La catastrofica ministra delle finanze Widmer Schlumpf colpisce ancora: in visita in Francia è riuscita a calare le braghe anche davanti al ministro delle finanze Moscovici.
Inutile dire che la visita al kompagno Moscovici (un nome una garanzia) è durata assai più di quella in Ticino: come dire che per la ministra del 5% è più importante farsi dettare ordini dalla Francia piuttosto che ascoltare le difficoltà dei ticinesi.
Il Moscovici, che tanto tra un paio d’anni verrà rimandato a casa a calcioni assieme al governo Hollande, si permette di fare la voce grossa con la Svizzera. Chiaro: tutta questa gente è stata abituata ad avere a che fare con rappresentanti elvetici servili nei confronti degli eurofalliti e quindi credono di potersi permettere di tutto e di più.
Al Moscovici la sedia sotto le natiche traballa assai, eppure Monsieur pensa di essere nella posizione di dettare ordini alla Svizzera: vogliamo le informazioni bancarie, vogliamo la convenzione sulle successioni anche se il Consiglio nazionale ha detto njet (erano previste regole letteralmente fuori di testa, e oltretutto contrarie ai principi della stessa OCSE) e la devastante libera circolazione delle persone non si negozia.
Quindi il signor Moscovici, quasi ex ministro, pretende dalla Confederazione che accetti lo scambio di informazioni bancarie secondo i criteri OCSE perché gli fa comodo, e che accetti una convenzione sull’imposizione delle successioni che contraddice i criteri OCSE e sempre perché gli fa comodo.
Come ciliegina sulla torta, il francese si mette a pontificare sul principio della libera circolazione (uella) che non ammetterebbe contingenti (o piuttosto: che non ne ammetterà finché non farà comodo a Parigi).
Apperò!
E la ministra del 5%, invece di mandare questo signore là dove meriterebbe, non solo gli dà retta, ma cala pure le braghe, assicurando che ci sono tre anni di tempo per applicare l’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”. E quindi – sottointeso – per far contenti i suoi padroni di Bruxelles, il Consiglio federale farà in modo, male che vada, di applicare l’iniziativa il più tardi possibile, echissenefrega della volontà popolare. Del resto Widmer Schlumpf con la volontà popolare non ha mai avuto granché a che fare: è in carica contro ogni principio democratico, è infatti stata messa in Consiglio federale dall’inciucio $inistra – PPDog. Alle prossime votazioni, dunque, ricordiamoci bene grazie a chi una ministra non eletta che sta rottamando la Svizzera e che ubbidisce agli eurofalliti rimane attaccata come una cozza al scoglio ad una cadrega su cui non può accampare uno straccio di diritto.
Comunque, il quasi ex ministro Moscovici può berciare fin che vuole: l’applicazione della libera circolazione delle persone in Svizzera non la decide lui, e nemmeno la convenzione sulle successioni. Simili atteggiamenti da parte di rappresentanti (in scadenza) di paesi scioccamente ritenuti “amici” dai sette scienziati di Berna (e che invece da anni ci stanno facendo la guerra economica) dimostrano, una volta di più, la necessità – come da mozione leghista al Consiglio federale – di bloccare il versamento di qualsiasi contributo agli eurofalliti. Tanto per rimettere la chiesa al centro del villaggio e per far capire a costoro che, se il Consiglio federale cala le braghe, il popolo svizzero non lo fa.
Lorenzo Quadri