Ecco i bei regali della devastante libera circolazione delle persone, sostenuta ad oltranza dalla partitocrazia, dai media di regime (RSI in primis), dal padronato e dai sindacati. Nei giorni scorsi è comparso su un portale l’ennesimo annuncio di lavoro-scandalo: una ditta con sede a Chiasso (evidentemente gestita da italici) cerca un laureato per pagarlo 600 Fr al mese (sic!). Per un impiego a tempo pieno. Fa specie vedere deputati-sindacalisti che – bramosi di farsi marketing professionale e politico – ostentano indignazione davanti a situazioni che loro stessi hanno contribuito a creare, spalancando le frontiere all’invasione da sud e a tutte le sue nefaste conseguenze che non stiamo qui per l’ennesima volta ad elencare.

I sindacati rossi

Il giorno precedente a fare il suo verso su un altro tema, ovvero l’aumento degli iscritti, è stato il sindacato rosso UNIA, di cui il P$ è ormai una succursale.

Con toni drammatici, il sindacato bellamente si autoincensa: “la gente è disperata per la situazione attuale nel mondo del lavoro ticinese, siamo l’ultimo baluardo, per questo gli iscritti aumentano”. Per poi aggiungere una frase alquanto significativa: “noi tra frontalieri e residenti non facciamo differenza”.

Tirando le somme

Motivo principale della situazione catastrofica in Ticino: libera circolazione.
Posizione di UNIA sulla libera circolazione: favorevole.

Posizione di UNIA sulla preferenza indigena: istericamente contraria.
Morale della favola: la protezione del mercato del lavoro è stata sacrificata dai sindacati rossi sull’altare dell’ideologia internazionalista e spalancatrice di frontiere. E anche su quello del tornaconto monetario. Cosa significa infatti la frase “noi non facciamo differenza tra frontalieri e residenti”? Significa che più frontalieri ci sono, meglio è: così gli iscritti ai sindacati lievitano, le entrate idem, ed i dirigenti di UNIA possono girare in Audi A6 e trascorrere le vacanze a Forte dei Marmi.

Sicché, si abbia almeno la decenza di non prendere in giro la gente presentandosi pomposamente come ultimo baluardo  contro una situazione di cui si è corresponsabili.

L’ipocrisia della casta

Che poi politicanti, sindacalisti e compagnia cantante che:

– hanno spalancato le frontiere sfasciando il mercato del lavoro del nostro Cantone;

– gioivano per lo smantellamento del segreto bancario con conseguente sparizione di quasi 3000 impieghi solo nelle banche ticinesi;

adesso istericamente starnazzino contro l’iniziativa No Billag facendo terrorismo sulle pretese conseguenze occupazionali per l’emittente di regime, è il colmo.
Evidentemente, in questo Cantone ci sono alcuni lavoratori di serie A: i privilegiati per cui la casta si mobilita. Mentre tutti gli altri sono di serie B, per non dire di serie Z. E di questi la casta se ne impipa alla grande.

Lorenzo Quadri