In questa interminabile campagna elettorale tutti si sono riempiti la bocca con i temi occupazionali, ma…

Intanto esplodono, “grazie” all’invasione da sud, i casi d’assistenza in Ticino. Ma come, non dovevano essere tutte balle della Lega populista e razzista?

In questa campagna elettorale dalla spropositata lunghezza di 10 mesi, irresponsabilmente voluta dall’ex partitone, tutti si sono riempiti la bocca con il problema del lavoro. Con risultati che, per i partiti $torici, sono più vicini all’umorismo nero che alla politica.

“Ticinesi, emigrate”

Il Consigliere di Stato PPD, davanti all’esplosione dei casi d’assistenza  in Ticino (aumento del  43% a 8300 in pochi anni, con spesa annua di 113 milioni di Fr) ha invitato i giovani ticinesi ad emigrare. E’ il mondo che gira al contrario. A causa della deleteria politica delle frontiere spalancate il mercato del lavoro ticinese viene invaso da sud e si trasforma – Corriere di Como dixit – nella “valvola di sfogo per la disoccupazione lombarda” (peraltro attestata su livelli allucinanti). Conseguenza  piĂą che prevedibile (ma come, non dovevano essere tutte balle della Lega populista e razzista?): esplodono i casi d’assistenza, specialmente tra i giovani. E il Consigliere di Stato PPD cosa propone? Non certo che si richiudano le frontiere. Ma non sia mai. Propone invece che i giovani ticinesi emigrino per far spazio a frontalieri e padroncini. A livello nazionale, poi, il partito ha mandato in Consiglio federale la catastrofica ministra del 5%. Ed i suoi alti papaveri – a partire dal capogruppo alle Camere, Senatore Pippo Lombardi – entrano giulivi nei vari  comitati contro il 9 febbraio.

Misure accompagnatorie silurate

Non va certo meglio al PLR, anzi. L’ex partitone si è sempre schierato a favore delle frontiere spalancate. Il suo comitato si è espresso all’unanimità contro il contingentamento dei frontalieri, venendo asfaltato dalle urne. Il PLR è ampiamente rappresentato nei numerosi comitati che vogliono sabotare il “maledetto voto” del 9 febbraio.

La sua Consigliera di Stato uscente non ha fatto nulla  per difendere il  mercato del lavoro ticinese dall’invasione da sud. Al contrario, ha sdoganato il mantra del “margine di manovra nullo”.

 Il PLR ha due Consiglieri federali. Uno, il ministro degli esteri Didier “dobbiamo aprirci all’UE” Burkhaltèèèèr, è il fautore della  “ripresa dinamica” (= automatica) del diritto europeo in Svizzera.  Il che significa: a comandare in casa nostra non siamo piĂą noi, ma i balivi UE che ci impongono le loro leggi. L’altro, il ministro dell’Economia Schneider Ammann, ha silurato il potenziamento delle misure accompagnatorie alla devastante libera circolazione delle persone su ordine dei “poteri forti”. Il pacchetto di potenziamento era stato elaborato di concerto con il Canton Ticino.

Che queste misure non siano la panacea è evidente. Ma, visto che da oltre  un anno Berna fa melina sulla concretizzazione del voto del 9 febbraio e la libera circolazione delle persone è in vigore esattamente come prima di quel voto, è evidente la necessitĂ  e l’urgenza di imporre dei correttivi, per quanto di piccolo cabotaggio, usando il diritto interno. E qui la perniciositĂ  del PLR è plateale. Il suo Consigliere federale non vuole nemmeno usare gli strumenti che abbiamo a disposizione – e che potremmo mettere in campo senza che nessuno abbia da fare cip – per tutelare il nostro mercato del lavoro dall’invasione. Figuriamoci allora se si sogna di andare a litigare con l’Ue per far diventare realtĂ  un voto popolare che il PLR sogna di cancellare dalla faccia della terra.

Ciliegina sulla torta: il Numes, squinternato movimento per l’adesione della Svizzera all’UE, è presieduto da una PLR, la Consigliera nazionale Christa Markwalder.

A ciò aggiungiamo pure l’ultima “perla” del Think tank Avenir suisse, di sedicente – ma proprio solo sedicente – ispirazione liberale, formato da quelli che una volta erano chiamati “capitani d’industria”. Avenir suisse vuole rottamare le iniziative popolari perché cominciano a riuscire troppo spesso.

P$ a manina con i “padroni”

Non va certo meglio al P$ che l’internazionalismo becero ce l’ha nel DNA. I kompagni hanno sostenuto ad oltranza la devastante libera circolazione delle persone (i contrari sono razzisti e fascisti) a manina con gli odiati “padroni”: e giĂ  qui i conti non tornano. I $ocialisti sono spalancatori di frontiere per motivi ideologici, ma anche molto pratici. Nel partito comandano i sindacati. Obiettivo dei sindacati è massimizzare il numero degli iscritti. Quindi piĂą frontalieri ci sono che pagano le quote, meglio è. SicchĂ©, avanti con l’invasione da sud, che provoca soppiantamento e dumping salariale. Ma poi, con allucinante ipocrisia, i kompagni pretendono di scendere in piazza a manifestare contro il dumping, da loro stessi fomentato.  In realtĂ  manifestano, come ben si è visto nelle recenti vicissitudini provocate dal franco forte, a sostegno dello stipendio dei frontalieri sindacalizzati.

La causa

I partiti $torici si sono dunque riempiti la bocca,in questa interminabile campagna elettorale, con il tema del lavoro. Evidentemente a lorsignori la “tolla” non manca, essendo costoro la causa del problema. Non certo la soluzione.

Lorenzo Quadri