Proseguono le prodezze dei finti asilanti. Prodezze che non sono limitate a Chiasso, ma hanno una diffusione su scala cantonale. La nuova trovata italiana, ossia quella di non accettare più all’aeroporto di Roma-Fiumicino gli asilanti rinviati, ma solo alla Malpensa, sembra fatta apposta per inguaiare il Ticino. E probabilmente non solo “sembra”, ma è proprio così.
Infatti è ovvio che, data la vicinanza col confine elvetico, il finto asilante consegnato alla Malpensa torna nel nostro Cantone nel giro di un paio d’ore ad esagerare. Basti pensare che tra i rimpatriati a Fiumicino il tasso di rientro è superiore al 20%.
I regali della vicina ed ex amica Penisola non sono però che la ciliegina sulla torta. Le malefatte dei richiedenti l’asilo sul nostro territorio, infatti, si arricchiscono di sempre nuovi capitoli. E non parliamo solo degli asilanti collocati a Chiasso, ma anche di quelli dispersi nel resto del Cantone, che sono circa 260.
Ebbene: naturalmente nessuno ha detto niente, ma qualche giorno fa a Locarno la polizia ha fermato un asilante in possesso di una pistola. L’arma, a quanto si è scoperto, è il frutto di un furto in un veicolo; probabilmente in un veicolo militare. E il finto rifugiato in questione, con la pistola cosa pensava di farci? L’intenzione era quella di venderla, o magari quella di usarla? Fatto sta che l’asilante pistolero – che a quanto ci risulta, alloggiava in albergo – dopo 48 ore era già stato rimesso in libertà, in quanto l’arresto non è stato confermato. Rimesso in libertà, e naturalmente alloggiato… in un altro albergo. Dove è libero di farsi gli affari ad oltranza, senza alcun controllo. Complimenti, questo sì che è un modo efficace di amministrare la giustizia: l’effetto deterrente non mancherà di farsi sentire…
Da notare che un asilante collocato in albergo costa, tra tutto, circa 100 Fr al giorno. La Confederazione versa però, al Cantone, un contributo di soli 50 Fr al giorno. La differenza? Ce la mette il contribuente ticinese, è ovvio! Per cui ci piacerebbe proprio sapere quanto si è speso, a questa voce, negli ultimi 12 mesi.
Integrazione fallita
Se vogliamo poi parlare di asilanti che non sono ospiti del centro di Chiasso, ma sono già alla fase successiva, ossia hanno ottenuto un permesso di ammissione provvisoria (permesso F): questi ultimi sono tutti alloggiati in appartamento.
Tra loro, ce ne sono di quelli che risiedono in Ticino da 10 anni senza aver imparato una parola di italiano, e che lavoricchiano in nero: manifesto e totale fallimento della tanto decantata politica della multikulturalità e dell’integrazione.
Da notare che dopo sette anni di permesso F la Confederazione non versa più un copeco al Cantone per il mantenimento dei sedicenti rifugiati. Tutte le spese sono dunque a carico del Cantone. Il bello è che questi presunti rifugiati vanno anche in vacanza (cosa del tutto comprensibile: stare in assistenza, a carico del contribuente, stanca…). E dove vanno in vacanza? Proprio nel paese d’origine, ossia in quel paese in cui, stando a loro, non potrebbero rientrare perché la loro vita sarebbe in pericolo. Naturalmente anche quando sono in ferie, lontani dal suolo elvetico i signori continuano a percepire le prestazioni assistenziali.
Sarebbe interessante sapere come mai questi sedicenti profughi, visto che vanno in vacanza nel paese d’origine, non vi vengono mandati definitivamente. Forse perché anche qui si è perso il controllo sulla situazione?