La grande castigatrice del Ticino e dei ticinesi se la passa sempre peggio
Lara Comi, ex deputata forzitaliota al Parlamento di Bruxelles, è di nuovo nei guai. Dopo la mancata rielezione (trombatura) nel 2019, la parabola discendente della signora pare inarrestabile.
Delle vicissitudini giudiziarie di un’ex eurodeputata varesina di per sé ci potrebbe anche importare meno di zero. Non fosse che la Comi ha costruito la propria “notorietà” (parola grossa) politica come paladina dei frontalieri e grande fustigatrice dei ticinesi razzisti. Oltretutto dimostrando, nel farlo, una plateale ignoranza dei trattati che regolano i rapporti tra Svizzera e Belpaese (confondeva regolarmente l’accordo bilaterale sulla libera circolazione delle persone con il trattato di Schengen, tanto per dirne una). Ma lei stessa ha ammesso candidamente che gli interventi a Bruxelles glieli preparava la mamma, quindi non si può pretendere…
Tra le innumerevoli prodezze “comiane” contro il Ticino, si ricorda la roboante minaccia di portare il governicchio cantonale davanti alla Corte europea di giustizia (uhhh, che pagüüüüraaa!) a seguito dell’introduzione, nel 2015, dell’obbligo di presentare l’estratto del casellario giudiziale prima del rilascio o del rinnovo di un permesso B o G. Inutile dire che, anche in quell’occasione come in tutte le altre, non se ne fece nulla!
Giudizi lapidari
Nei giorni scorsi all’ex eurodeputata di Forza Italia è stato sequestrato mezzo milione di euro (apperò!) frutto, secondo gli inquirenti, di truffe ai danni del parlamento europeo. Negli atti d’accusa a carico della Comi si leggono frasi del seguente tenore:
“Nonostante la giovane età, Lara Comi ha mostrato nei fatti una non comune esperienza nel fare ricorso ai diversi, collaudati schemi criminosi volti a fornire una parvenza legale al pagamento di tangenti, alla sottrazione fraudolenta di risorse pubbliche e all’incameramento di finanziamento illeciti”.
E anche:
“In modo sistematico ed assolutamente spregiudicato (ha) piegato a fini personali il proprio ufficio pubblico, commettendo una serie di illeciti allo scopo di drenare denaro dalle casse dell’Unione Europea in proprio e in favore altrui, sfruttando a questo scopo tutti i possibili canali derivanti dal proprio ruolo”.
Parole che si commentano da sé. Eccola qua, quella che pretendeva di calare lezioni al Ticino!
La musa
Non è elegante infierire contro chi ormai non ha più alcun ruolo. Specie sotto Natale. Quindi la chiudiamo qui. Ci sarà concesso scrivere che le traversie giudiziarie dell’ex fedelissima del Berlusca non ci causano certo crisi d’angoscia.
Ma d’altra parte, dobbiamo pur ammetterlo, un po’ la Lara ci manca. Le sue sbroccate a mezzo stampa contro il nostro Cantone erano una continua fonte di ispirazione per il Mattino. Di successori “all’altezza” di tanta pochezza (scusate l’ossimoro) per ora non se ne vedono.
Lorenzo Quadri