Ma guarda un po’: sull’invasione dei padroncini adesso  tutti danno ragione alla Lega compresa la sinistra. E’ da quando è entrata in vigore la libera circolazione delle persone che la Lega ed il Mattino predicano e propongono contingentamenti dei padroncini, oltre che blocchi quotidiani (da fatturare a Berna). L’ultimo, riuscitissimo controllo ha dato risultati eloquenti: su 27 padroncini fermati, in regola non ce n’era neanche uno. Però quelle della Lega e del Mattino erano tutte frottole populiste e razziste.

Sui frontalieri invece la sinistra di contingenti non vuole sentire parlare, e questo malgrado non ci sia altra soluzione per evitare il soppiantamento dei lavoratori residenti con frontalieri. La cosa non sorprende: la sinistra è in balia dei sindacati; ed anche i frontalieri pagano le congrue quote sindacali. Per cui…

Intanto sempre più cittadini ticinesi, giovani e meno giovani, si vedono privati del lavoro e dunque del futuro, e questo perché i partiti $torici, il padronato ed i sindacati hanno voluto aprire il nostro piccolo mercato del lavoro all’assalto alla diligenza da oltreconfine. Assalto peraltro confermato dalle solite statistiche che parlano di un aumento dei posti di lavoro, ma contemporaneamente aumentano le persone in disoccupazione ed in assistenza. Questo cosa vuol dire? Semplicemente, che i “nuovi posti di lavoro” non sono per i residenti, bensì per frontalieri. I quali, oltre ad occupare tutti i nuovi posti, soppiantano i ticinesi in quelli esistenti.

La guerra tra poveri con cui la $inistra ama riempirsi la bocca, l’hanno creata gli spalancatori di frontiere (kompagni in primis) e non certo la Lega o il Mattino. 

Entrate dimenticate

I padroncini non pagano né tasse né oneri sociali. Da nessuna parte. I frontalieri versano all’Italia imposte ridicole, se paragonato a quanto frutta all’erario del Belpaese il cittadino italico che lavora in patria, costretto a corrispondere al fisco aliquote predatorie.

Fa veramente specie che la vicina ed ex amica Penisola, sempre pronta ad attaccare la Svizzera con mezzi illegali per colpa dei rimasugli del segreto bancario, non abbia nulla da dire sulle imposte che non riceve da padroncini e frontalieri.

Roma dovrebbe essere la prima a fare pressioni affinché la Svizzera le trasmetta informazioni su padroncini e distaccati notificatisi in Svizzera, come pure sull’importo delle commesse (al proposito la proposta di Saverio Lurati è sicuramente interessante).

Invece, niente. Come mai? Forse perché viene comodo attaccare la Svizzera sul segreto bancario, sapendo che la ministra del 5% ed i suoi degni compari calano le braghe, ma altrettanto comodo viene sfruttare il Ticino come valvola di sfogo su cui scaricare centinaia di migliaia di italiani che, senza il nostro paese, sarebbero senza lavoro e a carico della socialità italiana? Sicché il Belpaese non prende nessuna misura che potrebbe in qualche modo contenere l’invasione della Svizzera (del Ticino) da parte di cercatori d’impiego italiani, nuocendo al gioco dello scarica-barile? E se si perdono entrate fiscali, pazienza? Avanti così, si dicono gli “amici” a sud: tanto gli svizzerotti sono fessi e non si accorgono di niente…

Lorenzo Quadri