La stampa di regime propina ormai praticamente un editoriale al giorno contro la “criminale” iniziativa No Billag. Venerdì sia il direttore del Corriere del Ticino che quello della Regione sono riusciti a farlo in contemporanea: quando si dice la pluralità dell’informazione! La casta, con i suoi portavoce, marcia compatta a difesa della TV di Stato, proprio centro di potere e di propaganda.
Nel suo scritto, il direttore del quotidiano radiko$ocialista LaRegione Matteo Caratti si perde in esercizi di dietrologia da tre e una cicca al proposito della posizione del Municipio di Lugano sull’iniziativa No Billag. Il quale si è espresso a maggioranza, “ma chi l’avrebbe mai detto”, a sostegno del canone più caro d’Europa.
Se proprio si voleva commentare questa decisione, si sarebbe allora potuto dire che non è certo compito di un municipio dare indicazioni di voto su temi federali. E’ vero che ci sono dei precedenti. Ma non è certo questa la regola. E non si venga a raccontare la storiella dell’importanza del tema poiché – ad esempio – su un tema molto più importante come la riforma dell’AVS, non c’è stata alcuna presa di posizione.
Quanto ai contenuti del comunicato municipale, si tratta di una semplice reiterazione delle fake news che la SSR e la partitocrazia ossessivamente pappagallano da settimane. Sperando forse che, a furia di ripetere panzane, queste diventino vere per magia.
Che simili comunicati mandino in brodo di giuggiole il direttore del quotidiano radiko$ocialista ed i suoi amici e correligionari dell’emittente statale (che da mesi fanno stalking su tutti gli esponenti politici per ottenerle) è comprensibile. Nella goduria del momento, tuttavia, sarebbe almeno consigliabile evitare di prodursi in fantozziani voli pindarici.
Che all’interno della Lega non tutti fossero a favore del No Billag non è certo una novità. La Lega non è la Bulgaria. Il sindaco di Lugano aveva peraltro già da tempo espresso pubblicamente, come suo buon diritto, la propria posizione (che non è quella del Movimento). La situazione era dunque nota. E – al contrario di quello che si legge su LaRegione – non c’è alcun “contorsionismo”. Gli unici contorsionismi sono quelli con cui il buon Caratti maldestramente immagina chissà quali calcoli machiavellici dietro ad un comunicato che, da qualsiasi parte lo si prenda, nulla rivela che non fosse già noto. L’obiettivo dell’editorialista, evidentemente, è sempre lo stesso: mettere in cattiva luce l’odiata Lega. Uhhh, che pagüüüraaaa!
Questa è la “qualità” dell’informazione pilotata dalla $inistra. Che è la stessa alla Regione come a Comano. Con la differenza che, almeno per il momento, non siamo ancora obbligati per legge ad abbonarci alla Regione. Il canone più caro d’Europa, invece, lo deve pagare anche chi non guarda né ascolta la RSI (o qualsiasi altra emittente).
A proposito, Caratti: a quando un editoriale sulle decine di migliaia di impieghi di ticinesi distrutte dalla libera circolazione, sostenuta a spada tratta dalla RSI (e dalla Regione)? A quando un editoriale sui quasi 3000 posti di lavoro andati in fumo solo nelle banche di questo Cantone grazie alle calate di braghe sul segreto bancario, accolte a Comano come pure in Via Ghiringhelli con scomposte grida di giubilo?
Caro Caratti, i tuoi sodali hanno devastato il Ticino ed il suo mercato del lavoro a suon di “aperture”, osannati dal tuo giornale e dalla Pravda di Comano. E tu parli di “tradimento” in relazione a chi non ci sta a continuare a pagare il canone più caro d’Europa per finanziare l’anacronistica e stra-gonfiata macchina di propaganda dell’establishment, anche se non usufruisce delle sue prestazioni? Per fortuna che il ridicolo non uccide. Sennò, di questi tempi, sai le stragi…
Lorenzo Quadri