Il marketing LGBTQVattelapesca infastidisce il resto della clientela

La propaganda aziendale nel segno della politichetta “woke”, climatista e LGBTQVattelapesca fa flop. Se ne stanno accorgendo varie grandi aziende USA che, chinatesi a 90 gradi davanti alnuovo pensiero unico, hanno visto gli incassi ridursi in modo drastico.

Evidentemente, i grandi geni del marketing non si sono resi conto che correre dietro, con atteggiamenti servili, ad ipotetiche nuove clientele arcobaleno rischiava di far girare le scatole agli acquirenti già esistenti: quelli “storici”. Cosa che puntualmente è accaduta. Ne sa qualcosa la birra Bud Light. Da sempre la più venduta negli Stati Uniti, ha pensato bene di farsi il “rainbow-washing”, reclutando come testimonial un influencer trans. La scelta politikamente korrettissima non è piaciuta alla clientela preesistente, in prevalenza maschile, che – incoraggiata in questo anche da politicanti repubblicani –  ha deciso di migrare altrove, scegliendo altre marche. Risultato: la ex birra più venduta ha perso nel giro di poche settimane quasi un quarto delle proprie quote di mercato.

Nel malcontento dei consumatori sono incorse, a seguito di trovate di marketing LGBTVattelapesca, anche marchi come Nike, Mars, Lego, Starbucks. E ben gli sta!

Le iniziative woke e gender dei grandi gruppi USA ricordano altre demenziali pensate, come quella di cambiare il nome al moretto in quanto “razzista”. O quella di radiare croci e altre immagini che richiamano il cristianesimo dalle confezioni di certi prodotti, nell’intento di slinguazzare la clientela islamista.

I grandi manager all’origine di cotante trovate, presi dalla foga di correre dietro a minoranze starnazzanti, si dimenticano che però che esse sono esigue. Ed è tempo ed ora che la maggioranza silenziosa si ribelli al moralismo decerebrato di chi pensa di farle il lavaggio del cervello nel segno del gender, del woke, del climatismo e dell’islamizzazione. Le aziende che si prestano a fare da spalla a simili politichette pensando di guadagnarci, vanno boicottate dai consumatori. Così magari qualche strapagato “magnager” capirà chi  ha in mano il ballino: i clienti, appunto.

Lorenzo Quadri