Misure di risparmio ai danni del territorio, dell’occupazione e dell’economia locale
Le ex regie federali, come si è notato, negli ultimi tempi ne stanno facendo peggio di Bertoldo. Da Swisscom alla Posta passando per le FFS, è tutto un fiorire di tagli e di penalizzazioni. Sappiamo ad esempio che la Posta prevede di chiudere 600 uffici da qui al 2020, con conseguenze occupazionali pesanti, licenziamenti inclusi (inizialmente negati, poi ammessi) perché “tanto ci sono le app per i telefonini”.
Evidentemente i manager postali non trovano abbastanza trendy gestire un’azienda che spedisce lettere e pacchi e permette alla gente di fare i pagamenti. Sicché preferiscono autoerotizzarsi cerebralmente con le app per telefonino, con l’online e con le nuove tecnologie. Idem la Swisscom, che vuole di fatto obbligare la gente a pagare le sue bollette online, con i rischi che questo comporta. Non solo dal punto di vista della sicurezza della trasferta di soldi, ma anche di quella della privacy. Nella migliore delle ipotesi i dati raccolti tramite i pagamenti online vengono utilizzati per infesciare gli indirizzi email degli utenti di messaggi pubblicitari. Nella peggiore, per scopi assai più loschi.
Alcune “perle”
Le FFS si bullano con i nuovi orari dei treni in vigore dal prossimo 12 dicembre, conseguenza dell’apertura del tunnel di base AlpTransit. Intanto però preparano rincari dei biglietti e tramano lo smantellamento delle Officine FFS di Bellinzona. Inoltre le FFS hanno snobbato la pietra ticinese e hanno rivestito la nuova stazione di Bellinzona con travertino romano. Il marmo d’oltreramina non solo comporta elevati costi di manutenzione, ma quando è bagnato si trasforma in una pista di pattinaggio. Senza dimenticare le “prodezze” messe a segno dall’azienda in quel di Lugano. A seguito degli affitti spropositati pretesi da FFS immobili, non si è potuto realizzare un posto di polizia al pian terreno della stazione (ciò che sarebbe stato decisamente più opportuno che insediarlo ai piani superiori). Inoltre, per ottenere dei ripari fonici con un minimo di decenza urbanistica lungo i binari che attraversano la città, il contribuente luganese dovrà mettere mano al borsello, scucendo mezzo milione di franchetti.
Senza dimenticare che sulla tratta del Gottardo si moltiplicano i “contrattempi” ed i ritardi. E, tanto per mettere la ciliegina sulla torta (a conferma del detto tedesco spesso utilizzato sotto le cupole federali: “il diavolo si nasconde nei dettagli”) le Ferrovie sono riuscite a cancellare – sempre solo sulla linea del Gottardo – pure il servizio minibar.
Malloppone in arrivo
Intanto che le FFS tagliano e peggiorano servizi, snobbando l’economia e la realtà locale, si portano a casa una barcata di soldi pubblici in più. Di questo, però, si parla poco. Infatti, mentre sulle questioni secondarie scorrono i proverbiali fiumi d’inchiostro, le spese miliardarie passano inosservate. Ed infatti durante la sessione invernale attualmente in corso, il consiglio nazionale voterà il finanziamento dell’infrastruttura ferroviaria della Confederazione, alimentato per la prima volta dal fondo FIF, per il periodo 2017-2020. Il finanziamento prevede la bella sommetta di 13,2 miliardi di Fr. Di questi, 7.6 miliardi sono destinati alla convenzione sulle prestazioni 2017-2020 con le FFS, mentre 4.9 alle convenzioni con le ferrovie private (il restante è destinato agli imprevisti). Il Consiglio degli Stati ha già approvato il pacchettone in settembre. Il Nazionale farà lo stesso nelle prossime setttimane. Nella sua Commissione, infatti, non ci sono state opposizioni alla proposta, la quale è stata approvata con 16 voti favorevoli e 9 astenuti. Sicché il malloppone passerà come una lettera alla Posta (quella di un po’ di anni fa). Il credito contiene forse dei tagli rispetto al passato, ciò che spiegherebbe le misure di cinghia tirata prese dai balivi su rotaia anche ai danni del Ticino? Qui arriva il bello, perché è proprio il contrario: infatti grazie al nuovo piano di finanziamento, le Ferrovie otterranno 700 milioni di Fr all’anno in più rispetto al periodo precedente. Quindi più soldi per investire, per gestire, per giochicchiare. Ma intanto le FFS penalizzano il territorio, l’occupazione e – naturalmente – l’utenza. E queste sono le ex regie federali! Poi ci si lamenta dell’economia privata?
Lorenzo Quadri