Il Ticino deve ottenere uno statuto speciale anche in ambiti diversi dalla pandemia
Quindi le misure drastiche prese dal Ticino l’hanno spuntata. La chiusura dei cantieri e delle attività industriali “non essenziali” decisa lo scorso sabato dal Consiglio di Stato, giudicata “non conforme al diritto federale” dallo scienziato a capo dell’Ufficio federale di giustizia, ha ottenuto il “nulla osta” del Consiglio federale. Del resto, un conto è il parere del burocrate – nel caso concreto: del leguleio – di turno. Altra cosa è la decisione politica.
Il CF ha dunque escogitato le “finestre di crisi”: “in casi eccezionali” i Cantoni, per contrastare l’epidemia di coronavirus, possono prendere misure supplementari rispetto a quelle decise dalla Confederazione. Non era poi così difficile fissare una regola del genere. Oltretutto, rientra appieno nel principio del federalismo. Pericoloso sarebbe semmai se venisse applicata anche in senso contrario, ovvero: dove il virus è poco diffuso si possono prendere misure meno severe. Non è però questo il caso.
Rischio grosso
E’ chiaro che, se il Consiglio federale non avesse creato le finestre di crisi, per il CdS le cose si sarebbero messe male. Le ditte costrette a chiudere non avrebbero avuto diritto al lavoro ridotto. Chi le avrebbe risarcite?
Poiché il problema era evidente, lo scorso sabato il governo ticinese, all’annuncio della misura (allora) “non conforme al diritto federale” avrebbe dovuto precisare fin da subito che, qualora il provvedimento fosse stato revocato da Berna, si sarebbe fatto carico dei costi.
Ma allora “sa po’”!
Comunque, l’accaduto è la dimostrazione che ottenere regole speciali per il Ticino “sa po’”. E questo non deve valere solo in caso di pandemia da coronavirus! Il maledetto virus prima o poi (si spera prima) si leverà di torno. Per contro, da anni è in atto la pandemia da libera circolazione delle persone, che ha portato all’invasione da sud ed alla sostituzione massiccia di lavoratori ticinesi con frontalieri. E questa crisi, se non viene disdetta la devastante libera circolazione delle persone, è destinata a continuare.
Anche per il mercato del lavoro, dunque, servono finestre di crisi. Quindi, la libera circolazione delle persone deve venire applicata in Ticino in modo diverso rispetto al resto della Svizzera. Proprio le frontiere spalancate per volontà della partitocrazia hanno mandato in malora il mercato del lavoro ticinese ed hanno giocato un ruolo deleterio anche nella diffusione del coronavirus in questo sfigatissimo Cantone.
Berset, un bel tacer…
Durante la conferenza stampa di venerdì, il kompagno Alain Berset ha invitato i concittadini d’Oltralpe a non recarsi in Ticino per le vacanze pasquali, utilizzando queste parole: “Se state pensando di andare in Ticino durante la Pasqua, per favore, non fatelo. Non è il momento giusto per recarsi nel Canton Ticino. Si tratta di un cantone gravemente colpito dal coronavirus, tre volte più della media svizzera, probabilmente a causa della vicinanza geografica con il nord Italia”.
Ah ecco! A questo punto due riflessioni (facili facili) s’impongono.
- Certo che ci vuole già tutta per pensare di venire in vacanza in Ticino adesso. E’ chiaro che i turisti d’Oltregottardo fanno meglio a non venire. Nell’interesse loro e nostro. Se questi villeggianti si ammalano e necessitano di un ricovero ospedaliero, dove vengono portati? Negli ospedali ticinesi già pieni, dove tolgono posti letto ai residenti, o in quelli del Cantone d’origine?
- Senza vergogna, il kompagno Berset ancora tenta di raccontarci storielle per pararsi il lato B. “Ticino gravemente colpito dal coronavirus probabilmente (!) a causa della vicinanza geografica con l’Italia”? Oh Berset, non ti pare di tralasciare qualcosa? Il Ticino è gravemente colpito perché i camerieri dell’UE in Consiglio federale e la partitocrazia non hanno voluto CHIUDERE LE FRONTIERE con l’Italia quando era tempo! “Proposte da tarati”, starnazzavano i soldatini della casta!
Per questi politicanti, prima viene la libera circolazione, poi la salute pubblica! Ed il primo a non volere chiudere le frontiere era proprio Berset! Grazie, compagno Consigliere federale!
La lezione del virus: via la libera circolazione delle persone!
Lorenzo Quadri