Iniziativa “contro l’immigrazione di massa”: le farneticazioni dell’eurocommissaria Reading

Qui si sta davvero oltrepassando ogni limite. Tale Viviane Reading, giustamente sconosciuta ai più, fa la vicepresidente della Commissione europea, combriccola fallita di Stati falliti. I quali però credono di essere nella posizione di fare i prepotenti.

La signora Reading, vicepresidente dei falliti e rappresentante del Lussemburgo (notoriamente una superpotenza) ha pensato bene di minacciare i cittadini svizzeri. Forse pensando che questi ultimi, a somiglianza di un Consiglio federale di cui ci si può ormai solo vergognare, abbiano l’abitudine di calare le braghe ad ogni “cip”.

Ebbene la signora, superburocrate non eletta da nessuno, ha fatto male i conti. Ma proprio male.

Di ricatto in ricatto

Oggetto delle farneticanti minacce della vicepresidente dei falliti, l’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”. La lussemburghese, forse credendo di impressionare (?) ha dichiarato che la libera circolazione delle persone non verrà rinegoziata e che se salta la libera circolazione delle persone saltano tutti gli Accordi bilaterali. “Uhhhh, che pagüüüüüraaaa!” avrebbe detto il Nano! Che gli Stati UE abbiano interesse solo all’accordo bilaterale sulla devastante libera circolazione delle persone, se lo inventa la Viviane: di sicuro non lo decide lei.

Anche se, a dire il vero, invece di indignarci con questa arrogante giannizzera dei falliti dovremmo ringraziarla.
Un aiuto migliore i sostenitori dell’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”,  tra cui la Lega, non lo potevano sperare. Le acute esternazioni della Reading valgono più di tanti comizi, trasmissioni televisive, dibattiti,… Doris Leuthard pensò bene di ricattare i cittadini sul prezzo della vignetta autostradale. Risultato: dalle urne si è portata a casa una sonora legnata. L’aquila Reading ha fatto di molto peggio: dunque, ringraziamola per il suo generoso sostegno alla fine della devastante libera circolazione delle persone e raccogliamone i frutti.

Pezze da piedi

A scandalizzare è soprattutto una cosa. Qualcuno ha già sentito la vicepresidente dei falliti minacciare, ad esempio, la Gran Bretagna o la Germania per le politiche sempre più restrittive in materia di immigrazione? Ma nemmeno per sogno. Londra e Berlino, la superburocrate non eletta da nessuno Reading  se la mangiano in un boccone. Con la Svizzera, invece, ci si permette di tutto e di più. Ogni rappresentate di qualsiasi Stato o organizzazione sopranazionale – e poco importa se si tratta di entità minuscole e/o in  bancarotta – si sente legittimato  a minacciare la Svizzera. Pensa di essere nella posizione di dettare legge in casa nostra.

Il famoso “prestigio internazionale” della Svizzera è andato a peripatetiche. Questo perché tutti, dal Lussemburgo agli USA, dal Kazakistan alla Repubblica di San Marino, hanno capito che la Svizzera cala le braghe davanti a qualsiasi pressione estera. Le cala perché bisogna “aprirsi”. E qui emerge con prepotenza tutta la nullità del Consiglio federale.  Gli scienziati ci hanno sempre raccontato la storiella del “dobbiamo aprirci per conservare il prestigio internazionale” (?) del Paese; perché guai a passare per populisti e razzisti! Ci siamo aperti – o meglio: ci hanno aperti – ad oltranza. Il risultato? Da Stato orgoglioso della propria autonomia e delle proprie specificità, che venivano ammirate ed invidiate, siamo diventati le pezze da piedi del pianeta.

Ma andiamo pure avanti così, permettiamo ai falliti di trattarci da Stato canaglia, di depredarci e di comandare in casa nostra, perché «bisogna aprirsi all’UE», come ha dichiarato il PLR Didier Burkhalter presidente di turno della Confederazione nella sua ripugnante allocuzione di Capodanno! Adesso raccogliamo i frutti delle “aperture”.

Da notare che oltre ad essere arrogante, la Reading è pure incompetente, dal momento che quale esempio di buon funzionamento della devastante libera circolazione delle persone, nell’ennesima alzata d’ingegno ha pensato bene di citare la presenza di lavoratori serbi (sic!)   in Svizzera. Solo che, ma guarda un po’, la Serbia NON fa parte dell’UE; ma evidentemente la vicepresidente della Commissione europea non lo sa! E noi accettiamo lezioni da una così?

Se il Consiglio federale avesse un minimo di decenza, pretenderebbe scuse formali dal club del falliti UE per le inqualificabili minacce profferite dall’eurocommissaria nei confronti dei cittadini svizzeri. Ma naturalmente…
Lorenzo Quadri