Il Triciclo tenta di sminuire le colpe della libera circolazione, e quindi le proprie
Tanto per foraggiare USI e SUPSI con ulteriori mandati statali, la Commissione economia e lavoro del Gran Consiglio chiede al governicchio cantonale di attribuire all’una o all’altra un mandato per indagare (?) sui problemi del mercato del lavoro ticinese, e più specificamente sulla “fuga di cervelli”.
Data la qualità e le risultanze delle indagini dell’USI/IRE sul mercato del lavoro (“sostituzione di ticinesi con frontalieri e dumping salariale? Sono solo percezioni!”) c’è il vago sospetto che il risultato dell’esercizio sarà un ulteriore spreco di soldi del contribuente. Magari per finanziare uno studio realizzato da un ricercatore frontaliere o ex frontaliere.
Il motivo è chiarissimo
E’ inutile andare ad arrampicarsi sui vetri. La devastazione del mercato del lavoro di questo sfigatissimo Cantone ha un motivo chiarissimo: la libera circolazione delle persone voluta dalla partitocrazia. Per capirlo non serve né l’USI né la SUSPI: ci arriverebbe anche uno scolaro di terza media. “Grazie” al triciclo PLR-PPD-P$ più Verdi-anguria, ogni santo giorno il Ticino viene preso d’assalto da 80mila frontalieri dichiarati (più quelli in nero) e da svariate migliaia di padroncini (praticamente tutti in nero). E la partitocrazia immigrazionista adesso vorrebbero far lavorare pure gli ucraini. E i ticinesi chi li assume? Così, tanto per sapere…
Fumo elettorale
Eppure il Triciclo si ostina a lanciare fumogeni: a maggior ragione in campagna elettorale. E dunque ecco spuntare la fanfaluca secondo la quale a causare la fuga di cervelli non sarebbe la mancanza di posti di lavoro per i ticinesi causata dall’ invasione da sud, ma quando mai! Servono “analisi” per montare la panna su questioni di contorno come i servizi alle famiglie, oppure del tutto inventate. Intendiamoci, i servizi alle famiglie sono utili, ma non è certo per questo che i ticinesi vanno oltregottardo, o si trasferiscono in Italia a fare i frontalieri svizzeri; magari in posti dove di asili nido e affini non ce ne sono del tutto!
Andrà a finire che, sulle risultanze di qualche studio farlocco, la politichetta cantonale spenderà ancora più soldi del contribuente in “servizi” senza migliorare in nulla la situazione occupazionale in Ticino! E come la mettiamo col fatto che gli stipendi ticinesi sono del 20% inferiori a quelli del resto della Svizzera, ma il costo della vita no, e la forchetta continua ad allargarsi? Se qualcuno immagina di risolvere con l’ennesimo studio USI o SUPSI, forse ha sbagliato qualcosa.
O la libera circolazione viene finalmente limitata, o lo sfacelo continuerà; e non c’è “servizio alle famiglie” che tenga. Ma evidentemente il Triciclo vuole sminuire le responsabilità delle frontiere spalancate – e quindi le proprie – con l’obiettivo di infinocchiare il popolazzo in periodo elettorale.
Come recita il noto slogan: non siamo mica scemi!
Almeno una buona notizia
Nei giorni scorsi si è intanto appreso che, malgrado i tentativi della partitocrazia (!) dei $indakati (!) e del padronato, il regime speciale che permetteva il telelavoro dei frontalieri, istituito a causa del covid, terminerà come previsto mercoledì 1° febbraio. Il Belpaese non intende rinnovare l’accordo. Questa è una bella notizia. Infatti i frontalieri in telelavoro sono quelli di cui il Ticino non ha affatto bisogno e che nemmeno dovrebbero esistere. Gli infermieri non possono lavorare a distanza; nemmeno gli operai edili. L’home office è prerogativa del terziario da ufficio. E non sono certamente queste figure a mancare tra i ticinesi. Anzi, ce ne sono fin troppe!
Se senza telelavoro ci saranno permessi G che non vorranno più lavorare qui (cosa di cui dubitiamo fortemente) che si accomodino e lascino il posto ad un “indigeno”. E che nessuno ci venga a raccontare la fregnaccia dei frontalieri in home office come misura per ridurre il traffico, perché gli ridiamo in faccia. Chi vuole meno traffico faccia in modo che vengano assunti residenti! E invece i climatisti ro$$overdi sono i primi spalancatori di frontiere.
Lorenzo Quadri