partitocrazia per cancellare l’esito della votazione federale. Rilevo che purtroppo il Consiglio di Stato, così solerte nel chiedere a Berna di tenere chiuse attività economiche che magari nemmeno sarebbe stato necessario fermare perché si possono svolgere in sicurezza, sulla questione delle frontiere che devono rimanere chiuse e della libera circolazione delle persone da sospendere è stato invece latitante.
Non è una richiesta irrealistica?
Come dicevo: il mondo è cambiato. Forse che ad inizio anno sarebbe stato realistico immaginare che tutti i paesi UE avrebbero chiuso le frontiere, che le scuole sarebbero state chiuse, che si sarebbe andati in lockdown, che agli over 65 sarebbe stato vietato fare la spesa? Molte misure che solo pochi mesi fa sarebbero state giudicate irrealizzabili sono invece diventate realtà in tempo di record.
Come valuta l’approvazione, da parte della maggioranza del Consiglio nazionale, della mozione che chiede il ripristino integrale della libera circolazione delle persone?
Scellerata. Mi auguro che gli elettori non dimenticheranno questa nuova prodezza del triciclo PLR-PPD-PSS (Verdi-anguria inclusi) e che presenteranno il conto ai prossimi appuntamenti elettorali. Come scellerate sono certe dichiarazioni della ministra di giustizia, la PLR Karin Keller Sutter, sulla popolazione che “grazie alla pandemia” avrebbe compreso il valore (sic!) della libera circolazione delle persone. Io spero che la popolazione si sia invece resa conto che ci siamo impestati a causa della libera circolazione delle persone.
Chiudiamo con una nota più frivola: cosa pensa del “party non autorizzato” con conseguente intervento della polizia, che un centinaio di deputati avrebbero tenuto a Berna alla fine della sessione speciale?
Io non c’ero a questo party e non so cosa sia successo, ma una cosa l’ho notata: durante la sessione, quasi nessuno manteneva le distanze sociali. Durante le pause pranzo i parlamentari si ammucchiavano nell’area bar creando assembramenti. Ed a portare la mascherina eravamo solo in tre o quattro. Non è così che si dà l’esempio alla popolazione. Se vogliamo che le attività economiche ripartano – e dobbiamo volerlo, perché non abbiamo alternative – le prescrizioni di sicurezza vanno imperativamente osservate. Anche se sono poco pratiche o fastidiose.
MDD