I ro$$i vogliono che l’Amministrazione federale usi la “lingua inclusiva”
I soldatini del P$ alle Camere federali non perdono occasione per dimostrare la propria “levatura”. L’ultima geniale pensata di alcuni consiglieri nazionali $ocialisti è un postulato con cui costoro chiedono che l’Amministrazione federale utilizzi la cosiddetta “lingua inclusiva” nelle comunicazioni ufficiali (!). Eccole qua, le grandi priorità dei kompagnuzzi allo sbando: la lingua inclusiva. Questa patetica gauche-caviar se le inventa tutte pur di NON difendere i lavoratori, pardon i lavorat*!
La “lingua inclusiva” è quell’aberrazione grafica, ortografica e grammaticale che termina le parole con asterischi piazzati “alla cavolo”. Questo perché – udite udite – la prevalenza linguistica del maschile è politikamente inaccettabile!
Ma andate a scopare il mare! Piaccia o non piaccia ai politichetti$inistrati (spesso e volentieri studenti a vita che neppure studiano e che fanno i parlamentari di “professione”) le lingue hanno delle regole. L’italiano non fa eccezione. E queste regole non si cambiano per seguire farneticanti mode “gender”.
Perfino la Cancelleria federale, in un raro sprazzo di lucidità, ha diramato una direttiva in cui vieta ai servizi della Confederella di usare la lingua “trans-inclusiva”, essendo quest’ultima una “cagata pazzesca” (cit. Fantozzi). Non ha usato proprio questa definizione,ma il senso era chiaro. Sempre la Cancelleria federale ha aggiunto che le sconcezze linguistiche che piacciono ai kompagnuzzi hanno una “eccessiva connotazione politica”. Cosa certamente vera: ed è per questo che i $inistrati le pretendono.
Se i $ocialisti vogliono aiutare le donne e le persone “non binarie”, che comincino a non far più entrare in Svizzera migranti economici in arrivo da “altre culture”, che sono misogini ed omofobi! Altro che asterischi!
Inoltre, è semmai ora che nelle scuole si torni ad insegnare a scrivere correttamente le lingue nazionali. Ah già, ma per i ro$$overdi è “nozionismo classista”.
Lorenzo Quadri