I dividendi della BNS vanno usati per promuovere le assunzioni dei residenti

 

La disoccupazione in Italia è nuovamente salita, ciò che non sorprende. I dati ufficiali del 2014 parlano del 12,7% contro il 12.1% del 2013, mentre il tasso di senza lavoro tra i giovani supera da tempo il 41%.

 Naturalmente bisogna ricordare che le statistiche, ben lungi dal costituire la verità rivelata, sono, al contrario, un mezzo di propaganda. Vale anche per il Ticino. Anche i dati sulla nostra, di disoccupazione, sono ben lontani dall’essere uno specchio fedele della realtà. I senza lavoro finiti in assistenza, quelli scaricati sull’AI, le “casalinghe per forza”, chi è parcheggiato in una formazione e lì tira a campare, eccetera: tutte queste persone non figurano nelle statistiche dei senza lavoro.

Cifre da “ripulire”

E come la mettiamo con l’esplosione dei casi d’assistenza nel nostro Cantone, ormai sopra gli 8000? Il problema è serio. Per almeno due motivi. Il primo: il dramma sociale ed umano che vive chi è in assistenza contro la propria volontà. Il secondo: una situazione come quella attuale, che oltretutto non migliora ma peggiora, in tempi più o meno brevi non sarà più finanziabile. Solo per gli abitanti di Lugano, la spesa complessiva per l’assistenza ammonta a 24 milioni di Fr. Per una città di 70mila abitanti.

E dunque occorre “ripulire”. Con urgenza. A partire dagli immigrati nello Stato sociale. Di permessi B in assistenza non ce ne deve essere nemmeno uno. Il problema non riguarda comunque solo l’assistenza: l’accesso alle prestazioni sociali non deve essere consentito ai dimoranti. Perché lo sanno anche i paracarri: i dimoranti che vivono di assegni di prima infanzia non mancano.

Stralciare quel poco che c’è?

La situazione occupazionale italiana dimostra, non che sussistessero particolari dubbi al proposito, che la pressione sul mercato del lavoro ticinese non è certo destinata a calare. Con essa il soppiantamento ed il dumping. E il dipartimento federale dell’economia targato PLR cosa fa?  Propone, in un impeto di creatività, di abolire le striminzite misure di accompagnamento alla devastante libera circolazione delle persone. Eccola qui l’avanzata (?) visione del partito che vorrebbe – non si sa in base a quali meriti – riappropriarsi della maggioranza relativa nel governo ticinese.

Al PLR non si chiede niente?

Eh già: uno dei problemi principali di questo Cantone è l’invasione di frontalieri e padroncini. Questo i ticinesi lo sanno benissimo. Ed infatti hanno plebiscitato con il 70% dei voti l’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”. E allora ci piacerebbe proprio sapere perché i ticinesi dovrebbero ridare la maggioranza relativa a chi non ha la benché minima intenzione di limitare la devastante libera circolazione delle persone.

Quanto all’aumento dei frontalieri: adesso tutti cavalcano i temi della Lega, prima denigrati come populisti e razzisti. Senza la maggioranza relativa leghista, l’aumento di frontalieri e padroncini sarebbe stato ancora più marcato. Il DFE, da tempo immemore diretto dall’ex partitone, dovrebbe essere in prima linea nella tutela del mercato del lavoro. Ma per promuovere la preferenza indigena non ha fatto assolutamente un tubo, nascondendosi dietro la foglia di fico del “margine di manovra nullo”. Dalla Lega si pretende tutto e subito, mentre all’ex partito di maggioranza relativa, pesantemente corresponsabile della catastrofe occupazionale, non si chiede proprio nulla? Siamo seri…

Soldi BNS per l’occupazione

Il PLR, tramite la sua ministra delle finanze, non ne vuole sapere di utilizzare i 56 milioni che arriveranno dalla BNS per promuovere l’occupazione del ticinesi. Li vuole utilizzare per fare la cosmesi ai conti del Cantone. E quindi per mascherare il fatto che il PLR, a miglioramento dei conti pubblici, ha solo saputo proporre aggravi fiscali.

E invece noi diciamo che i 56 milioni vanno utilizzati per spingere le aziende ad assumere ticinesi. Così come pure i futuri dividendi in arrivo dalla Banca nazionale. Ad esempio, possono costituire la base per sgravi fiscali che premino chi fa lavorare ticinesi.

Assieme alle misure di tipo “finanziario” vanno promosse anche quelle che non costano nulla ma che possono portare risultati interessanti. Come i loghi per chi assume residenti.

 Ma naturalmente se, come  per il PLR, il motto è “sa po fa nagott”…

Lorenzo Quadri