Donald Trump Presidente USA: la nostrana $inistruccia si abbandona agli isterismi
E’ certo una bella sorpresa – forse chi ha seguito più da vicino la campagna elettorale USA è meno sorpreso – la storica vittoria di Donald Trump. Una bella sorpresa perché segna la sonora sconfitta della casta, dell’élite, dell’establishment che dir si voglia. Hillary Clinton rappresentava il “vecchio che avanza”: non anagraficamente perché tra lei e Trump quanto a data di nascita siamo lì, ma come candidata dell’intrallazzo e dei “poteri forti”.
Il gioccatolo non funziona più
La vittoria di Trump ricorda quella della Brexit o del 9 febbraio. In tutte e tre le occasioni le élite, la stampa di regime, gli intellettualini, nel caso di Trump anche lo star system, erano schierati da una parte che si è dimostrata perdente. Di fatto erano schierati contro la maggioranza dei cittadini.
Le élite spalancatrici di frontiere sono sempre più lontane dal popolo, ma soprattutto non sono più in grado di imbambolarlo. La propaganda della casta non attacca più. Come non attaccano più i ricatti morali e l’indignazione pelosa.
Nemmeno i sondaggi manipolati riescono più a spostare abbastanza voti. Il vasto arsenale del lavaggio del cervello alle masse sta, insomma, fa cilecca alla grande. E questo arsenale, per appuntamenti importanti come sono – ovviamente in piani e realtà diverse – le elezioni USA, la Brexit e il 9 febbraio lo abbiamo visto dispiegato in tutta la sua potenzialità. Ma il giocattolo non funziona più.
Naturalmente la RSI, alla faccia del servizio pubblico equidistante, ha giocato fin dall’inizio contro il nuovo presidente USA, producendosi in sortite del calibro “la faccia tronfia di Trump”. E certo: i cosiddetti “populisti”, di qualsiasi latitudine, vanno messi in cattiva luce per principio. Con il “dàgli al populista e fascista” si combatte non solo Trump, ma anche l’odiata Lega. Altrimenti a cosa serve avere un’emittente di regime se non adempie al suo fondamentale compito di supporter degli spalancatori di frontiere?
$inistra sempre più isterica
Alle nostre latitudini, lasciano sempre di stucco le reazioni isteriche dell’intollerante $inistruccia con la morale a senso unico, che non perde mai occasione di proclamare il proprio schifo nei confronti della democrazia e dei voti popolari sgraditi. Ma soprattutto nei confronti dei cittadini. Chi non vota come vorrebbero i kompagnuzzi è un becero fascista. Non sia mai che la nostra $inistruccia faccia uno sforzo, anche minimo, per tentare di capire come mai viene sistematicamente asfaltata in tutti gli appuntamenti importanti. Convinta di essere la detentrice della verità, gonfia d’intolleranza, la nostrana gauche caviar si limita ad insultare i cittadini. Visto che loro, i kompagni, hanno ragione per definizione, chi non ne segue i Diktat è per forza un cretino ed un delinquente.
Ed infatti il P$$ è già riuscito a mettersi a berciare contro Trump, naturalmente avanzando paragoni con l’odiatissimo Blocher (sempre più scontati, questi kompagni).
Persa l’ennesima occasione per tacere: i $ocialisti avrebbero fatto bene a non ricordare a tutti che loro, per mandare a casa il “tribuno” UDC che aveva vinto le elezioni, hanno ordito, assieme ad altri, uno schifoso golpe parlamentare, insediando una ministra del 5% che ha danneggiato irrimediabilmente il paese.
Il monito è chiaro
Fossero negli USA, i kompagnuzzi direbbero forse, come Clinton: “Trump è il nostro presidente, mi auguro che abbia successo” o come Obama: “Ora tifiamo per lui”?
Ma nemmeno per sogno: pretenderebbero di rifare la “maledetta elezione”! Come i bambini dell’asilo, quelli che si credono superiori agli altri urlano e puntano i piedi perché la mamma non gli ha comprato il giocattolo che volevano.
Le elezioni americane sigillano la sconfitta, a livello globale, delle élite spalancatrici di frontiere. La casta ed i suoi ricatti sono al capolinea. Un dato di fatto da tenere ben presente anche in Svizzera ed in Ticino.
Lorenzo Quadri