In Piazza Manzoni sono arrivate sì e no 300 persone: in sostanza solo gli organizzatori ed i loro parenti, più qualche passante che si trovava lì per caso. Mobilitazione di popolo: ZERO

Come avevamo previsto, la manifestazione contro il Mattino e contro la Lega organizzata ieri in piazza Manzoni a Lugano è stata un flop. Malgrado il  tempo fosse veramente gradevole. Quindi gli organizzatori non possono nemmeno incolpare la meteo per il fallimento.

Il kompagno Raoul Ghisletta, presidente del Consiglio comunale di Lugano, nelle ore precedenti lo “storico evento” aveva indicato di aspettarsi un afflusso di 500 persone. Ne sono arrivate poco più della metà. Quindi un fallimento, a dimostrazione che scendere in piazza contro il Mattino e il Mattinonline e contro la libertà di stampa è un patetico autogoal. Non a caso gli oratori (tranne il solito Ghisletta) hanno tentato di correggere il tiro parlando dei temi occupazionali e glissando sulla questione Mattino, su cui invece avevano montato la panna ad oltranza nei giorni precedenti, ingolfando la stampa di prese di posizione sempre più deliranti.

Peccato che i temi occupazionali siano ampiamente dimenticati dalla sinistra dei funzionari pubblici e dei docenti, internazionalista, spalancatrice di frontiere e finta moralista. Quella per cui il problema del Ticino è il Mattino della domenica e il presunto “razzismo”. Idem per la sinistra sindacale, che si finanzia  con le quote d’affiliazione dei frontalieri. Come ci si può aspettare, allora, che si batta per il contingentamento di questi ultimi, ciò che equivarrebbe a segare il ramo su cui è seduta?

In piazza più sigle che persone

Se si pensa che a promuovere la manifestazione c’erano oltre una quindicina di associazioni di vario genere (nelle foto si vedono più sigle che persone), è palese che in piazza sono giunti solo i promotori, stipendiati dal contribuente, ed i loro parenti. Partecipazione di popolo: zero. Perché la $inistra, che più che crociate contro la Lega ed il Mattino non sa proporre (vedi le ultime elezioni comunali di Lugano), non se la fila, giustamente, più nessuno. Se questa è la forza di mobilitazione dei kompagni, i diretti interessati dovrebbero preoccuparsi seriamente.

Il meccanismo utilizzato da P$ ed addentellati è sempre lo stesso: creare il nemico da abbattere, diffondendo odio e razzismo contro la Lega. A livello politico, le proposte della Lega vanno respinte senza nemmeno entrare nel merito, ma per partito preso, solo perché in arrivo dalla parte sbagliata, visto che al nemico non bisogna mai dare ragione. Il giochetto però non funziona più, ed il flop della manifestazione di ieri lo dimostra. Grottesco il comunicato stampa con cui gli organizzatori sproloquiano di un “grande successo”: ci mancava solo di indicare la presenza di “folle oceaniche”, e il quadretto sarebbe stato completo.

Quanto ai deliri di Ghisletta, che ad un certo punto ha parlato di «schifosi giornalisti fascisteggianti che impestano l’Europa ed il Ticino», sarebbe facile replicare,  ad esempio, con qualche considerazione sugli «schifosi sindacalisti che vogliono tappare la bocca con metodi fascisteggianti a chi osa non pensarla come loro». Ma l’ira impotente del segretario sindacale VPOD e futuro presidente della sezione P$ di Lugano (una presidenza che per la Lega sarebbe un terno al lotto, perché con nemici così…) in realtà suscita solo compassione. Con l’invito a Ghisletta e soci di ricordarsi di un proverbio vecchissimo, ma sempre valido: “raglio d’asino non giunge al cielo”.

Lorenzo Quadri