Niente CPI sugli abusi sessuali in salsa $ocialista, mentre sul presunto “caso permessi”…
Il P$ (= Partito degli Stranieri), come ben sappiamo, vuole distribuire passaporti svizzeri e permessi di dimora e di domicilio a tutti, come se piovesse. Addirittura, a livello federale i $inistrati prendono la scusa dello stramaledetto virus cinese per tentare di sabotare il requisito dell’integrazione economica per l’ottenimento della cittadinanza elvetica. In altre parole: anche chi è in assistenza – e i casi aumenteranno per colpa della crisi economica da covid – deve ottenere il passaporto rosso. Del resto, alcuni anni fa in Gran Consiglio un allora deputato P$ dichiarò: “già il solo fatto che uno straniero presenti la richiesta di naturalizzazione dimostra che è integrato”. Peggio di così…
A dimostrazione che per i kompagni il passaporto svizzero è carta straccia, costoro vorrebbero addirittura far votare gli stranieri. Come se, grazie alle naturalizzazioni facili volute dalla partitocrazia, non ci fossero già abbastanza neo-svizzeri che hanno acquisito il passaporto rosso solo per tornaconto personale e che pertanto votano contro gli interessi della Svizzera. Della quale, come si può facilmente immaginare, gli frega meno di zero.
La shitstorm
A livello ticinese il P$ da settimane tenta di scatenare una shitstorm (=tempesta di cacca) contro il direttore del Dipartimento delle Istituzioni, l’odiato leghista Norman Gobbi. La sua colpa? Pretendere che, prima del rilascio o del rinnovo di un permesso B o C, vengano esperiti dei controlli, onde evitare abusi.
Il solo pensiero che un qualsivoglia migrante possa non ottenere tutto quello che vuole serve a far sbroccare i kompagnuzzi. Costoro immediatamente iniziano a strillare al “razzismo”, sul modello dei cani di Pavlov che salivavano al suono della campanella. E dunque, dopo che il braccio armato del P$, ossia la Pravda di Comano con i suoi giornalai ro$$i, ha realizzato la “nota” puntata di Falò sul “caso permessi” (NB: una puntata di Falò costa in media 150 mila Fr, e nümm a pagum il canone più caro d’Europa), ecco che i $inistrati tentano di montarci un caso politico. Prima infesciando il governicchio di atti parlamentari -foffa. Poi pretendendo di attivare l’Alta vigilanza parlamentare sul Consiglio di Stato. Uhhh, che pagüüüraaa!
Camionate di sabbia
Il colmo è che questi $inistrati che cianciano di alta vigilanza su chi esegue controlli prima di rilasciare dei permessi, sono poi quelli che, in occasione dell’ultima seduta di Gran Consiglio, hanno affossato la Commissione parlamentare d’inchiesta (CPI) sugli abusi sessuali “in salsa” P$: ovvero, quelli commessi dall’innominabile ex funzionario $ocialista Marco Baudino.
Nel caso del funzionario $ocialista abusatore sessuale, dunque, nessuna CPI. Evidentemente perché le persone al centro dell’inchiesta (Baudino ed i suoi superiori sospettati di aver imboscato le segnalazioni che lo riguardavano) sono esponenti del P$. Baudino in passato ha svolto un ruolo importante nelle campagne elettorali $ocialiste.
Sicché, prima il P$ sedicente difensore delle donne accetta la costituzione della CPI. Ma poi, quando si tratta di venire al dunque e di votarla in Gran consiglio, si produce in una giravolta a 180 gradi con scuse risibili. Penoso l’argomento secondo cui dal dibattito parlamentare sull’istituzione della CPI sarebbero emersi atteggiamenti giustizialisti e preconcetti. Proprio il P$, partito dell’odio e della morale a senso unico, che vincerebbe i campionati del mondo di giustizialismo, se ne esce con una simile fregnaccia! Se Baudino, invece di $ocialista, fosse stato leghista, vogliamo proprio vedere se i ro$$i avrebbero affossato la Commissione d’inchiesta con la scusa di evitare “derive giustizialiste”. Ma va là!
P$ e PLR: sempre a manina
Inutile dire che manina con i $inistrati nell’operazione di insabbiamento troviamo il solito PLR. L’ex partitone nel parlamento cantonale ha offerto uno spettacolo penoso: donne liblab che si complimentavano l’un l’altra “battendo il cinque” per l’affossamento di una CPI su abusi sessuali; soldatini PLR che addirittura applaudivano come allo stadio. I tapini si immaginano di aver portato a casa chissà quale vittoria; invece hanno rimediato una figura marrone di proporzioni epiche.
Ed è proprio questa stessa coppia di fatto P$-PLR , “naturalmente” in nome del non giustizialismo, ad invocare l’alta vigilanza per il “caso permessi”. Quando si dice: due pesi e due misure…
Un regalo
Si prende dunque atto che non solo i kompagni, ma anche i liblab pretendono che i permessi B e C vengano rilasciati e rinnovati alla cieca. Senza alcun controllo. Anche a delinquenti ed approfittatori. Distribuiti come coriandoli a carnevale (quando i carnevali ancora si potevano fare).
Non serve essere dei grandi strateghi per rendersi conto che, per Norman Gobbi, questo accanimento tignoso, partigiano e giustizialista (non fosse leghista, nessuno si sognerebbe di invocare vigilanze di qualsivoglia altitudine) si traduce automaticamente in campagna elettorale gratuita.
Peccato che le elezioni cantonali siano ancora lontane!
Lorenzo Quadri