Palazzinari PLR e sfascisti bellinzonesi a manina: i miracoli (?) della politichetta
“In temp da guera – recita il noto detto – püssée ball che tera”. Ed infatti gli avversari del Polo sportivo e degli eventi di Cornaredo (PSE) di panzane ne raccontano a raffica. Si va dalle cifre taroccate alla fola che il nuovo stadio comporterebbe poi tagli al sociale (?). E altre trovate fantasiose.
A combattere il PSE, come sappiamo, è l’improbabile accoppiata composta da palazzinari PLR e sfascisti bellinzonesi del Mp$(Movimento pro Saccoccia). I primi sono mossi, more solito, da interessi economici personali: temono di perdere inquilini dai loro stabili. Ai secondi, di Lugano non gliene potrebbe fregare di meno. Costoro saltano parassitariamente su qualsiasi carro, pur di mettersi in mostra e di gonfiarsi l’ego. Il referendum contro il PSEl’hanno lanciato per farsi campagna elettorale (operazione miseramente fallita, visto che non hanno ottenuto nemmeno uno strapuntino in Consiglio comunale).
Ex partitone ancora spaccato
Senza dubbio, la votazione del prossimo 28 novembre costituisce una delle sfide più importanti per la città. E l’ex partitone ancora una volta si presenta spaccato. Diviso esattamente in due tra favorevoli e contrari. Per accaparrarsi cadreghe (vedi quella di vicesindaco) il PLR ha ricattato il municipio, minacciando di portare avanti una politica del sabotaggio (alla faccia del “Buongoverno”); cosa che sta peraltro già facendo dal 2013, ossia da quando ha perso la maggioranza relativa in municipio.
Avendo ottenuto la cadrega bramata, l’ex partitone dovrebbe oracollaborare e – come promesso – condividere la responsabilità. Ed invece, col piffero: svariati suoi alti papaveri da settimane stanno spalando palta sul Polo sportivo. Se il PSE naufragherà in votazione popolare, la colpa sarà dunque del PLR e delle sue faide interne.
Il P$, dal canto suo, non è certo più unito.
Gli avversari ro$$overdi del Polo sportivo sono gli stessi che volevano trasformare l’aeroporto in un campo di patate. Costoro non hanno remore nell’ affossare la città per poi magari dare la colpa all’odiata Lega in quanto Movimento di maggioranza relativa in municipio. I kompagnuzzi non riescono a digerire il fatto che Lugano sia l’unica tra le 10 principali città svizzere a non avere un esecutivo a maggioranza ro$$overde. E quindi sbroccano.
Interessi di saccoccia personali, smanie di protagonismo e politichetta. Ecco i nobili motivi dei “Neinsager”.
Ai tempi del LAC…
Particolarmente interessante, si fa per dire, l’obiezione finanziaria. Ohibò: all’ente pubblico il PSE costerà molto meno del LAC, ed in più permetterà di riqualificare un intero quartiere (mentre con il Polo kulturale si è sistemata al massimo una piazza). Gli indotti del Polo sportivo e degli eventi sono indubbiamente superiori a quelli del LAC. Però quando la città, senza alcun contributo esterno, né privato né pubblico, spendeva e spandeva per la “casa della cultura” (per non parlare poi del contenuto), liblab e $inistrati non emettevano un cip. Anzi: denigravano i “beceri leghisti nemici della kultura” che osavano protestare.
Perché ai tempi nessun kompagnuzzo minacciava che, se si fossero spesi 250 milioni per il LAC, poi la città avrebbe dovuto tagliare sulla socialità? Ed infatti, di tagli al sociale causa LACnon ce ne sono stati; come non ce ne saranno con il PSE.
Sport popolare
Tentare poi di aizzare i meno abbienti contro il nuovo stadio con argomenti farlocchi è una mossa penosa. Il PSE promuoveràanche lo sport popolare. Servirà a quelli che non si possono permettere le palestre di lusso ed i personal trainer. E’ il LAC ad essere un’operazione a beneficio delle classi abbienti e di nessun interesse per i ceti popolari, che non si possono permettere di pagare i biglietti. Però sul LAC i $inistrati tacevano (e tacciono).Niente di strano: i kompagni sono ricchi.
Investimento anticiclico
Va pure sottolineato l’effetto anticiclico che avrà un investimento pubblico-privato importante come il PSE. La sua edificazione darà lavoro a numerose imprese ed artigiani locali, occupando centinaia di persone sull’arco di anni. Il che è particolarmente necessario nell’attuale periodo di crisi economica provocata dallo stramaledetto virus cinese.
Se la Lega non lanciò a suo tempo il referendum contro il Polo culturale, fu solo nell’aspettativa che un investimento pubblico di tale portata avrebbe generato ricadute apprezzabili sull’economia locale. Ma tale aspettativa andò clamorosamente delusa. Sulcantiere del LAC, protetti dalla capodicastero PLR, arrivarono gli spagnoli della COMSA con dirigenti italiani, i quali fecero lavorare praticamente solo ditte del Belpaese. Una situazione del genere non potrà ripetersi con il PSE.
Chissà come mai
A Lugano si può continuare a non realizzare nessun grandeprogetto e a non investire. Così i soldi dei contribuenti luganesi andranno a finanziare, tramite gli spropositati contributi perequativi, gli investimenti altrui. Magari a Bellinzona. Poi ci si chiede come mai gli sfascisti bellinzonesi ed i loro alleati di comodo vogliono affossare lo sviluppo di Lugano.
Lorenzo Quadri