Ottengono il permesso B con documenti contraffatti e attingono al nostro stato sociale

 

Gli uccellini cinguettano che a taroccare un documento d’identità rumeno è capace anche il Gigi di Viganello; e così i sedicenti cittadini UE si trasferiscono in Svizzera

Ah, poi hanno il coraggio di venirci a dire che non è vero che l’immigrazione è del tutto fuori controllo. Le agenzie di stampa (quindi non il Mattino populista e razzista) hanno recentemente “battuto” una notizia quanto mai interessante. Interessante ma certamente non inaspettata. La notizia è questa: un progetto pilota condotto nella città di Berna ha dimostrato che il 10% delle richieste di permessi di dimora sono correlate da documenti contraffatti. Apperò. Naturalmente stiamo parlando delle contraffazioni scoperte. Si può dunque immaginare, senza troppi voli pindarici, che quelle reali siano ben di più. E sarebbe interessante sapere quanti di questi titolari di permessi B ottenuti con l’inganno sono a carico del nostro stato sociale.

Ciò significa nel concreto che cittadini di Stati terzi  ottengono di trasferirsi in Svizzera presentando passaporti e carte d’identità fasulli di Stati UE. Si tratta in particolare kosovari, albanesi, serbi, turchi, russi, cinesi e brasiliani.

Con la ciclostile del nonno

Da parte nostra sappiamo ad esempio che a falsificare una carta d’identità rumena è capace anche il Gigi di Viganello.  E già questo è allarmante. Cosa fanno i balivi di Bruxelles, sempre pronti a vomitare sentenze contro gli svizzerotti (vedi l’ultima bestialità di tale eurocommissaria Marianne Thyssen, secondo cui dare la priorità agli svizzeri è discriminatorio)? Non sarebbe forse nel loro interesse imporre agli Stati membri di creare dei documenti d’identità seri, che non si possano taroccare con la ciclostile del nonno, visto che tali documenti danno la possibilità di immigrare nei Paesi UE? Certo che lo sarebbe. Ma naturalmente a questo proposito nulla si muove. Non sia mai! Immigrazione uguale ricchezza! E poi, si sa, l’autonomia degli Stati membri va rispettata; è solo quella degli svizzerotti che può essere tranquillamente presa a calcioni…

Tutti “casi isolati”?

Ovviamente ad essere oggetto di contraffazioni non sono solo le carte d’identità ma anche altri documenti necessari per l’ottenimento di un permesso B. In particolare il contratto di lavoro.

E allora immaginiamoci la seguente situazione: un cittadino extracomunitario falsifica un passaporto rumeno e, con un contratto di lavoro altrettanto farlocco, ottiene il permesso B. Una volta che l’ha ottenuto, attaccarsi alla mammella dello Stato sociale svizzero diventa un gioco da ragazzi. E che lo stato sociale svizzero sia diventato un self service per immigrati, non abbiamo bisogno di ripeterlo ancora. Ci sono, in questo ridente Cantone, famiglie straniere in cui  nessuno ha mai lavorato che tra assistenza, assegni familiari, e prestazioni sociali assortite costano al contribuente cifre allucinanti. Ma naturalmente tutto è dovuto; chi ha qualcosa da dire è un razzista e un fascista.

Ecco quindi che, grazie alla devastante libera circolazione delle persone, ci troviamo a mantenere non solo immigrati nello Stato sociale con passaporto UE, ma anche immigrati nello Stato sociale che falsificano passaporti UE.

E non stiamo parlano di pochi “casi isolati”: stiamo parlando di un 10% accertato – quindi una cifra reale certamente maggiore  – e che senza dubbio è in crescita. E’ in crescita perché la voce si spande: è così bello fare fessi gli svizzerotti, per cui approfittiamone tutti!

Bloccare il rilascio di permessi

Ora, per non saper né leggere né scrivere, immaginiamo che ci siano dei paesi particolarmente inadempienti per quel che riguarda l’affidabilità dei documenti. Probabilmente non è solo la Romania ad avere delle carte d’identità  che anche i bambini sono in grado di taroccare. Se i sette scienziati di Berna avessero un minimo di attributi, visto l’imperversare degli abusi, scriverebbero subito ai balivi di Bruxelles: in attesa che gli stati membri oggi inadempienti si dotino di documenti d’identità seri, le domande di permesso B da parte di cittadini provenienti da questi Stati vengono bloccate, dato l’alto rischio che i documenti presentati siano farlocchi. Ma figuriamoci se in quel della capitale sono anche solo lontanamente sfiorati da simili pensieri indecenti. Non sia mai! Combattere gli abusi nel sociale? “Sa po’ fa nagott”!

Riflessione conclusiva. Se ci sono galantuomini che falsificano perfino il passaporto per staccare il permesso B, pensate forse che nelle autocertificazioni sui precedenti penali i candidati dimoranti dicano la verità? Ma bisogna essere caduti dal seggiolone da piccoli. Oppure chiamarsi Simonetta Sommaruga!

Lorenzo Quadri