L’iniziativa 99% è stata asfaltata. Ma nei centri urbani in balìa dei ro$$overdi…

Come ben sappiamo una parte della politichetta (la solita) e la stampa di regime esaltano ad oltranze le “città ro$$overdi” indicate come modello virtuoso da seguire (?). Ma soprattutto, l’ammirazione pelosa per questi centri urbani ha l’obiettivo di denigrare ciò che è un vero pugno nell’occhio per i radiko­-sinistrati: la città di Lugano, unica tra le 10 principali città svizzere ad avere un municipio in cui la maggioranza non solo non è ro$$overde, ma è addirittura leghista! Una scandalosa anomalia, sbroccano i kompagnuzzi ed i pennivendoli di servizio al seguito: per questo la città di Lugano va infamata ad ogni occasione.

Generosità a senso unico

Uno dei meriti delle città ro$$overdi sarebbe, oltre alla criminalizzazione spinta degli odiati automobilisti, la tolleranza nei confronti delle cosiddette autogestioni. Peccato che Berna – maggioranza di $inistra in Municipio e sindaco verde – disperda poi con proiettili di gomma, idranti e lacrimogeni le manifestazioni non autorizzate dei corona-scettici. Quelle dei fankazzisti climatici, per contro, vengono in genere tollerate. La generosità è strettamente a senso unico.

Coesione nazionale in pericolo

Le città ro$$overdi sono un problema per la coesione nazionale? La risposta è affermativa. A confermarlo c’è l’esito della votazione sull’iniziativa 99%: ovvero l’ennesimo tentativo della $inistra di mettere pesantemente le mani nelle tasche dei contribuenti tramite una fiscalità confiscatoria. A livello federale l’iniziativa è stata asfaltata (ci sarebbe mancato altro): ha ottenuto appena il 35% di sì. La volontà della grande maggioranza dei cittadini svizzeri è quindi inequivocabile.

Come hanno votato le città ro$$overdi? Ebbene, in quasi tutte è passato il Sì, con le percentuali seguenti:

Berna: 62%

Bienne: 56.7%

Losanna: 56%

Friburgo: 54.3%

Ginevra: 51.3%

Basilea: 50.7%

Zurigo: 50.2%.

La frattura

Quando una capitale federale approva con il 62% dei voti un’iniziativa tassaiola respinta a livello nazionale con il 65% di No (il conteggio complessivo include ovviamente anche le città ro$$overdi) è evidente che la frattura tra le principali realtà urbane ed il resto del paese esiste eccome.

Tassaioli allo sbaraglio

Il 13 giugno scorso, bocciando la rovinosa nuova legge sul CO2 voluta dalla partitocrazia (ro$$overdi in primis) e farcita di tasse e balzelli, i cittadini elvetitci hanno detto che non intendono farsi mungere come delle mucche Milka.  Il 26 settembre, asfaltando l’iniziativa 99%, hanno reiterato questo messaggio. Ma i $inistrati, ormai è chiaro, se ne impipano e pretendono di lanciare altre iniziative per un fisco sempre più Dracula. In più tramano, con la “loro” ministra dei trasporti kompagna Simonetta, per far rientrare dalla finestra le misure respinte dai cittadini 4 mesi orsono. Ed in Ticino i kompagni non fanno certo di meglio, anzi. Il loro sedicente piano di rilancio (?) prevede di aumentare le tasse di quasi un quarto di MILIARDO all’anno (per essere più precisi: 227 milioni). Come?

1) Estorcendo 65 milioni agli odiati “ricchi” tramite impennata delle aliquote, col risultato di far scappare i migliori contribuenti, e poi a metterci una pezza sarà chiamato il ceto medio.

2) Aumentando il moltiplicatore cantonale al 100% così da intascare 45 milioni.

3) Taroccando artificialmente, e qui siamo davvero oltre ogni limite di decenza, le stime immobiliari per mungere 100 milioni all’anno (!) – ossia quasi la metà del valore totale della manovra – ai proprietari di una casetta.

Di conseguenza, il cittadino del ceto medio che vive in casa propria verrebbe  tartassato tre volte: con le stime immobiliari farlocche, gravide di conseguenze anche in altri ambiti (ad esempio l’accesso ad aiuti statali); con l’aumento del moltiplicatore cantonale; ed in più sarà chiamato a mettere una pezza all’ammanco provocato dal fuggi-fuggi dei ricchi.

Poi naturalmente, grazie ai $inistrati a livello federale, dovrà pagare di più per la benzina e per l’olio combustibile.

Che simili visioni siano maggioritarie nei principali centri urbani della Svizzera è allarmante. Per fortuna che c’è ancora Lugano a cantare fuori dal coro!

Da ricordare

Ogni tanto è bene ricordare la saggia massima di Winston Churchill (che era davvero uno statista, diversamente dai nostri politichetti gauche-caviar): “Una nazione che si tassa nella speranza di diventare prospera è come un uomo in piedi in un secchio che cerca di sollevarsi tirando il manico”.

Lorenzo Quadri